piero di lorenzo coronavirus vaccino

“IL TRATTAMENTO RISERVATO AL NOSTRO VACCINO NON E’ STATO PROPRIO SERENO” - PIERO DI LORENZO, PRESIDENTE DI IRBM E PARTNER DI ASTRAZENECA: “QUALCHE NAZIONALISMO MEDIATICO HA PRODOTTO UNA COMUNICAZIONE DISTORTA E ORIENTATA, OLTRE AD AZIONI DI OSTRUZIONISMO COME GLI ATTACCHI HACKER CHE HANNO COLPITO ANCHE L'IRBM…LE DOSI CHE MANCANO? NON È COME PRODURRE PILLOLE. ASTRAZENECA STA FACENDO UNO SFORZO SOVRUMANO PER PRODURRE E DISTRIBUIRE 3 MILIARDI DI DOSI SENZA GUADAGNARE UN CENTESIMO…”

Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”

 

piero di lorenzo irbm

Si toglie qualche sassolino dalla scarpa Piero Di Lorenzo, presidente di Irbm, l'istituto di Pomezia che collabora con AstraZeneca nei test di controllo sul vaccino anti Covid, appena riscattato da Ema dall'accusa di aver causato morti per tromboembolia. Siete partiti col netto favore dei pronostici, a luglio 2020. Poi una serie di «frenate», lo stop temporaneo alla sperimentazione per due casi di malattia grave, che invece non avevano nesso con i test, infine la gaffe sulle dosi.

astrazeneca

 

Sfortuna?

 «Voglio pensare che sia un concentrato di casualità. Elenco altri fatti. Qualcuno oggi ha ricordato dei casi di mielite di cui sui giornali si è scritto per settimane, bloccando la sperimentazione per più di un mese? E che dire della dichiarazione divertita di un ricercatore che ha parlato di serendipity , di scoperta casuale? Si riferiva al protocollo sperimentale che aveva portato a dimostrare una efficacia del 91%, subito tradotto e qualificato invece come errore, quando errore non era. Ritenere che il trattamento riservato al nostro vaccino non sia stato proprio sereno non è un'affermazione esagerata».

astrazeneca

 

E il taglio delle dosi da consegnare all'Europa mentre i lotti andavano al mercato estero?

«Due premesse. La prima. Da italiano non riesco a essere neutrale. Perciò ritengo ovvio e giusto che il nostro Governo percorra ogni strada per procurarsi il maggior numero possibile di dosi per i nostri concittadini»

 

E la seconda?

«Non rappresento AstraZeneca e ho la facoltà di ricordare un "dettaglio", per dirla con ironia, che sta passando quasi inosservato. L'azienda sta facendo uno sforzo sovrumano, dopo aver gestito tutta la sperimentazione clinica, per organizzare la produzione e la distribuzione di 3 miliardi di dosi del vaccino senza guadagnare un centesimo».

 

piero Di Lorenzo

Siamo sicuri?

«Sottolineo questa frase: senza guadagnare un centesimo. Sento tanti discorsi sul vaccino inteso come bene comune e sulla necessità di consentire a tutti di vaccinarsi per dovere etico nei confronti della collettività. Ebbene una multinazionale fa questa scelta e l'iniziativa viene metabolizzata come se rinunciare a un pacco di miliardi di dollari fosse una ovvietà».

vaccino astrazeneca

 

Ma le dosi da consegnare all'Europa si sono assottigliate troppo.

«Purtroppo, fare vaccini non è come fare pillole: è un processo vivo la cui resa è sempre sconosciuta fino a quando non si comincia a ragionare su scala industriale. I contratti sono stati firmati prima di avere tali conoscenze. Poi una serie di problemi nella messa a punto del processo produttivo nel sito belga ha provocato le conseguenze che stiamo vivendo. Infine, penso che la Brexit non abbia affatto aiutato la soluzione dei problemi. Lorenzo Wittum, presidente di AstraZeneca Italia, sta facendo l'incredibile perché sia garantito al nostro Paese il maggior numero di dosi possibile».

piero di lorenzo irbm

 

Il prezzo politico a 2,80 euro del vaccino (molto più basso di quelli di Moderna e Pfizer) ha determinato ostruzionismo da parte delle aziende concorrenti?

«Scherza? Sulla estraneità di Pfizer e delle altre multinazionali rispetto alle perplessità che ho espresso metterei la mano sul fuoco. Al massimo qualche banda locale può aver strumentalizzato il prezzo di vendita nel quale non è stato incluso alcun profitto per AstraZeneca, per far passare l'idea che fosse dovuto a un'efficacia minore. Penso inoltre che qualche nazionalismo mediatico esasperato possa aver prodotto una comunicazione distorta e orientata, oltre a concrete azioni di ostruzionismo come gli attacchi hacker che hanno colpito anche l'Irbm».

vaccino astrazeneca 1

 

Un errore il prezzo basso?

«Sono molto orgoglioso di aver condiviso questa splendida avventura con partner prestigiosi che hanno oltretutto dato prova di un tale senso etico come la Oxford University e AstraZeneca».

 

Quanto ci ha rimesso Irbm?

«Per fortuna la comunità scientifica, nostro riferimento industriale, conosce bene la realtà. I benefici e i vantaggi che il Gruppo Irbm ha ricevuto e sta ricevendo da questa operazione sono talmente grandi che a volte, guardandomi intorno, me ne vergogno. Abbiamo avuto una straordinaria opportunità di crescita in un contesto così drammatico».

 

irbm science park pomezia

Quali saranno le conseguenze di questi allarmi? La gente ha già cominciato a diffidare del vaccino.

«Sì, è innegabile che questa serie di allarmi concorra a creare un clima di sfiducia e di incertezza che si traduce in perplessità verso tutti i soggetti dell'operazione vaccinale. Mi rincuora la certezza che i medici e gli scienziati, a parte qualche eccezione irrilevante, siano ben convinti di quanto sia efficace e sicuro il vaccino che AstraZeneca sta distribuendo nel mondo».

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…