cristiana lauro ristoranti stellati

MANGIA E GODI CON CRISTIANA LAURO – LA CRISI DEI RISTORANTI STELLATI NON È DOVUTA SOLO AI PREZZI – I CLIENTI CHE POSSONO SPENDERE CERCANO ESPERIENZE PIÙ DIVERTENTI E FUORI DAGLI SCHEMI, NON PROPOSTE CHE METTONO AL CENTRO L’EGO DELLO CHEF – I CLIENTI CHE APRONO UNA LISTA DEI CIBI AL RISTORANTE E LEGGONO UNA SFILZA DI INGREDIENTI MAI ASSAGGIATI PRIMA TUTTI INSIEME E NELLO STESSO PIATTO, SI ANNOIANO A MORTE…

Estratto dell’articolo di Cristiana Lauro per www.ilsole24ore.com

 

RISTORANTE STELLATO

I cambiamenti nel mondo della ristorazione degli ultimi 15 anni hanno portato alla luce una crisi profonda del modello di riferimento - sia stellato (Michelin) che “gastronomico” o “gourmet”, che dir si voglia - anche in assenza di riconoscimenti ufficiali.

 

Le ragioni sono riconducibili ad aspetti diversi; senza parlare del fatto che l’aumento costante dei prezzi è fuori controllo e la cosa non aiuta per niente. Tuttavia, non è l’unica causa. I clienti che possono scegliere senza problemi, oggi, tendono a disertare il “fine dining” (definizione un po’ astratta a dire il vero) e la scusante non è il conto sul tavolo ma il fatto che non si divertano abbastanza. In pratica ci si ricorda del conto solo quando l’esperienza non è piaciuta.

 

cristiana lauro 1

 Il cliente, ancorché esigente, raffinato e benestante (badate bene che il mio discorso non è rivolto solo a certe fasce sociali) oggi sente la necessità di vivere l’esperienza del ristorante in maniera diversa rispetto agli anni passati, ovvero fuori dai cliché e dai rituali che troppo spesso caratterizzano e uniformano le varie mete della cucina cosiddetta “gourmet”.

 

È chiaro che il modello economico di settore abbia evidenziato più di una fragilità o si sia addirittura dimostrato insostenibile. Le chiusure di molti ristoranti cosiddetti “d’autore” infatti costituiscono una chiara dimostrazione.

 

RISTORANTE STELLATO

Come soluzione efficace in diversi casi per riuscire a riequilibrare i bilanci si è affiancata una proposta più facile e accessibile, con le relative aperture di bistrot o locali alternativi.

Probabilmente la richiesta della clientela determinerà l’evoluzione futura che è di per sé già in atto.

 

Prendiamo come esempio alcuni modelli attuali di enorme successo come il gruppo Langosteria o Trippa a Milano (solo per citarne alcuni, distanti fra loro nella proposta). Si tratta di locali che offrono una differente, ma pur sempre ottima, esperienza culinaria al cliente, senza la minima intenzione di rincorrere alcuna stella. In modo e maniera diversa sono dunque ristoranti che offrono agio alla clientela.

 

cristiana lauro

In altri casi (che per inciso e inevitabile destino sono implosi) il modello sembrava quasi opposto, col risultato di creare disagio in nome della centralità della cucina e dello chef, in deroga a un obiettivo essenziale della ristorazione che dovrebbe essere sempre e comunque quello di ristorare.

 

Di contro aggiungo invece alcuni esempi di ristoratori che hanno ricevuto la stella Michelin salvo decidere di intraprendere con diligenza un percorso appagante e differente che ha riempito i locali - assai richiesti e ben frequentati - senza rinunciare alla grande qualità nella proposta.

 

È il caso di chef Tokuyoshi con la sua Bentoteca a Milano ma anche di Daniele Minarelli di All’Osteria Bottega a Bologna. Anche perché il traguardo raggiunto della prima stella richiama subito all’ordine ingenti investimenti per ottenere la seconda e peggio mi sento con la terza. Pierluigi a Piazza de’ Ricci, Salumeria Roscioli (vere e proprie istituzione di successo internazionale), poi ancora Al Ceppo e Ai Piani per fare qualche nome anche su Roma e non fermarsi solo a Milano. Insomma, l’Italia è piena di molti altri esempi e non solo su queste due grandi città.

 

RISTORANTE STELLATO

Per concludere e mirare a un orizzonte concreto sulla ristorazione stellata (ma non troppo) penso allo stile di Condividere alla Fondazione Lavazza a Torino che ha una stella Michelin pur mantenendo “prezzi umani”. È il luogo che ha centrato la formula in pieno, e non da ieri. Modello snello di ottima cucina e servizio giovane, dinamico, brillante, libero da affettazione e maniera. Un esempio di ristorazione ottima e divertente alla quale guarderei per il futuro.

 

RISTORANTE STELLATO

Al di là della genesi del problema e dei suoi orizzonti c’è un aspetto che mi pare evidente: i clienti che aprono una lista dei cibi al ristorante e leggono una sfilza di ingredienti mai assaggiati prima tutti insieme e nello stesso piatto, si annoiano a morte. Una volta, per curiosità, può passare. Per il resto e nella maggior parte dei casi capita che al tavolo ci si occupi di altro (come business o vita privata) e non necessariamente dell’ego dello chef. La ristorazione vincente deve creare agio, non disagio.

RISTORANTE STELLATO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...