sovraffollamento carceri

LA MACELLERIA DEL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE HA SCOPERCHIATO UN GRANDE PROBLEMA DELLE CARCERI ITALIANE – L’ITALIA HA LA PERCENTUALE PIÙ ALTA DI SOVRAFFOLLAMENTO DI TUTTA LA UE E DAL 2015 SONO AUMENTATI I CASI DI TENTATI SUICIDI, AUTOLESIONISMO E AGGRESSIONI –MA COME FARE A GARANTIRE CONDIZIONI DI RECLUSIONE ACCETTABILI SENZA LIMITARE I DIRITTI DEI CARCERATI?

Milena Gabanelli e Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

 

pestaggi santa maria capua vetere

Nulla potrà mai giustificare la macelleria di Santa Maria Capua Vetere, ma una spiegazione andrà pur cercata se le condizioni di vita in carcere sono diventate insostenibili, come dimostra l'aumento, costante negli ultimi anni, di tentati suicidi, atti di autolesionismo e aggressioni.

Al sovraffollamento si imputa tutto, e secondo il rapporto «Space 2020» del Consiglio d' Europa, abbiamo la percentuale più alta di tutta la Ue: su una disponibilità di 50.779 posti, i detenuti sono 53.637.

 

Con grandi differenze fra un carcere e l' altro, alcuni semivuoti e altri dove stanno pigiati come sardine, come a Poggio Reale, dove c' è posto per 1.500 persone, ma sono in 2.062. A Regina Coeli non dovrebbero superare i 600, sono in 893; a Bologna su 500 posti sono in 744; a Bergamo dove la disponibilità è di 315, i carcerati sono 529. Certo, il Covid, unito alla impossibilità di distanziamento, ha fatto salire la tensione, ma il totale dei detenuti è molto diminuito: nel 2010 erano quasi 70 mila. Allora perché i dati negli ultimi sei anni sono peggiorati?

carceri

 

C' è qualcosa in più.

 

Inizia tutto con una scelta di civiltà. Fino al 2011 chi non aveva condanne per reati particolarmente gravi o di criminalità organizzata, passava due ore al giorno all' aria aperta e due con la cella aperta. A novembre dello stesso anno, la circolare 3594/6044 diramata dall' allora direttore trattamento detenuti Sebastiano Ardita concede più fiducia ai meritevoli. L' Amministrazione istituisce reparti dove le celle restano aperte più a lungo per soggetti di scarsa pericolosità, e assegna a ogni detenuto un codice su «criteri oggettivi».

 

carcere

Bianco a chi non ha commesso violenze o minacce, verde a chi non appartiene ad associazioni finalizzate a reati violenti, giallo per violenti che in carcere abbiano mantenuto atteggiamenti di tipo sociale. Rosso agli altri, che, alla lunga, possono risalire la gradazione cromatica. L' obiettivo è quello di elevare la responsabilità di ciascuno: più mi comporto bene e più ore d' aria avrò. Ma ogni colore necessita di sorveglianze adeguate, avverte la circolare. E raccomanda di verificare, con un progetto pilota, se il sistema funziona. Non viene fatto. In compenso nel 2012 il capo del Dap Giovanni Tamburino con una nuova circolare comincia a eliminare i colori.

 

carcere

Nel 2015 la svolta: arriva una nuova circolare: la 3663/6113. La firma l' allora capo del Dipartimento dell' Amministrazione penitenziaria, Santi Consolo. Citando i richiami della Corte Europea dei diritti dell' uomo, fa spazio alla discrezionalità delle direzioni dei penitenziari nella valutazione dei singoli e, soprattutto, spalanca le celle. Ai detenuti (eccetto i mafiosi e i 41 bis) vengono assegnati due soli regimi: custodia «chiusa» e «aperta». Ma quella «chiusa» prevede un «tempo minimo da trascorrere fuori delle camere detentive di 8 ore», mentre quella «aperta» fino a 14 ore e uno spazio di libertà di movimento da raggiungere «senza onere di accompagnamento». Inoltre dispone che durante le attività dei detenuti gli agenti siano «all' esterno delle sezioni, senza la necessità di presidi stabili nei reparti e nei luoghi di pertinenza». In sostanza: autogestione.

 

coronavirus carcere 2

Un anno dopo i numeri mostrano il risultato di quella scelta: le aggressioni fra detenuti sono 776 in più, quelle agli agenti penitenziari 116, le infrazioni disciplinari sono 6.602 in più, le violenze, minacce e resistenze ai pubblici ufficiali 498 in più. Crescono i mancati rientri e gli atti di atti di autolesionismo (1.557 in più), ma il capo del Dap, che resterà fino al 4 luglio 2018, non ci dà peso.

Non lo fa nemmeno il suo successore, Francesco Basentini, che nel 2020 si trova a gestire la crisi del Covid con le rivolte di marzo, le polemiche per la scarcerazione dei boss e, ad aprile, le botte degli agenti sui detenuti di Santa Maria Capua Vetere. Si dimette il mese dopo, e al suo posto viene nominato il magistrato Dino Petralia.

 

le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere

Intanto lo spazio lasciato libero viene riempito. E dove manca il presidio, l' ordine lo dettano i detenuti più temuti, che potendo circolare liberamente possono prendere il carcere in mano. E se guardiamo i dati del 2014 (prima dell' entrata in vigore della circolare del 2015) e li confrontiamo con gli ultimi disponibili, sembra sia proprio andata così.

 

Le aggressioni contro la polizia penitenziaria passano dalle 387 del 2014 alle 837 del 2020. Quelle fra detenuti da 2.039 arrivano a 3.501. Contro il personale amministrativo da zero a 36. Un' impennata verticale si registra nelle violenze, minacce, ingiurie, oltraggi e resistenze ai pubblici ufficiali: da 319, nel 2020 schizzano a 3.577. Le colluttazioni sono più che raddoppiate: da 1.598 a 3.501.

 

carcere

Nelle celle sono spuntati telefonini o sim card: da 118 a 1.140. Sono arrivati anche i coltelli: da 55 a 196. Le violazioni di norme penali sono salite quasi di cinque volte: da 1.443 siamo arrivati a 5.536 nel 2020 . Crescita vertiginosa delle infrazioni disciplinari (intimidazioni, atti osceni): erano 1.127, sono arrivate a 10.106.

 

Difficile pensare che i detenuti stiano meglio. Ma il dato più allarmante è quello sui reati «spia» del disagio: i tentati suicidi da 933 sono arrivati a 1.480. Gli atti di autolesionismo, dai 6.919 del 2014 sono arrivati a 11.315. Solo a Santa Maria Capua Vetere, nell' ultimo anno e mezzo, sono stati quasi 300.

 

carcere

Una tensione che molti si aspettavano che sarebbe esplosa e, complice il panico da Covid, in quel penitenziario mal gestito, con 150 detenuti oltre la capienza, infestato da insetti e con condizioni igieniche precarie, è accaduto.

 

Una cosa è certa, i numeri allarmanti smentiscono l' equazione: «Celle aperte, meno oppressione». E aprono squarci su situazioni di sopraffazione dove a subire sono soprattutto i detenuti più giovani, i nuovi arrivati, i meno pericolosi. Quelli che, se aggrediti, hanno paura a denunciare, e preferiscono le sanzioni pur di non rientrare nell' incubo.

carcere

 

Poi ci sono le violenze sessuali, non denunciate per vergogna. Un problema enorme perché in Italia l' affettività, usata nel resto d' Europa come incentivo (fai il bravo e vedrai il tuo partner), viene negata. Una situazione in cui stanno male anche gli agenti, sottodimensionati, non sempre adeguatamente formati, che faticano a mantenere l' ordine e possono essere tentati, a loro volta, dalla violenza, come dimostrano le brutalità nel carcere campano.

 

carcere

Le indicazioni della Corte Europea a cui si è fatto riferimento sono, ben altre: chiedono di adottare un modello penitenziario basato sulla funzione rieducativa della pena. Le celle aperte si inseriscono nell' organizzazione di attività lavorative che il carcere deve garantire. Il problema è che non ci sono fondi sufficienti per retribuire il lavoro del carcerato. Ma nessun Paese ha abbastanza risorse per pagare uno stipendio ai condannati.

 

Il metodo seguito nel Nord Europa, è quello di trattenere dalla busta paga le spese di giustizia e mantenimento. L' adesione al programma arriva quasi al 90%, perché ci sono più permessi premio, più ore di visita parenti, e soprattutto si impara un mestiere. Il risultato è un tasso di recidiva bassissimo.

Panettieri in carcere 2

 

Nelle nostre carceri sono poco più di 2.000 i detenuti che hanno una occupazione regolare, mentre circa 15 mila lavorano come scopino, addetto alla lavanderia o cucina poche ore al giorno e a giorni alterni. Tutti gli altri vengono lasciati a fare niente. E non basta sbandierare le buone esperienze di Bollate, Padova e altre piccole realtà, perché il detenuto non può scegliere dove scontare la pena. Risultato: quasi il 70% di chi esce dal carcere, poi ci ritorna.

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…