centrale nucleare di muhleberg

MANCO GLI SVIZZERI SONO RIUSCITI A FAR FUNZIONARE IL NUCLEARE - BERNA CHIUDE LA PRIMA CENTRALE. C'ENTRA UN REFERENDUM, MA I MOTIVI SONO SOPRATTUTTO ECONOMICI: GLI INVESTIMENTI NECESSARI ALLA SICUREZZA FUTURA SONO STATI RITENUTI TROPPO CARI. PER SMANTELLARE L' IMPIANTO CI VORRANNO 15 ANNI. SEGUIRANNO LE ALTRE 4 CENTRALI DEL PAESE. E IL PROBLEMA DELLE SCORIE DIVENTA…

 

Paolo Berizzi per ''la Repubblica''

 

 

centrale nucleare di muhleberg

Si respira l' aria umida del bosco intorno al bestione nucleare. L' hanno appena spento e l' estremità del camino si perde nel mantello di foschia che rende ovattato, quasi anonimo, l' ultimo giorno. Niente luci, non una sirena.

 

Nemmeno uno sbuffo di fumo si scorge più, che normalmente, dall' autostrada che porta a Berna, 14 chilometri a est, quelle colonne biancastre le vedevi salire là in fondo, tra il muro fittissimo di abeti che da sempre, da un lato e dall' altro, protegge la centrale separandola idealmente da Mühleberg e dalla vista (non dai pensieri) dei suoi 2974 abitanti. «Sono qui per curiosità», dice il pensionato Martin Gerber. «Se sono contento? Abbastanza. Con il nucleare non si può mai stare tranquilli».

 

Forse siamo già nel futuro. Forse. Con flemma cantonale Martin sorride appena. Qui, a parte la copertura dei media e i rituali incontri con la popolazione organizzati da Bkw (proprietario dell' impianto), non è che l' evento abbia smosso le masse. Eppure è epocale. La sepoltura di un reattore atomico: due bottoni rossi e tre secondi per chiudere la storia della centrale nucleare più vecchia della Svizzera. La più vecchia e anche la prima (di cinque) ad essere disattivata. Mühleberg, 47 anni di atomi e di energia, 3000 gigawattora di elettricità all' anno (il 5% della domanda nazionale). Centinaia di migliaia di franchi finiti nelle casse del Comune che la ospita, e convogliati - come sempre in questi casi di "indennizzo" per l' occupazione, diciamo, ingombrante nella manutenzione di strade e scuole.

centrale nucleare di muhleberg

 

Stop. Si chiude un' era. In tutti i sensi. Alle 12.30 di venerdì 20 gli addetti hanno premuto i pulsanti: il primo passaggio del fine-vita della centrale. Un processo iniziato la mattina presto con l' inserimento delle barre di controllo che hanno interrotto la fissione nucleare nel nocciolo del reattore. Normalmente le levette venivano azionate per le revisioni annuali: adesso è per sempre. Il colosso del Canton Berna progettato negli anni '60 (costo 302 milioni di franchi) è entrato in sonno eterno.

 

«Per la Svizzera è un passo storico - gioisce la deputata dei Verdi al Consiglio Nazionale Greta Gysin - . Seguiremo con estrema attenzione tutti i passaggi necessari per la disattivazione per lo smaltimento del materiale radioattivo ». La chiusura di Muhleberg era stata decisa da tempo. Non soltanto sulla scia - con riverbero su tutti gli impianti del mondo - dell' incidente di Fukushima (e prima ancora della catastrofe di Chernobyl). C' entra, certo, in primis, l' esito del referendum con cui nel 2017 gli svizzeri hanno detto addio al nucleare (con gradualità, entro il 2034).

 

centrale nucleare di muhleberg

Ma i motivi sono soprattutto economici: gli investimenti necessari alla sicurezza futura sono stati ritenuti troppo cari da Bkw. Che ha dunque deciso di fermare le macchine. Tecnicamente, non una cosa semplicissima. Per smantellare l' impianto ci vorranno 15 anni. Il problema sono soprattutto le 3000 tonnellate di scorie radioattive (pensate: meno del 2% della massa dell' intera costruzione di Mühleberg). Siccome nessuno in Svizzera sa ancora dove verr à scavata la tomba definitiva per questo materiale (ci vuole un deposito in strati geologici profondi; sono allo studio tre soluzioni-destinazioni: Giura orientale, Lagern nord e Zurigo nord-est), nel frattempo le scorie verranno trasportate nel deposito intermedio di Würenlingen, nel canton Argovia.

 

Dove saranno depotenziate. Le barre di combustibile di uranio se ne andranno da Mühleberg solo nel 2024; nel 2030 l' area dell' impianto sarà liberata da tutta la radioattività e quattro anni dopo, al posto della centrale, ci sarà un immenso prato verde. Così almeno hanno promesso. Il costo totale dell' operazione? 2,3 miliardi di franchi (di cui 611 milioni solo per disattivare il reattore). I soldi arrivano da un fondo pubblico (controllato dallo Stato) alimentato dai proprietari e i 200 lavoratori saranno impiegati. «In Svizzera vale il principio di causalità: paga chi è responsabile - ragiona Simon Banholzer, Fondazione elvetica per l' energia - . Lo smaltimento delle scorie deve essere garantito e pagato da chi le ha prodotte».

 

reattore nucleare

Andrà così anche per le altre 4 centrali della Confederazione, che oggi garantiscono un quinto del fabbisogno di elettricità. Saranno dismesse una dopo l' altra. Ecco perchè Mühleberg ha spianato la strada. «Si parlava di noi solo in occasione di qualche incidente in altri impianti - dice René Maire, sindaco del paese - . Gli abitanti non hanno mai avuto grosse precauzioni perchè Bkw è stata trasparente e ha mostrato i risultati dei controlli fatti dall' Ispettorato federale della sicurezza nucleare».

 

Già. E come poteva essere altrimenti? «Nel 1990 sono apparse crepe nel reattore - ricorda la storica attivista antinucleare Ursula Balmer- Schafroth - . Tiriamo un sospiro di sollievo. Ma lo spegnimento del reattore non eliminerà del tutto il rischio di incidenti».

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…