I MEDIA FRANCESI DANNO UN NOME ALL'ASSALITORE UCCISO A PARIGI, ANCHE SE LA POLIZIA NON LO HA ANCORA RESO NOTO UFFICIALMENTE: SI TRATTEREBBE DEL 39ENNE FRANCESE KARIM CHEURFI - STANNO MEGLIO I DUE POLIZIOTTI FERITI NELL'ATTACCO DI IERI SERA - E' CACCIA AL COMPLICE

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1 - PARIGI, DA BELGIO SEGNALATO COMPLICE, RICERCHE

KARIM CHEURFI KARIM CHEURFI

(ANSA) - Un avviso di ricerca nei riguardi di un uomo segnalato dalle autorità belghe ieri sera in relazione all'attentato sugli Champs-Elysées è stato trasmesso alla Francia. Lo si apprende da fonti ufficiali. Le autorità francesi hanno emesso un immediato avviso di ricerca dell'uomo.

 

2 - MEDIA, L'ASSALITORE UCCISO SI CHIAMA KARIM CHEURFI

(ANSA) - I due poliziotti feriti nell'attacco di ieri sera a Parigi stanno meglio secondo quanto riferiscono i media francesi che danno anche un nome all'assalitore ucciso, anche se la polizia non lo ha ancora reso noto ufficialmente. Si tratterebbe del francese Karim Cheurfi, 39 anni, pregiudicato e schedato come a rischio radicalizzazione. Proseguono intanto le indagini sull'azione, rivendicata ieri sera dall'Isis, e in particolare sulla presenza di un complice del terrorista ucciso.

KARIM CHEURFI KARIM CHEURFI

 

3 - PRIMA IL MESSAGGIO SUL CELLULARE: «PRONTO AD AGIRE» POI SI FERMA AL SEMAFORO E SPARA

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

Ma quale rapina. Certo, esistono anche pazzi che tentano di svaligiare negozi alle nove di sera in una delle strade più affollate del mondo. Chi correva sulle rive della Senna e si è visto la strada sbarrata da una colonna di blindati, chi è rimasto intrappolato sugli Champs Elysées, chi semplicemente ha sentito per tutta la città quel grido angosciante che viene prodotto da centinaia di sirene della polizia che suonano all' unisono, ha subito pensato a ben altra follia. E aveva ragione.

 

allarme terrorismo a Parigi per l'attacco sugli Champs Elysees allarme terrorismo a Parigi per l'attacco sugli Champs Elysees

Dopo il Bataclan «Colpiranno a pochi giorni delle elezioni», aveva sentenziato Alan Bauer, uno dei massimi esperti di sicurezza francesi, dando voce alla convinzione degli addetti ai lavori, dai servizi segreti a salire. E non sarebbe stata una cospirazione, come quella del Bataclan, un massacro di massa ideato in Siria, pianificato in Belgio ed eseguito in Francia. Con l' invito all' azione diretta dei volontari, dei cosidetti lupi solitari, l'Isis ha lanciato il seme, che ha attecchito nelle menti più fragili o più bacate. E non da ieri.

 

Era il 20 dicembre 2014 quando un ragazzo entrò in un commissariato di Joué lès Tours urlando il classico Allah Akbar. Ferì tre agenti con un coltello, venne ucciso. Due giorni dopo un furgoncino era piombato su un mercatino di Natale nel centro di Nantes, quasi l' anticipazione di quanto sarebbe avvenuto due anni più tardi a Berlino.

 

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Al volante Erano stati classificati come «gesti isolati» compiuti da uno «squilibrato», le autorità si erano precipitate a smentire qualunque rivendicazione o legame con la religione. Il 7 gennaio 2015 ci fu la strage di Charlie Hebdo. Anche questa volta ci sarà il tentativo di ridurre, smussare, comunque sostenere che si trattava di un matto. Un uomo al volante di una berlina, a un semaforo degli Champs Elysées, ha affiancato un' auto della polizia facendo fuoco e ferendo a morte l' agente che guidava. Poco prima di uccidere ed essere ucciso aveva scritto sul sistema di messaggistica Telegram di voler «uccidere degli agenti».

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Sull' auto è stata trovata una carta d' identità intestata a Karim C. Ma secondo alcune fonti investigative il vero nome dovrebbe essere Youssef El Osri. Era conosciuto e schedato dai servizi di sicurezza, in quanto radicalizzato e vicino ad ambienti di simpatizzanti per la Jihad. Aveva 39 anni. Nel 2001 era stato sorpreso su un' auto rubata. Aveva reagito sparando agli agenti, che lo avevano arrestato dopo un lungo inseguimento: condannato a 20 anni.

 

Mentre si trovava in carcere, con la scusa di chiedere delle medicine aveva avvicinato una guardia, l' aveva disarmata e ferita con la sua stessa pistola. Non ha trovato conferma la notizia che provenisse dal Belgio, come i membri della cellula che fece strage al Bataclan. L'unica cosa certa è che l'ultimo domicilio conosciuto è nella banlieue di Ivry-sur-Seine, un comune della Val-de-Marne. La sua casa è stata perquisita dall' antiterrorismo.

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La pattuglia L' imperativo è necessariamente quello di sminuire. E il profilo di Osri corrisponde a quello di uno squilibrato.

 

Quindi, un altro, ennesimo, gesto gratuito. Come quello di Zied Ben Belkacem, francese, 39 anni, che il 17 marzo di quest' anno è stato ucciso dopo aver aggredito una pattuglia di militari a presidio dello scalo di Orly. Come quello di Abdallah El-Hamahmy, che lo scorso 3 febbraio al museo del Louvre si è prodotto nel consueto grido e ha tentato di aggredire una guardia ferendola a colpi di machete. Sono gli ultimi nomi ormai interscambiabili, novelli Salah Abdeslam, copie dell' ex primula rossa del Bataclan, inteso come prototipo, simili a lui per uno stile di vita ben lontano dei precetti dell' Islam.

 

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Andando a ritroso, il 19enne Adel Kermiche era noto tra i suoi amici perché beveva birra a profusione e apprezzava le costolette di maiale. Anche dopo il suo ritorno dalla Siria. Il 26 luglio del 2016 è entrato nella chiesa di un paesino nei pressi di Rouen e ha sgozzato padre Jacques Hamel, che aveva 85 anni. Non erano trascorsi neppure quindici giorni dalla carneficina di Nizza, un camion che avanza a serpentina tra la folla assiepata sulla Promenade des Anglais uccidendo 86 persone, ferendone altrettante.

 

Al guidarlo c'era Mohamed Lahouaiej Boulhel, che beveva, si drogava, si prostituiva e poi alla fine di giugno era diventato all' improvviso jihadista, indottrinato sul web. È stato il primo di questa interminabile serie. Nessun francese pensa che il presunto Youssef o Karim sia l' ultimo. La paura e il sentimento anti islamico peseranno molto sulle elezioni. Da ieri sera ancora di più.

 

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