fiammetta borsellino paolo borsellino via d'amelio nino di matteo guido lo forte pietro giammanco

VIA D'AMELIO? IL PIÙ GRANDE DEPISTAGGIO E IL PIÙ GRANDE ERRORE GIUDIZIARIO DEL NOSTRO PAESE” – FIAMMETTA BORSELLINO MENA DURO SUI “PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA” E SUI MAGISTRATI CHE HANNO CREATO CARRIERE SULLE STRAGI DI MAFIA DEL ’92: “ANTIMAFIA VUOL DIRE DISVELAMENTO DI TUTTE LE CONNIVENZE A TUTTI I LIVELLI ISTITUZIONALI, COMPRESA LA MAGISTRATURA. SAREBBE STATA AUSPICABILE UN'ATTIVITÀ D'INDAGINE DEL CSM”

Filippo Facci per "Libero quotidiano"

 

paolo e fiammetta borsellino

Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, lunedì sera ha detto che l'antimafia non può diventare un potere - com' è da almeno trent' anni - e ha detto che non può diventare un trampolino per facili carriere che orientino abusi e rendite di posizione - com' è da almeno trent' anni - e lo ha detto a Palermo durante un convegno titolato «Ripensare la mafia - Ricostruire l'antimafia» organizzato dalla - l'intercalare è stucchevole - Commissione antimafia dell'Assemblea regionale. Ha detto anche altro: «Penso fermamente che antimafia voglia dire disvelamento di tutte le connivenze a tutti i livelli istituzionali, compresa la magistratura». Parentesi: Fiammetta Borsellino si può anche ascoltarla, visto che è tra le poche a non aver trasformato la sua parentela in una professione.

FILIPPO FACCI

 

ESPERIENZE DURE Era giovanissima quando assieme alla famiglia fu sbattuta all'Asinara dall'oggi al domani: suo padre e Giovanni Falcone, che figli non ne aveva, dovevano scrivere l'ordinanza per il Maxiprocesso contro la mafia, e a Fiammetta venne l'anoressia psicogena, scese sotto i trenta chili. Poi suo padre esplose in via D'Amelio mentre lei era in Thailandia, 19enne: a prenderla a Fiumicino, dopo il volo da Bangkok, andò Pietro Grasso. Non fece una carriera antimafiosa, ma, dopo gli studi, andò a lavorare ai Servizi sociali.

 

antonino di matteo

Da qualche anno però è molto incazzata, soprattutto dopo il fallimento epocale del processo sulla strage di via D'Amelio - quella che uccise anche suo padre - portato avanti dal carrierista antimafia per eccellenza, Antonino Di Matteo, che per 15 anni diede credito a un falso pentito che dapprima fece condannare all'ergastolo svariati innocenti e non credette, Di Matteo, né alla ritrattazione del falso pentito e tantomeno ai dubbi di Ilda Boccassini.

 

pietro giammanco e paolo borsellino

Ma torniamo a quanto ha detto Fiammetta Borsellino, visto che, a suo dire, sulla strage e sul processo di via D'Amelio «sarebbe stata auspicabile un'attività d'indagine da parte del Consiglio superiore della magistratura: il comportamento omissivo di quest' organo è un dato di fatto, non una mia opinione». Di quali omissioni parla? Non occorre scervellarsi, lo ha detto lei: parlava del «più grande depistaggio e il più grave errore giudiziario del nostro Paese», appunto il processo su via D'Amelio, e non dimeno il «terribile clima all'interno della Procura di Palermo retta da Pietro Giammanco, peraltro mai sentito dalla magistratura».

guido lo forte

 

Chi è Pietro Giammanco? È l'uomo che divenne procuratore capo di Palermo al posto di Giovanni Falcone - seguendo un discutibile criterio di anzianità - ed è la toga di amicizie andreottiane che umiliò ancora Falcone e Borsellino nello spezzettare le loro indagini e tutte quelle del pool antimafia, quello che aveva istruito lo storico e vincente Maxiprocesso a Cosa Nostra. Borsellino, peraltro, il 28 giugno 1992 - Falcone era morto da un mese - apprese che un'informativa del Ros, spedita alla Procura di Palermo alla persona di Pietro Giammanco, indicava lui, Paolo, tra i possibili bersagli di un attentato mafioso: e Giammanco non gli aveva detto niente.

 

Il giorno dopo, Borsellino si precipitò in procura a protestare, sferrò persino un pugno sul tavolo: il procuratore Capo farfugliò qualcosa, poi rimase in silenzio. Giammanco è sempre stato fumo negli occhi anche per l'antimafia professionale: basti ricordare le intemerate rivolte contro di lui da Leoluca Orlando. Alla ciambella però è sempre mancato il buco, perché Giammanco aveva un braccio destro che si chiamava Guido Lo Forte, altro futuro eroe dell'antimafia - istruì il processo Andreotti - dopo che a Pietro Giammanco subentrò Giancarlo Caselli.

 

fiammetta borsellino

DEPISTAGGI Un contrasto stridente, un salto della quaglia mai ben spiegato: proprio in questi giorni, peraltro, Lo Forte e Caselli hanno mandato in libreria un volume a doppia firma. Ma il legale della famiglia Borsellino - quindi anche di Fiammetta - meno di un mese fa accusò Lo Forte di aver firmato, nel 1992, la richiesta di archiviazione del dossier Mafia-appalti- in pratica la tangentopoli siciliana - che molti ancor oggi ritengono all'origine delle vere ragioni per cui saltarono in aria Falcone e Borsellino.

 

Guido Lo Forte è in pensione dal 2016, ma il processo sul depistaggio del processo di via D'Amelio è in corso, e a qualche domanda ha dovuto rispondere. «Penso che il depistaggio, la sua funzione fondamentale, l'abbia praticamente svolta» ha detto ancora Fiammetta Borsellino, «e cioè quella di compromettere quasi per sempre il raggiungimento della verità... Dopo trent' anni muoiono testimoni e le prove si sbriciolano. Il depistaggio avviene per un concorso di omissioni o di lavoro fatto male».

 

via d'amelio

La Borsellino ha fatto un rapido accenno ai casi di Silvana Saguto (altra «antimafia» condannata in primo grado a 8 anni per molteplici reati) e all'ex numero uno della Confindustria siciliana Antonello Montante (altro ex «antimafia) già condannato a 14 anni per dossieraggio. Ma, lunedì sera, tutti sapevano che la Borsellino che aveva in mente altro, il suo legittimo pensiero fisso: ossia la pseudo-giustizia che una folta schiera di magistrati, per decenni, ha spacciato per verità, primo tra tutti il carrierista antimafia per eccellenza, Antonino Di Matteo, passato poi al delirante e fallito processo «Trattativa», passato poi alla Direzione nazionale antimafia non è chiaro in base a quali meriti, teorico ministro dell'Interno secondo i desiderata dei 5 stelle, cittadino onorario della città di Roma governata da Virginia Raggi. Un uomo premiato per i suoi fallimenti, nella miglior tradizione della magistratura italiana, «antimafia» o altro che sia.

borsellino scortaFIAMMETTA BORSELLINOFILIPPO FACCIfalcone borsellinoPAOLO BORSELLINO CON LA FAMIGLIAborsellino scortafiammetta borsellinopaolo borsellino antonio ingroiafiammetta borsellinogiovanni falcone paolo borsellinoSTRAGE DI VIA D'AMELIOstrage borsellino via d'amelioSTRAGE DI VIA D'AMELIO - I SOSPETTI CHE HANNO POTUTO TRAFUGARE L'AGENDA ROSSA DI BORSELLINOPALERMO 19 LUGLIO 1992 - STRAGE IN VIA D'AMELIOPAOLO E FIAMMETTA BORSELLINO

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...