calero ramirez e carlos gabriel velasco fernanda cocchi

“SIAMO ANDATI AL PARCO DOVE CI SIAMO DIVISI I SOLDI RUBATI, 20 EURO A TESTA, E ABBIAMO PRESO DELLE BIRRE” - LE AGGHIACCIANTI TESTIMONIANZE DEI DUE KILLER CHE HANNO UCCISO LA 90ENNE FERNANDA COCCHI A MILANO: “CI SIAMO INCONTRATI ALLE 12 AL PARCO E ABBIAMO INIZIATO A BERE BRANDY MISCHIATO CON SUCCO D’ARANCIA” - “HO CONSIGLIATO AL MIO AMICO DI PORTARE I GUANTI PER NON LASCIARE IMPRONTE”, “GABRIEL L’HA TRASCINATA IN SALA E L’HA BUTTATA A TERRA, LA SIGNORA REAGIVA E PROVAVA A…”

Cesare Giuzzi per www.corriere.it

 

Calero Ramirez e Carlos Gabriel Velasco

Nei film gli assassini scappano dopo il delitto. Non vanno in un parco a dividersi quaranta euro di bottino per spenderli subito in lattine di birra. Non indossano gli stessi vestiti usati per uccidere e non si scambiano messaggi sul cellulare con la notizia dell’assassinio. E neppure si presentano a rivendere la refurtiva al Compro oro lasciando i propri documenti d’identità.

 

Ma nei film nessuno uccide per così poco. Nessuno mai si metterebbe ad accoltellare e a finire con un ferro da stiro una novantenne cieca e malata per portarle via una manciata di niente: due collanine, un anello, un orologio, quaranta euro presi da un portafoglio e un paio d’occhiali da sole.

 

OMICIDIO FERNANDA COCCHI

Fernanda Cocchi, una vita da sarta, è morta uccisa da due assassini senza un piano e senza un senso. Le cose sono andate così, con lo squallore di un male brutale e al tempo stesso normale, dove ci si dà appuntamento al telefono come ci si vede per bere un aperitivo. Sorseggiando brandy e succo d’arancia nell’attesa di andare ad uccidere.

 

La chiamata

«Ieri mattina ho chiamato il mio amico Gabriel a cui ho proposto di andare a rubare a casa di una vecchietta che abita al primo piano del mio palazzo — racconta nelle sommarie informazioni Mario Abraham Calero Ramirez, 44 anni peruviano, appena fermato dagli agenti —. Lui era d’accordo e gli ho consigliato di portare i guanti per non lasciare impronte. Ci siamo incontrati alle 12 al parco Sammartini e abbiamo iniziato a bere brandy mischiato con succo d’arancia».

Omicidio Fernanda Cocchi

 

Sono quasi le 14 di venerdì scorso. Calero Ramirez e l’amico 22enne Carlos Gabriel Velasco, ecuadoriano, sposato e con un figlio, hanno fretta di uccidere: «Quando Gabriel mi ha chiesto di andare dalla vecchietta gli ho risposto che dovevamo aspettare le 14 perché sapevo che usciva a buttare la pattumiera».

 

La prima confessione — non confermata davanti all’avvocato e al pm Rossella Incardona dove gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere come accaduto ieri durante l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Anna Calabi che ha confermato il carcere — svela però tutti i dettagli del delitto e permette alla polizia di rintracciare i pantaloni indossati da Calero Ramirez e gettati in un cantiere di via Medeghino.

 

Il racconto

Omicidio Fernanda Cocchi

Il racconto è lucido, preciso, drammatico quando ricorda la lotta per sopravvivere dell’anziana. «Verso le 14 siamo andati in via Ponte Seveso 26, io sono entrato e ho accostato il portone condominiale e la porta della scala A per permettere a Gabriel di seguirmi — racconta il 44enne alla polizia —. L’ho aspettato sul pianerottolo del primo piano e quando mi ha raggiunto ho visto che aveva tirato su il cappuccio della felpa grigia e la mascherina.

 

Ho indicato a Gabriel la porta e lui ha proposto di coprire gli spioncini. Lo ha fatto usando uno scontrino che avevo in tasca del Carrefour. Ci siamo messi i guanti». I due a quel punto aspettano la loro preda, nascosti sul pianerottolo: «Dopo mezz’ora, quando la vecchietta è uscita Gabriel l’ha presa da dietro con un braccio intorno al collo e con l’altra mano le ha tappato la bocca. Siamo entrati in casa e ho chiuso la porta con le chiavi che erano inserite. Gabriel l’ha trascinata in sala e l’ha buttata a terra. La signora reagiva e provava a urlare. Il mio amico mi ha detto di prendere il coltello dalla tasca della sua felpa e di usarlo. Io con il manico le ho tirato due colpi alla testa».

 

I colpi mortali

Calero Ramirez racconta di non aver avuto il coraggio di ammazzare, ma forse è solo un tentativo di scaricare le responsabilità sul complice: «Gabriel mi ha detto di usare la lama ma io non me la sentivo perché non volevo ucciderla e allora, visto che la signora a terra continuava a urlare mi ha detto di tenerla ferma e di dare il coltello a lui. Gabriel col coltello l’ha colpita sulla nuca e sul collo.

Omicidio Fernanda Cocchi 2

 

La signora ha smesso di urlare, ho capito che era morta». I vigili del fuoco la troveranno sul pavimento con il cordone del ferro da stiro annodato al collo. Per il medico legale è possibile che i colpi letali siano stati sferrato proprio con la piastra dell’elettrodomestico. «Abbiamo iniziato a cercare soldi. Ho trovato un portafoglio in cucina, c’erano dentro 40 euro. Ho preso i soldi.

 

Abbiamo poi preso un paio di occhiali da sole, un altro portafoglio marrone da donna, vuoto, e un orologio color acciaio che ho trovato in camera da letto». È a quel punto che viene incendiato l’appartamento per eliminare le tracce: «Dopo avere cercato in tutta la casa, Gabriel ha deciso di dare fuoco usando l’accendino della cucina e una maglietta sintetica. Io non ero d’accordo, non ho fatto niente per bloccarlo e sono andato verso la porta di uscita».

 

Dopo il delitto

Omicidio Fernanda Cocchi 3

Il racconto del 44enne peruviano prosegue spiegando cosa è avvenuto dopo il delitto. Lui in quei giorni dormiva dalla sorella che abita al quarto piano della stessa palazzina della vittima.

 

E proprio nel palazzo Calero Ramirez verrà notato e fermato la mattina di sabato durante un sopralluogo dai poliziotti della Omicidi, diretti da Marco Calì e Alessandro Carmeli: «Gabriel è uscito dall’appartamento, poi sono uscito subito anche io e sono andato al quarto piano a casa mia a pisc.... Dopo qualche minuto ho raggiunto Gabriel alla fermata della 91. Scesi a Lotto abbiamo preso l’autobus 98 e siamo arrivati in piazzale Segesta. Siamo andati al parco dove ci siamo divisi i soldi rubati, 20 euro a testa, e abbiamo preso delle birre. Verso le 22 sono salito sulla 91 e mi sono addormentato. Sono arrivato a casa alle 7 di mattina».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”