paolo massari

“SEI LA MIA SCHIAVA, ADESSO TI FACCIO MALE” - IL RACCONTO SULLA SERATA CHE E’ COSTATA A PAOLO MASSARI, GIORNALISTA MEDIASET ED EX ASSESSORE ALL’AMBIENTE DEL COMUNE DI MILANO, UNA DENUNCIA PER STUPRO - GLI STUDI ALLA BOCCONI, L’ASCESA IN POLITICA E POI QUELLE DUE VECCHIE ACCUSE DI MOLESTIE NEI CONFRONTI DI UN'IMPIEGATA COMUNALE (NON ANCORA A CONTRATTO) E DI UNA FUNZIONARIA DEL CONSOLATO NORVEGESE…

1 - «SEI LA MIA SCHIAVA ADESSO TI FACCIO MALE» L'EX ASSESSORE MASSARI ARRESTATO PER STUPRO

Andrea Galli per il “Corriere della Sera”

 

paolo massari

«Sei la mia schiava. E adesso ti faccio male». Un seminterrato di cinquanta metri quadrati in via Nino Bixio, nella zona di Porta Venezia: cucinino/salotto, camera da letto, bagno. E un divano. Il divano della violenza sessuale, degli ordini, delle minacce, delle botte a mano aperta sul volto, sulla schiena, sulle braccia, sulle ginocchia. Il divano sul quale e attorno al quale la Scientifica ha isolato evidenti tracce di sangue. Quaranta minuti nella serata di sabato.

 

Alle 21 il proprietario dell'abitazione, il 54enne Paolo Massari, giornalista Mediaset ed ex assessore comunale, è entrato nella casa (dove vive dopo la separazione) insieme a una 56enne che come lui ha frequentato il liceo Parini e oggi è imprenditrice nel settore delle palestre in franchising. Da ragazzi avevano avuto delle brevissime storie. Si erano persi di vista. È stata lei a rintracciarlo.

 

paolo massari

Telefonate per chiedere aiuto nella difficile stagione della pandemia. Un uomo di conoscenze in più ambiti poteva essere utile per ripartire e affrontare la crisi del lavoro, provando a guardare all'orizzonte con minor angoscia. Massari aveva garantito una copertura giornalistica a favore della donna. Da lì, esplicitando un debito da saldare, l'aveva chiamata «basando le conversazioni su temi sessuali e sadomaso», proponendo incontri centrati unicamente su un unico argomento.

 

LETIZIA MORATTI

La 56enne, che ha famiglia e abita ugualmente a Milano, aveva deciso di interrompere i contatti, intimorita. Massari s'era fatto vivo di nuovo, stavolta senza allusioni, per un invito a un aperitivo. Invito accettato. L'orario: le 20. Il luogo: il famoso bar Basso in viale Abruzzi. Il Corriere ha incrociato fonti della Questura e della Procura, esaminato referti e verbali. Quella che segue è la ricostruzione stando alle carte e alla versione della donna, mentre il giornalista, agli agenti che l'hanno trasferito prima in Questura e nel carcere di San Vittore in piena notte, ha ripetuto che è stato un rapporto consenziente e che lei l'ha seguito volontariamente in via Nino Bixio, da dove alle 21.40 è scappata.

 

Si trascinava. Nuda. Aveva approfittato di un margine ridotto di spazio alla base della saracinesca del box di Massari, adiacente il seminterrato. Due ragazzi l'hanno vista e ascoltata. Sono arrivate le pattuglie. Sullo sfondo, c'era Massari. In piedi. Rilassato davanti casa. La donna, angosciata, sotto choc, in lacrime, avanzava fra passanti, automobilisti in cerca di un parcheggio e gente che andava e veniva per i locali. Dobbiamo prima tornare indietro di dieci anni.

 

paolo massari

Il 2010. Sindaco Letizia Moratti, direttore generale del Comune l'attuale sindaco Beppe Sala. Massari è assessore all'Ambiente. Lo è fino a quando presenta le dimissioni, in seguito a una cena con personale del consolato norvegese. A quel tavolo, come riferì, una donna del corpo diplomatico fu molestata da Massari. Si confidò subito con il console il quale comunicò tutto alla Moratti.

 

L'iter giudiziario ha alleggerito, e di molto, la posizione di Massari, che decise di lasciare l'incarico, certo, ma non senza pressioni dei vertici dell'amministrazione, colpita dallo scandalo. Massari ripeteva di non essere un maniaco e che quella vicenda gli ha rovinato l'esistenza (si è separato, moglie e due figli, che erano al mare, risiedono nello stesso condominio di via Nino Bixio). Agli amici ha ribadito d'esser stato bersaglio di una macchinazione. Chiusa l'esperienza politica, è tornato all'antico mestiere: il giornalista.

beppe sala legge se stesso

 

E ha ricominciato a navigare sottotraccia. Forse. Nessuno esclude che ora, sapendo della destinazione di Massari, guardato a vista dalla polizia penitenziaria nella paura non remota di gesti estremi, altre donne che custodiscono segreti possano confidarli ai poliziotti. Antichi episodi rimasti nascosti. L'idea investigativa è quella di un piano architettato, al netto, è doveroso ricordarlo, del comportamento che ha caratterizzato Massari nei lunghi momenti di sabato: calmo, sicuro che gli sviluppi gli daranno ragione. Non si sa ancora se, per caso, quanto riferito dalla vittima sia stato innescato (anche) da alcolici e altro.

 

All'uscita dal bar, dopo essersi trovati d'accordo nel proseguire la serata a cena in un ristorante, Massari ha proposto di andare in scooter in via Nino Bixio, parcheggiare i motorini, depositare i caschi, prendere la macchina. L'imprenditrice sostiene di non aver fatto la minima allusione a un finale differente e d'esser stata poco convinta dell'idea di Massari, ma di aver comunque accettato. Una volta all'interno di quei cinquanta metri, il giornalista avrebbe mutato atteggiamento e toni.

 

PAOLO MASSARI

Aggressivo, insistente nell'alzare la voce, insistente nel sottolineare di non protestare e reagire garantendo conseguenze peggiori, insistente nel muovere le mani. Mani a denudare, mani a frugare ovunque e provocare escoriazioni e ferite come confermato in ospedale. Strattoni e schiaffi, di nuovo strattoni e schiaffi. Richieste ineludibili di obbedire, di assecondare i desideri di Massari, di non disobbedire... E quelle parole: «Sei la mia schiava, adesso ti faccio male».

 

Quando il giornalista ha deciso di prendersi una pausa, allontanandosi dal divano per accendersi una sigaretta, la donna è fuggita. Le risultanze della polizia e le convinzioni della Procura evidenziano lo scenario descritto dalla 56enne: «Appena entrata in quel luogo, io mi sono sentita in trappola».

 

PAOLO MASSARI

2 - DAL GIORNALISMO ALLA POLITICA L'EX PANINARO DEGLI ANNI 80 CHE LOTTAVA CONTRO LE ZANZARE

Fabrizio Guglielmini per il “Corriere della Sera”

 

Studente bocconiano nella Milano anni Ottanta, giornalista professionista e politico di centrodestra. Prima con Forza Italia e poi con il Pdl, fino alla poltrona di assessore all'Ambiente nella giunta meneghina guidata da Letizia Moratti. Paolo Massari, 54 anni, è un personaggio molto noto in città proprio per le sue molteplici relazioni negli ambienti dei media e di Palazzo Marino. I suoi esordi in politica risalgono a oltre vent' anni fa nelle fila di Forza Italia come consigliere comunale, durante il mandato da sindaco di Gabriele Albertini.

 

Ma c'è anche un «prima» da liceale: i vecchi compagni del Parini lo ricordano in sella a una moto Zundapp, scarpe Timberland e giubbotto Moncler a completare il look da perfetto paninaro. Nella sezione C del liceo della borghesia milanese, la prima scintilla politica come referente di Libertà Futura, i giovani liberali di allora. Dopo la laurea in economia in Bocconi e l'esame da giornalista, Paolo Massari comincia la sua carriera al Giornale di Indro Montanelli e, nel corso degli anni 90, lavora al settimanale Panorama e in seguito al Sole 24 Ore .

PAOLO MASSARI

 

Dopo la carta stampata, è il momento del piccolo schermo: approda sulle reti Mediaset in trasmissioni fra politica e intrattenimento come «Parlamento In» e «Secondo Voi», diventando un volto noto delle televisioni di Silvio Berlusconi. Ma resta la passione per la politica maturata già da ragazzo e, in parallelo alla professione giornalistica, siede nel Consiglio comunale per Forza Italia per poi convogliare nel nuovo PdL.

 

La popolarità fra i milanesi gli viene per le sue numerose crociate contro le zanzare: già nel 1998, consigliere 32enne, si dichiara in prima linea sul fronte delle disinfestazioni e comunica ai cittadini il suo telefono per consigli e segnalazioni; nel '99 propone di eliminare i pesticidi nell'aria per sterminare invece le larve alle radici degli alberi, chiedendo anche la collaborazione attiva dei residenti nei condomini. Si arriva al 2001 per un altro incarico (in quel periodo Massari è vicepresidente del gruppo locale di Forza Italia) come presidente della Commissione Pari opportunità del Comune.

Milly Moratti

 

«Siamo alla farsa: è stato fatto presidente un uomo e per giunta poco qualificato» dichiararono allora Milly Moratti e la pidiessina Marilena Adamo, poi senatrice pd. Dieci anni più tardi, siamo nel novembre 2009, Massari passa dalla Commissione Scuola alla carica di assessore all'Ambiente per Letizia Moratti: si mette subito al lavoro mettendo a punto sanzioni e investimenti per la prevenzione e le bonifiche che gli fanno guadagnare la fama di neoassessore «antizanzare».

 

Dopo molti anni in Consiglio e nelle Commissioni, la nomina ad assessore in sostituzione di Edoardo Croci, padre dell'Ecopass, segna (apparentemente) l'ingresso di Massari nel «big game» della politica cittadina. Ma conserva l'incarico solo per sette mesi, fino al giugno 2010, quando si dimette su sollecitazione del sindaco. Al centro della vicenda, le molestie nei confronti di un'impiegata comunale (non ancora a contratto) e di una funzionaria del Consolato norvegese durante una cena ufficiale; al tempo nessuna delle parti offese presentò querela.

 

PAOLO MASSARI

Vennero invece recapitate due lettere al sindaco (che ricostruivano le pesanti avance) firmate dal console norvegese e dalla madre dell'impiegata; Massari si dichiarò sempre innocente pur dimettendosi: «Non sono un molestatore sessuale», disse in una conferenza stampa da lui convocata nel giugno di dieci anni fa. Spente le polemiche, sperò in seguito di rientrare a Palazzo Marino, ma senza successo. Chiusa la carriera politica, il ritorno negli studi di Mediaset. Fino ai fatti di sabato sera.

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)