fasciani carmine

MA ALLORA LA MAFIA A ROMA ESISTE (SOLO CHE STA A OSTIA) - IL BOSS DEL CLAN DEI FASCIANI CONDANNATO A 27 ANNI IN CASSAZIONE, MENTRE STANOTTE SONO STATI ARRESTATI GLI ULTIMI AFFILIATI RIMASTI IN LIBERTÀ. CON I VERTICI IN GALERA, LA DOMANDA È: ORA CHI SI PRENDERÀ OSTIA? A PIAZZA GASPARRI REGNA COME SEMPRE OMERTÀ E SILENZIO, MA SI SCALDANO SIA I NIPOTI 'RAMPOLLI' SIA LE GANG RIVALI

1. FASCIANI, ARRESTATI FRATELLO E FIGLIA DEL BOSS

Mirko Polisano per ''Il Messaggero''

 

 

L' OPERAZIONE

PIAZZA GASPARRI OSTIA

È notte fonda quando i lampeggianti della polizia entrano in piazza Gasparri. «Li stanno annà a prendere», sussurra chi nonostante l' ora tarda sta rientrando a casa. Gli agenti della Squadra Mobile di Roma sono arrivati a Ostia per arrestare sei esponenti del clan Fasciani dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto la mafiosità dell' organizzazione criminale che operava sul litorale romano.

 

A finire in manette - in esecuzione degli ordini di carcerazione - sono stati Terenzio Fasciani, 65 anni, fratello del noto boss Carmine, condannato alla pena di 6 anni e 9 giorni di carcere per associazione di tipo mafioso e detenzione illegale di armi aggravata dal metodo mafioso. Insieme a lui è stata arrestata Azzurra Fasciani, figlia di Carminuccio (altro soprannome del capoclan, ndr) 35 anni, condannata, a seguito di rideterminazione della pena, a 2 anni e 2 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso.

carmine fasciani

 

Arrestati nella notte anche John Gilberto Colabella, 35 anni, condannato alla pena di 13 anni di carcere per associazione di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e detenzione illegale di armi aggravata dal metodo mafioso; Danilo Anselmo, 43 anni, condannato in via definitiva alla pena di 7 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga; Eugenio Ferramo, 35 anni, condannato alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga; Mirko Mazzoni, 39 anni, condannato alla pena di 6 anni e 8 mesi di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.

 

L' INDAGINE

Fratello e figlia del boss in carcere, dunque, e con loro altri quattro affiliati del clan. Erano gli ultimi in libertà. Un' operazione complessiva che vede condannate 13 persone, boss compreso.

FASCIANI OSTIA

L' inchiesta «Nuova Alba» partì nel luglio del 2013 e portò alla disarticolazione del clan. Droga, usura ed estorsioni erano il core business dei Fasciani, la famiglia egemone di Ostia e ora completamente «decapitata» come organizzazione.

 

Adesso gli appetiti si fanno ghiotti per i rivali che puntano a prendersi la piazza di Ostia. Dai clan legati ai casalesi, nella vicina Acilia ai calabresi, i luogotenenti legati alle ndrine del reggino, che proprio sul litorale hanno iniziato a smerciare la «coca». Ostia si conferma l' area della Capitale più esposta alle infiltrazioni della malavita, uno dei nodi strategici del narcotraffico. Ne basta - ed è questo quello che temono gli inquirenti - per far iniziare una nuova guerra tra bande, volta al controllo del territorio.

 

LA RETE

CARMINE FASCIANI

I Fasciani controllavano tutto: dagli stabilimenti ai medici, come un professore del Gemelli che forniva al clan certificati falsi utili per far uscire boss e affiliati dal carcere. Tra gli eredi di Fasciani potrebbero esserci alcuni nipoti, i cosiddetti «rampolli» di famiglia. Ma anche tanti rivali, disposti a tutto pur di «prendersi Ostia».

 

 

 

2. CARMINE FASCIANI CONDANNATO CON L'AGGRAVANTE MAFIOSA

Mirko Polisano per ''Il Messaggero''

 

Ostia è sempre stata la loro terra di conquista, la roccaforte dove comandavano e da cui facevano partire la droga non solo per rifornire il litorale ma anche interi quartieri della Capitale. Poi aggressioni, agguati ed estorsioni ai commercianti. La famiglia Fasciani sul mare di Roma è sempre stata un’organizzazione criminale ben serrata a cui ieri la Cassazione ha riconosciuto l’aggravante mafiosa. Sono state rese così definitive le 10 condanne nei confronti di persone affiliate al clan di “don” Carmine. La Suprema corte ha in gran parte confermato la sentenza della Corte d’appello di Roma del 4 febbraio scorso.

 

LE PENE

SABRINA FASCIANI

Oltre 27 anni di reclusione al ‘ras’ Carmine Fasciani, originario di Capistrello ed ex fornaio che ha fatto la sua fortuna sul mare di Roma con usura e cocaina. Dodici anni e 5 mesi alla moglie Silvia Franca Bartoli, 11 anni e 4 mesi alla figlia Sabrina e 6 anni e dieci mesi all’altra figlia Azzurra. Il collegio della seconda sezione penale della Cassazione, presieduta da Giovanni Diotallevi, ha condannato anche Alessandro Fasciani, nipote di Carmine, a 10 anni e cinque mesi (con uno sconto di pena di un mese), Terenzio Fasciani (8 anni e mezzo), Riccardo Sibio (25 anni e mezzo), Luciano Bitti (13 anni e tre mesi), a John Gilberto Colabella 13 anni, Danilo Anselmi 7 anni.

 

Ci sarà un nuovo processo per la determinazione della pena, invece, per Mirko Mazzoni ed Eugenio Ferramo. «Nei loro confronti - spiega il legame di Ferramo, Francesco Monarca - c’è stato un annullamento con rinvio della pena». È la seconda volta che la Cassazione si esprime sul processo al clan del litorale. Il 26 ottobre 2017 la Suprema Corte aveva annullato con rinvio le condanne, disponendo di fatto un Appello bis per valutare l’esistenza della mafia che nel precedente secondo grado era caduta. Con la sentenza di oggi diventano definitive condanne per circa 140 anni.

alessandro fasciani

 

IL METODO

Le accuse sono quelle a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, droga, usura ed estorsioni. Il leader indiscusso del clan è sempre stato «don» Carmine, abruzzese di Capistrello, 69 anni, pluricitato in tutte le relazioni antimafia (da quelle della Dia a quelle redatte in Parlamento) a Ostia da quando era giovanissimo. Negli anni Settanta «don» Carmine ha ufficialmente una panetteria, ma è già vicino alla banda della Magliana dove si occupa del settore «soldi a strozzo». Poi, dagli Ottanta in poi, l’escalation incontrastata sul litorale.

 

LA SCALATA

Dopo droga e estorsioni ha tentato il salto imprenditoriale “acquistando” uno stabilimento balneare a Ostia Ponente: il Village. Aveva amicizie nei reduci dei Nar altre “importanti” come Gennaro Mokbel il faccendiere che gestiva i fondi neri per colossi come Telecom e Fastweb. I Fasciani a Ostia e sul litorale romano controllavano tutte le attività criminali ovvero gestione del traffico di droga, usura e vendita di armi. Disponevano di un vero arsenale, compresa una Glock, che in una intercettazione Carmine Fasciani aveva ordinato «di consegnare carica».

 

IL CLAN FASCIANI - SILVIA BARTOLI

EREDI E ALLEANZE

Sul litorale di Roma la sentenza della Cassazione non sorprende nessuno. A piazza Gasparri, che i Fasciani hanno trasformato nel loro feudo, nessuno commenta. L’omertà continua a regnare da queste parti. «Adesso Ostia può alzare la testa», ha commentato la sindaca Raggi. Quello che però ora spaventa è la nuova stagione della mala che potrebbe aprirsi in questo quadrante della Capitale, dove gli appetiti sono ancora molti. I Fasciani sono stati condannati e c’è chi vorrebbe prendere il loro posto. A partire dagli eredi, da quei nipoti che la droga non la vendono «a grammi o a chili - come si legge nelle intercettazioni - ma a pacchi». E che ci faceva il fratello di “Carminuccio” in macchina con un boss di Primavalle?

 

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…