ingressi con mascherina e termo scanner a san pietro

E LIBERACI DAL COVID, AMEN - IL PRIMO GIORNO DI MESSE A SAN PIETRO E AL DUOMO DI MILANO: AL POSTO DELL' ACQUA SANTA AD ACCOGLIERE I FEDELI IL GEL IGIENIZZANTE, A SOSTITUIRE I CHIERICHETTI VOLONTARI CON LA PETTORINA FLUO SMISTANO IL PERCORSO DEI FEDELI TRA LE SEDIE ALTERNATE - IN VATICANO I PRETI NON HANNO I GUANTI PER LA COMUNIONE, MA CHI VUOLE PREGARE SULLA TOMBA DI GIOVANNI PAOLO II NEL CENTENARIO DELLA NASCITA DEVE…

 

1 - CON I POCHI FEDELI DI PIAZZA SAN PIETRO “PRETI SENZA GUANTI PER LA COMUNIONE”

Domenico Agasso jr e Salvatore Cernuzio per “la Stampa

sanificare i putti di san pietro

 

«Giovane, senza mascherina non si entra». I controlli, e i toni, sono rigorosi e anche un po' spicci nel primo giorno di riapertura della Basilica di San Pietro, dopo 69 giorni di lockdown. Con il tempio della cristianità si sono spalancate le porte delle chiese in tutta Italia per la messa «dal vivo» dopo tante dirette streaming. Parole d' ordine: distanziamento, igienizzante per le mani e protezioni per bocca e naso. I primi visitatori fanno la fila alla Porta del Filarete al mattino presto.

 

Entrano subito dopo la messa di Papa Francesco sulla tomba di Giovanni Paolo II. Qualcuno attende pregando in ginocchio. Sono circa 200 gli ingressi dopo ore, numeri esigui considerando gli 11 milioni di turisti all' anno. Si tratta soprattutto di romani venuti alle celebrazioni nelle cappelle laterali. E c' è chi fa notare che «qualche prete non indossa i guanti per la Comunione. Nessuna violazione, sappiamo che il protocollo non vale per il Vaticano: ma si tratta di dare il buon esempio».

messa di papa bergoglio in memoria di wojtyla

 

Se davanti alla Pietà di Michelangelo c' è solo una suora che scatta foto, alla tomba del Papa polacco è necessaria la presenza di un «sampietrino», uno degli uomini che si occupano del flusso di gente: «Lo spazio è piccolo, li facciamo entrare 18 alla volta, due per banco». Il corridoio centrale è inaccessibile, è stato allestito un percorso obbligato di entrata e uscita. Transennata pure la famosa statua bronzea di san Pietro alla quale, secondo la tradizione, bisogna toccare il piede destro come atto di devozione: troppo rischioso lasciare che i pellegrini mettano le mani sullo stesso punto. Pure le cripte e la Cupola rimangono serrati, mentre è aperto il Museo del Tesoro. Il biglietto costa 5 euro, senza riduzioni. Con il negozio di souvenir, rappresenta, insieme alla Cupola, l' unica fonte di introiti di San Pietro.

 

Mai così preziose, considerando che con la pandemia si prevede un calo delle entrate Oltretevere tra il 25 e il 45%.

L' ingresso del Museo è il solo punto interno con il termoscanner. L' altro è fuori, sotto il Colonnato. Il percorso è evidenziato in giallo, costellato da colonnine di gel igienizzante. Adesivi arancioni marcano la distanza da mantenere nelle file. Se non superano i 37 gradi e mezzo, i visitatori vengono indirizzati ai metal detector. Molti vanno a confessarsi. Sulla retina che separa il fedele dal prete sono state applicate protezioni in plexiglass. Una soluzione non proprio comoda: «Tanti parlano ad alta voce, quasi li confessiamo noi» scherza Lucio, membro della vecchia Guardia palatina.

ingressi con mascherina e termo scanner a san pietro

 

Uscendo dalla Basilica, mentre il sole scalda ancora Roma, l' impatto visivo non è propriamente quello di una «ripartenza»: piazza San Pietro è deserta. È ancora chiusa. «Ma per poco», ci assicura un monsignore: «La riapertura è imminente». Lo sfondo è in armonia: via della Conciliazione «non è così vuota e desolante neanche di notte».

 

 

2 - LA CHIESA RITROVA I FEDELI: LA PRIMA COMUNIONE CON GUANTI E MASCHERINA

Marta Bravi per “il Giornale

 

Una messa in guanti e mascherina nessun parroco si sarebbe mai immaginato di celebrarla. Al posto dell' acqua santa ad accogliere i fedeli all' ingresso il gel igienizzante, a sostituire i chierichetti volontari con la pettorina fluo smistano il percorso dei fedeli tra le sedie alternate. Ecco la messa in versione Covid nel primo giorno di riapertura delle chiese e delle cattedrali di tutta Italia, da San Pietro al Duomo di Milano.

 

Storie, situazioni, architetture diverse da Nord a Sud, ad accomunarle la stessa atmosfera. «È con dolore e sofferenza che rinunciamo al segno di pace, che rinunciamo a cantare, che prendiamo l' eucaristia.

 

distanziamento a san pietro

Non siamo certo abituati, l' eucaristia è contatto umano, a questo non siamo abituati. D' altronde questo è un periodo strano, nessuno di noi l' ha scelto, ma è così». Parola di don Renzo, parroco di frontiera, che ieri mattina alle 8,30 ha celebrato la prima messa di questa fase 2.

 

Siamo al Giambellino, alla periferia sud ovest di Milano di fronte case Aler, a fianco le macellerie islamiche. In chiesa entra ordinatamente una ventina di fedeli, anziani per la maggior parte, ma anche uomini in abito.

Filtra la luce dai fori della chiesa in cemento armato, il portone sormontato dal celebre lenzuolo «Mediterraneo=morti. Basta!» come da regolamento è aperto, e lascia entrare il rumore assordante del taglia erba.

 

ingressi con mascherina e termo scanner a san pietro

Don Renzo parla senza microfono, «perchè se no lo dovrei igienizzare», «per piacere non vi muovete durante la messa» e «non lasciate sulle sedie il libretto delle liturgie» si raccomanda. Si percepisce fatica, senso di straniamento e dolore, per l' incubo che Milano, i lombardi e l' Italia tutta hanno attraversato, e una strana sensazione di sospetto per un virus che sembra non voler mollare la presa.

 

«Non c' è certo un clima da gita scolastica, al termine della messa tornate a casa, evitate gli assembramenti - continua il don nella predica - e non fermatevi a chiacchierare davanti alla chiesa». Quasi che quell' atmosfera di festa per il progressivo ritorno alla normalità ancora nessuno se lo potesse permettere. La comunione, che dovrebbe essere una «festa di fede», così non è: l' ostia viene lasciata cadere dal parroco, ««armato» di gel, guanti e mascherina sulla mano avvolta dalla plastica dei fedeli. «Aspettate che mi sposti prima di alzare la mascherina, capito? Non davanti a me» scandisce don Renzo.

messa al duomo di perugia

 

Un' enorme incombenza è caduta sulle spalle dei preti e dei vescovi che ora si trovano a essere responsabili, almeno in parte, della salute dei loro fedeli. Monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, curvo sotto il peso del primato della diocesi con il maggior numero di vittime da coronavirus tira un mezzo sospiro di sollievo: «Oggi dopo 79 giorni è la prima volta che non c' è un morto per Covid, la bella notizia, nel giorno della riapertura delle messe al popolo, ha aperto il cuore ai piacentini». Sul territorio le messe sono concentrate al pomeriggio in settimana, in mattinata c' è stata una celebrazione in cattedrale: «Non ci sono stati problemi. La paura è ben presente. Anche in vista delle domeniche occorrerà vincere i timori: queste norme sono importanti non solo per evitare il contagio, ma anche per vincere la paura».

 

duomo di milano la prima messa

Nel Duomo di Milano circa un centinaio di fedeli si sono alternati per partecipare alle cinque funzioni della prima giornata, a loro è stata anche misurata la temperatura in ingresso. Più fedeli del solito considerato il giorno feriale, tutti con la mascherina, pochissimi coi guanti nella Chiesa della Malpensata di Bergamo: «C' erano una cinquantina di fedeli - osserva don Claudio Del Monte - chi li ha mai visti così tanti nei giorni feriali? Ma la voglia di riprendere era tanta».

 

messa coronavirussanificazione chiesa 1sanificazione chiesa

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA