matteo piantedosi salvini migranti

MAL MEDITERRANEO – IL MINISTRO DELL'INTERNO PIANTEDOSI HA RIBADITO CHE LE NAVI DELLE ONG CHE HANNO SALVATO MIGRANTI, DOPO AVER FATTO SBARCARE EVENTUALI PERSONE CON FRAGILITÀ, BAMBINI E DONNE INCINTE, DOVRANNO GIRARE LA PRUA E USCIRE DALLE ACQUE TERRITORIALI ITALIANE – E DI TUTTI QUELLI CHE NON HANNO BISOGNO IMMEDIATO DI CURE DOVRANNO FARSI CARICO GLI STATI DI BANDIERA DELLE IMBARCAZIONI (MA BERLINO E OSLO HANNO GIA’ RISPOSTO PICCHE A ROMA)

Estratto dell’articolo di Alessandra Ziniti per www.repubblica.it

 

piantedosi

Nessuna marcia indietro sull'impegno umanitario ma anche sul principio secondo il quale di tutti i migranti che non hanno bisogno immediato di cure a bordo delle quattro navi umanitarie in attesa di sbarco dovranno farsi carico gli Stati di bandiera.

 

A Milano per presiedere il comitato ordine e sicurezza, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ribadisce che le navi, dopo aver fatto sbarcare eventuali persone con fragilità, bambini e donne incinte, dovranno girare la prua e uscire dalle acque territoriali.

 

ocean viking migranti

"Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare - ha confermato Piantedosi - ci facciamo carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera. Gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali e se ne deve fare carico lo Stato di bandiera - ha aggiunto -. Noi saremo fermi su questo principio senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro".

 

MIGRANTI NAVE HUMANITY

Il ministro ha poi confermato quanto anticipato da Repubblica due giorni fa: "Attraverso i canali diplomatici abbiamo proposto ai Comandanti delle singole navi di procedere loro all'identificazione delle persone a bordo con una descrizione delle vulnerabilità che in qualche modo dobbiamo trattare a prescindere da quelle che crediamo essere le regole di gestione del fenomeno. Gestirlo con delle navi che battono bandiera di Stati diversi dal nostro, che hanno raccolto queste persone con modalità che secondo noi non sono ortodosse senza rapportarsi con le autorità di soccorso. E che hanno raccolto queste persone in acque internazionali praticando la competenza e la giurisdizione dei Paesi di bandiera".

 

L'obiettivo è quello di far presentare a bordo le richieste di asilo in modo da radicare la competenza della gestione dei migranti sugli Stati di bandiera e non sull'Italia.

 

piantedosi salvini meloni

Sosta temporanea in rada per la Humanity 1, per la Rise Above, per la Ocean Viking e per la Geo Barents. Giusto il tempo di verificare la presenza a bordo di eventuali situazioni di fragilità,  bambini, donne incinte da far scendere, poi le navi dovranno riprendere il largo con tutti gli altri migranti a bordo e la loro destinazione finale non sarà piu affare dell'Italia. […]

matteo piantedosi

 

MATTEO PIANTEDOSI MATTEO SALVINIGIORGIA MELONI MATTEO PIANTEDOSI migranti

 

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…