roberto maroni attilio fontana matteo salvini

LEGA-MI MA DI INCHIESTE STRAZIAMI ­– IN LOMBARDIA È PARTITO L’ASSALTO AL CARROCCIO! DAI SOLDI ALLA “FILM COMMISSION” AI CAMICI DEL COGNATO DI FONTANA, PER I QUALI SPUNTA UNA DETERMINA CON CUI IN PIENA EMERGENZA COVID VENIVA ASSEGNATO UN POTERE ASSOLUTO DI SPESA AL DIRETTORE DI “ARIA” BONGIOVANNI (CHE HA FATTO ACQUISTI PER 600 MILIONI) – DOPO OTTO ANNI DI DOMINIO INCONTRASTATO AL PIRELLONE IL “SISTEMA LEGA” VIENE PICCONATO DELLA MAGISTRATURA

filippo bongiovanni aria lombardia

Paolo Colonnello e Monica Serra per “la Stampa”

 

L'ultima sorpresa per la procura di Milano nell'inchiesta sui camici venduti e poi donati dal cognato del presidente Attilio Fontana, è stata la scoperta di una "determina", cioè un atto d'indirizzo del governatore non sottoposto al voto della giunta, con la quale l'8 aprile scorso, in piena emergenza Covid, veniva assegnato a Filippo Bongiovanni, direttore generale di Aria, la società regionale adibita agli acquisti, un potere quasi assoluto di spesa. Bongiovanni, ora dimesso, avrebbe fatto acquisti per quasi 600 milioni di euro, molti necessari, alcuni superflui o addirittura farlocchi.

SALVINI MARONI E ATTILIO FONTANA

 

Come racconta per esempio l'inchiesta di Lecco su un imprenditore con mille euro di capitale che si è visto assegnare (e pagare sull'unghia) una commessa da 14 milioni di euro per mascherine nemmeno tutte consegnate. Da Lecco a Milano, da Pavia a Bergamo, per il Carroccio ultimamente è un assedio. Almeno una volta insieme alle inchieste aumentava anche il consenso.

 

andrea gambini

 

Adesso invece a moltiplicarsi sembrano essere solo le indagini, proprio nei territori considerati feudi leghisti, ovvero Bergamasca e Varesotto. Non è un caso dunque che nei decreti che ieri hanno accompagnato l'emersione della nuova inchiesta sul San Matteo di Pavia e i rapporti con Diasorin, i pm si propongano di «far luce sui legami politici» indicando tra i possibili «trait d'union» il direttore generale dell'Istituto Insubrico di Gerenzano, Andrea Gambini, già commissario della Lega varesina.

 

roberto maroni attilio fontana matteo salvini

Poi ci sono le inchieste sulla mancata zona rossa di Nembro e Alzano, sui morti nelle Rsa, sui camici forniti agli ospedali lombardi, sulla vendita di capannoni, su finanziamenti irregolari. Indagini che non di rado lambiscono lo stesso Fontana, sentito finora come testimone, archiviato per un presunto favore reso all'ex socio di studio, e ora sotto esame per la storia della fornitura dei camici fatta dal cognato Andrea Dini alla Regione.

 

andrea dini

Ma non è tanto Fontana, innocente fino a prova contraria, il problema principale dell'assedio giudiziario. Ad essere in crisi sembra essere, dopo 8 anni di dominio incontrastato sul Pirellone, l'intero "sistema Lega", ovvero quel coacervo di interessi e potere, che da anni costituisce l'intreccio indispensabile per poter occupare le poltrone che contano nell'ufficio più alto di Milano.

 

matteo salvini a cervia con l'ex compagna giulia martinelli

Dove si muovono, oltre ai "front man" della politica, uomini e donne molto lontani dai riflettori cui vengono attribuiti però grandi poteri. Come nel caso della nuova "zarina" del grattacielo di Palazzo Lombardia, Giulia Martinelli, capo della segreteria del governatore nonché ex consorte di Matteo Salvini e quindi, in virtù di questo legame, considerata influentissima nelle scelte che contano.

 

il capannone di cormano acquistato dalla lombardia film commission 2

Così come ad essere finiti nel mirino della magistratura sono esponenti poco noti al grande pubblico ma di primissimo piano nel Carroccio, per esempio i due commercialisti bergamaschi Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, rispettivamente revisore legale del gruppo Lega al Senato e direttore amministrativo di quello alla Camera, collaboratori del tesoriere del partito Giulio Centemero, per il quale nel dicembre scorso la Procura di Milano aveva chiesto un processo per finanziamento illecito, relativo a un finanziamento di 40mil euro da parte di Esselunga.

alberto di rubba 1

 

I nomi dei suoi due collaboratori commercialisti emergono anche nell'inchiesta genovese sulla scomparsa dei famosi 49 milioni di rimborsi e sono ora indagati per la vicenda della compravendita gonfiata di un immobile acquistato da una società della Regione, la Lombardia Film Commission, per 800 mila euro.          

filippo bongiovanni aria lombardia

luca sostegni lombardia film commission

 

giulia martinelli al votogiulia martinelli matteo salvinigiulia martinelli matteo salvinigiulia martinelli maroni

bossi salvini maronimaroni fontanail capannone di cormano acquistato dalla lombardia film commissionil capannone di cormano acquistato dalla lombardia film commission 1

alberto di rubba roberto maroni matteo salvinisalvini maroniandrea dini attilio fontana ANDREA DINI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...