volodymyr zelensky vladimir putin

“ZELENSKY RASSOMIGLIA AL SUO NEMICO PUTIN" – DOMENICO QUIRICO: “STESSI METODI SPICCI, STESSA INSOFFERENZA PER LE REGOLE DEL POTERE COLLETTIVO. IL PRESIDENTE UCRAINO IN FONDO COME PUTIN ESISTE IN QUANTO COMBATTE, PROMETTE DI VINCERE, CONCENTRA TUTTO SU SÉ STESSO. IN LUI CRESCE LA TENTAZIONE EGOMANIACALE DI FARSI UN ASILO DI QUESTA SUA GABBIA DI POTERE ASSOLUTO. COSÌ NON RIESCE PIÙ A SENTIR SOLLIEVO CHE DIETRO QUELLE SBARRE DI DECISIONISMO CHE LO RENDONO SIMILE ALL'AVVERSARIO…”

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “La Stampa”

 

VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN

È un episodio perfetto del diario della Guerra Tiepida, ovvero non più fredda ma non ancora caldissima, quella che incombe da più di due anni sul mondo con il tira e molla delle armi, in bilico tra bisbigli di necessità della pace, robuste grida di forza e soprattutto cifre di morti. Di fronte a questo avvenire inconoscibile perché sbarrato dalla contraddizione nucleare sembra minutaglia il rimpasto "staliniano" di Zelensky: licenzia mezzo governo, così, senza dar spiegazioni a nessuno, nemmeno ai suoi concittadini, come lo autorizza la legge marziale, per carità.

 

ARMI ALL UCRAINA - VIGNETTA BY ANDREA BOZZO - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Chi gli è nemico, e non sono pochi e forse i più pericolosi per lui sono proprio tra coloro che per calcolo lo incensano, potrebbe maliziosamente pensare: guarda, guarda come alla fine rassomiglia al suo nemico Putin, stessi metodi spicci, stessa insofferenza per le buone regole del potere collettivo... Ma forse è interessata malizia.

 

Zelensky dunque vuole rifondarsi, farsi nuovo per l'ennesima volta pezzo per pezzo, per continuare a esistere in questa tragedia come una macchina autarchica che si alimenta di sé stessa, dei propri estri, intuizioni, fermezze. E tragici errori. Che poi per far questo debba per forza servirsi di materiali tratti dalla natura del nemico, è il suo limite e forse umanamente la sua dannazione.

 

putin zelensky macron

[…] L'inutile, scenografico azzardo di Kursk, è stata una manovra strategica tentata con un nemico che non aveva un fianco debole, nell'alfabeto bellico più che una sciocchezza. Ma serviva a mettere in ombra il progressivo disastro dell'avanzata russa nel Donbass con cadenze che sembrano inesorabili. La purga bolscevica di ministri che fino a ieri venivano raccontati come efficaci e fedelissimi allontana invece lo sguardo da mugugni stanchezze esaurimenti sul fronte interno.

 

volodymyr zelensky

In un cammino tragico come la guerra, soprattutto questa guerra, le decisioni più elementari di chi ha il potere, a Mosca e a Kiev, nascono e crescono in una insondabile oscurità, vi si fondono e si legano secondo affinità arcane di cui percepiamo solo i rapidi bagliori della burrasca.

 

Così nella sua assoluta clausura militaresca Zelensky gioca la scommessa di suscitare e risuscitare ogni volta l'impossibile mito della Vittoria totale. Da mattatore mai stanco, via via che vede a crescere attorno a sé perplessità e impicci spande sillabe di sicurezza al vento, esorcizza le tentazioni interne ed esterne della rassegnazione, della morta quiete di una guerra rassegnata all'usura, legata sopraffatta, progressivamente consunta e sperperata nel tempo.

 

MURALE BACIO PUTIN ZELENSKY 1

[…] Cresce la tentazione egomaniacale di farsi un asilo di questa sua gabbia di potere assoluto. Così non riesce più a sentir sollievo che dietro quelle sbarre di decisionismo e di consenso obbligatorio che dovrebbe invece evitare con accuratezza. Portano in un vicolo cieco. Perché a poco a poco inesorabilmente ne corrompono la causa e lo rendono simile all'avversario.

 

Il ferro più lucido e la ruggine sono molto vicini. I governi, come i metalli, di brillante hanno spesso solo le superfici.

PUTIN ZELENSKY

Il nuovo Zelensky si sovrappone a quelli precedenti, l'eroe che non è fuggito di fronte all'invasore, il baluardo del mondo libero, il catalizzatore della lotta titanica contro l'autarchia universale. Non lo sfiora il dubbio di aver sbagliato calcoli, il dubbio che gli avvenimenti non siano della stessa natura di quelli che attendeva, che talora si combatte con le spalle al nulla. Tutto ciò che non è la guerra e la vittoria assoluta per lui è illogico e immorale. E ogni volta la fatica e l'ansia di verificare se amici e nemici, alleati e denigratori, hanno di nuovo abboccato al suo amo.

LA VIGNETTA DI VAURO SU ZELENSKY E PUTIN

 

[..] Zelensky in fondo come Putin esiste in quanto combatte, promette di vincere, concentra tutto su sé stesso, lo amplifica e lo esagera in una vegetazione personalistica.

 

[…] Se non si vince beh, è colpa dei ministri incapaci e corrotti, dei generali che non osano l'inosabile, degli europei attaccati al borsellino e alla paura di risvegliare l'era dei megatoni. Bisogna allora cancellarli subito, come un attore che capitato a recitare una cattiva parte, butta via con rabbia il costume. Spunta una ortodossia del Capo, spiccia e bizzosa a cui non resistono a lungo nemmeno coloro che fino a ieri erano i piccoli abati del presidente guerriero.

[…]

MEME ZELENSKY PUTINvladimir putin volodymyr zelenskyzelensky putinvolodymyr zelensky e vladimir putin 1volodymyr zelensky e vladimir putin 2putin zelensky

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)