“SONO FINITO NELLA LISTA NERA DI BERLUSCONI. MI HANNO SEGATO UN PO' DALLA TV” – ENRICO BERTOLINO SHOW: “È DIFFICILE FARE COMICITÀ E SATIRA IN QUESTO CLIMA. ADESSO IL COMICO SE LO TIRANO NEL PARTITO...I TONINELLI, I DE LUCA. QUANDO LE BATTUTE PIÙ BELLE LE FA QUELLO CHE DOVRESTI PRENDERE IN GIRO SEI FREGATO” – “LA PANDEMIA? ìGLI STRONZI SARANNO PIÙ STRONZI PER VIA DELL'ASTINENZA DURANTE IL LOCKDOWN” – “A SETTEMBRE CI SARÀ LA VENDETTA DELL’INFETTIVIOLOGO…”

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Renato Franco per il "Corriere della Sera"

 

ZELIG BERTOLINO MAGO FOREST BALTI ZELIG BERTOLINO MAGO FOREST BALTI

«I villaggi turistici erano originariamente il ritrovo dei single che volevano andare a cuccare. Nei Méditerranée le leggende narrano di mischioni notturni da bungalow a bungalow. Nella seconda ondata c'è stato il momento delle famiglie: tanta resa poca spesa, all inclusive. Se si può mangiare e bere senza limiti gli italiani sono pronti a prendersi il morbo di Montezuma.

 

A Santo Domingo bevevano Coca Cola in polvere mischiata con l'acqua locale: a metà settimana il villaggio risparmiava carne, perché mangiavano tutti riso». Enrico Bertolino sugli italiani (non solo in vacanza) ha scritto monologhi e spettacoli. La sua cifra è l'osservazione e il paradosso: cogliere il lato ironico e grottesco che è nella natura delle umane debolezze.

BERTOLINO BERTOLINO

 

E quest' anno che estate è?

«Andrò in Alto Adige per sentire un po' di tedesco perché ogni tanto mi viene la nostalgia di essere comandato. L'organizzazione teutonica è invidiabile, nel dirti che sei benvenuto ti ricordano che se ti comporti male verrai deportato in un'altra struttura. Sono già stato al Conero dove ho visto un bel turismo di ritorno. Ho trovato ragazzi bresciani e bergamaschi che non si fidavano di andare in vacanza a Ibiza e sono andati a Senigallia che non è proprio la stessa cosa. Il virus può offrire anche nuove opportunità...».

 

enrico bertolino enrico bertolino

 Il milanese è una tipologia a parte.

«Il milanese è faticoso a prescindere, adesso è incattivito. Lo diceva il mio amico sociologo Galimberti, non ne usciremo migliori, anzi gli stronzi saranno più stronzi per via dell'astinenza durante il lockdown a esercitare la professione di stronzi. Sto scrivendo un monologo sul fatto che andrà tutto ad minchiam . L'evasore fiscale non avrà una conversione sulla via di Binasco. Anche se ha usufruito di tutti i servizi che lo Stato gli ha offerto, non me lo vedo che improvvisamente si presenta all'Agenzia delle Entrate per dire che ha capito di aver sbagliato».

enrico bertolino le 50 giornate di milano enrico bertolino le 50 giornate di milano

 

Ha scritto un libro ( Le 50 giornate di Milano , edito da Solferino) in cui cercava di trovare il «buono» nella pandemia.

«Non mi piace il termine distanziamento sociale, che mi ricorda il campo di lavoro. Preferisco distanziamento socievole, Milano è sempre stata antesignana, mi ricordo che mia mamma quando le stavo troppo addosso mi diceva sta su de doss , ovvero stammi a un metro e non venirmi ad alitare sul collo. Ora, grazie al virus, sono obbligati a star distanti quelli che la mattina ti tossiscono il caffelatte sul collo in autobus: è un bel vantaggio».

 

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Lei ha portato in giro il suo «Instant Theatre», uno spettacolo di satira strettamente legata all'attualità, ora come si fa?

«È diventato "Distant Theatre", la stessa cosa ma a un metro. Satira alla giusta distanza. Faremo una serata al festival dell'Unità di Modena che è come fare uno spettacolo a Pompei: esiste il Festival dell'Unità ma non esiste più il giornale...

 

Parleremo di Unione europea, un consesso che ricorda quelle comitive che vanno al ristorante a mangiare, ma appena arriva Draghi con il conto iniziano a discutere: i frugali dicono che hanno preso solo la minerale, vogliono vedere chi ha preso cosa, mentre italiani e spagnoli sono quelli che chiedono subito le bottiglie di roba buona per tutti. La Merkel protesta perché lei beve la birra».

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Il comico per sua natura dovrebbe godere di immunità, invece ormai tutti si offendono per tutto...

«L'immunità non esiste più. Sui social decontestualizzano, spaccano una frase in due e se hai detto una cosa sbagliata nella prima o nella seconda parte ti massacrano. Il nostro compito però è quello di osare e rischiare. Troppo facile fare battute solo sulla vita di coppia».

 

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 Lei finì in una lista nera di comici fatta da Berlusconi. Che effetto le fa ripensandoci ora?

«Penso che in parte ci è riuscito perché mi hanno segato un po' dalla tv. Sono anche stato sfortunato perché quando fece l'elenco non si ricordava il nome e lo chiese a Bondi. Come se uno dicesse, c'era Hitler, Goebbels e come cavolo si chiama l'altro? Ah già Göring.

 

Mi è andata male, nelle foto segnaletica alcuni giornali non mi hanno neanche messo. Rai3 all'epoca campava su quella roba lì, i nostri eroi e martiri. Adesso il comico se lo tirano nel partito... i Toninelli, i De Luca. Quando le battute più belle le fa quello che dovresti prendere in giro sei fregato. È difficile fare comicità e satira in questo clima».

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Che settembre sarà?

«All'insegna della vendetta dell'infettivologo che andrà in giro a dire: io ve l'avevo detto».

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