MACELLAZIONE ALLA CINESE – LA STRANA DISPONIBILITÀ DI ORGANI UMANI PER L’EMERGENZA CORONAVIRUS FA VENIRE UN TERRIBILE DUBBIO: NON È CHE VENGONO PRELEVATI DAI DISSIDENTI IN CARCERE? UFFICIALMENTE LE OPERAZIONI DEGLI ULTIMI MESI VENGONO FATTE RISALIRE A “DONATORI”, MA GIÀ IN PASSATO IL REGIME TAGLIUZZAVA I CONDANNATI A MORTE. I PROTOCOLLI INTERNAZIONALI PREVEDONO LA TRACCIABILITÀ MA SI SA CHE LA TRASPARENZA NON È IL PREGIO PRINCIPALE DI XI JINPING…

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trapianti di organi in cina trapianti di organi in cina

Andrea Morigi per “Libero quotidiano”

 

Pechino ha tutto sotto controllo, perfino le cornee, il fegato, il cuore, i reni e i polmoni dei suoi cittadini. È tutto di proprietà dello Stato, in linea con la dotttrina maoista. Quando si rende necessario, anche un corpo umano può rientrare nella disponibilità del Partito comunista. Magari a pezzetti.

 

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Quando, il 1° marzo scorso, nell' Ospedale del Popolo di Wuxi, nella provincia dello Jiangsu, ha annunciato l' esecuzione, avvenuta il giorno precedente, 29 febbraio di un trapianto di polmoni a un malato di coronavirus, all' associazione internazionale di medici contro il prelievo forzato di organi, la Dafoh, hanno acceso i riflettori. Ieri, durante una conferenza stampa online. la dottoressa Katerina Angelakopulou, rappresentante della Dafoh in Italia, ha sollevato il caso di almeno altre otto operazioni di trapianto: dieci in tutto.

 

I CASi SOSPETTi

xi jinping 3 xi jinping 3

Il primo intervento era stato eseguito su un uomo da un' équipe medica guidata dal dottor Chen Jingyu Liang Tingbo, uno dei principali chirurghi per trapianti di organi in Cina. Ufficialmente, si fa risalire il prelievo a un donatore della provincia centrale cinese dello Hunan e sono stati trasportati per via aerea. Alla prima operazione ne fanno seguito altre tre: il primo, l' 8 e il 10 marzo.

 

Nello stesso tempo, entra in azione anche il team del First Affiliated Hospital della Scuola di Medicina della Zhejiang University, guidato dal dottor Liang Tingbo, uno dei principali chirurghi per trapianti di organi in Cina nonché capo del Partito comunista cinese presso l' ospedale. Gli organi trapiantati provenivano da un donatore della provincia centrale cinese dello Hunan e sono stati trasportati per via aerea a Hangzhou. Una reperibilità improvvisa di organi in così poco tempo ha del miracoloso.

XI JINPING SULLO SCHERMO XI JINPING SULLO SCHERMO

 

CORSIA PREFERENZIALE

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Senza considerare le difficoltà di un Paese in emergenza sanitaria, in Cina vi sono appena 1,35 milioni di donatori per una popolazione di più di 1,4 miliardi di persone. Una percentuale irrisoria. Oppure, come ha rivelato la vicepresidente della U.S. Commission on International Religious Freedom (USCIRF), Nadine Maenza, in un' intervista al quotidiano The Epoch Times, l' unico modo in cui i polmoni trapiantati possono essere giunti al malato, è attraverso la predazione su prigionieri di coscienza.

 

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Ma secondo i protocolli internazionali di chirurgia, che prevedono la massima trasparenza sulla donazione, in Cina i dati dovrebbero essere rintracciabili nel China Organ Transplant Response System (COTRS), un sistema informatico unificato per il reperimento e l' assegnazione di organi in Cina. La trasparenza, del sistema sanitario cinese in realtà è scarsa. Huang Jiefu, direttore del Comitato cinese per i trapianti e le donazioni di organi, aveva assicurato alla fine del 2014 che, a far data dal primo gennaio 2015, sarebbe cessata definitivamente la predazione sugli organismi dei condannati a morte. Si trattava più di un' ammissione rispetto al passato che di una garanzia per il futuro.

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