MINACCIA DI GHIACCIO – IL SINDACO DI COURMAYEUR COSTRETTO A FIRMARE UN’ORDINANZA DI DIVIETO PER LA VAL FERRET E A FAR SGOMBERARE ALCUNE ABITAZIONI DOPO L’ALLARME LANCIATO SUL GHIACCIAIO PLANPINCIEUX, SUL MONTE BIANCO, CHE STA SCIVOLANDO VERSO IL BASSO - UN FRONTE DI 250MILA METRI CUBI CHE POTREBBE CROLLARE ALL’IMPROVVISO O CEDERE A POCO A POCO: LA MASSA SCIVOLA DI CIRCA DIECI METRI AL MESE E…(VIDEO)

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Enrico Martinet per "www.lastampa.it"

 

ghiacciaio planpincieux 9 ghiacciaio planpincieux 9

Mentre l’urlo della giovanissima attivista svedese Greta Thunberg scuote le coscienze del mondo dal microfono dell’Onu nel summit sui cambiamenti climatici, i ghiacciai del Monte Bianco scivolano. Sono testimonianza della febbre che fa crollare grattacieli di ghiaccio ai Poli e riduce in modo impressionante la terra coperta di bianco della Groenlandia.

 

L’agonia 

COURMAYEUR COURMAYEUR

Ghiacci in agonia che ieri hanno costretto il sindaco di Courmayeur Stefano Miserocchi a firmare un’ordinanza di divieto per la Val Ferret. Il ghiacciaio Planpincieux, nella sua fascia più bassa sta scivolando verso morene, pascoli, boschi e omonima frazione.

 

Un fronte di 250 mila metri cubi, pari a diecimila container di navi cargo. Un’enorme massa di fghiaccio che potrebbe crollare all’improvviso, raggiungendo case, ville, alberghi e ristoranti, oppure cedere a poco a poco. Ghiaccio che svicola sull’acqua di fusione, provocata da un’estate a tratti torrida e che negli ultimi giorni si è di nuovo fatta sentire.

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Il ghiacciaio è a fianco di un’isola di granito delle Grande Jorasses, una delle vette più famose del Monte Bianco. Su quell’isola c’è il rifugio Boccalatte che ha dovuto chiudere anzitempo, ai primi di settembre per un’altra ordinanza del sindaco e per un altro imminente crollo glaciale. Il pericolo ancora incombe, più in alto, oltre i 3.500 metri, dove su un baratro di roccia si affaccia la seraccata del ghiacciaio Whymper, quel sir Edward che nel 1865 arrivò per primo sulle Jorasses e poco dopo sul Cervino.

 

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Da lassù si staccheranno, secondo i calcoli degli esperti, 150 metri cubi. Per questo motivo la montagna è stata proibita. Ma quello che accade ora è mille metri più in basso dove il Planpincieux ha subito ciò che gli esperti di Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur chiamano un cambiamento che «lo fa apparire come terreno franoso». Lo scudo di ghiaccio è spaccato in crepacci anomali, ravvicinati, quasi confusi.

 

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Il sisma silenzioso 

Appare come un terremoto silenzioso. Dipende da ciò che è accaduto in direzione del rifugio Boccalatte, forse cento metri più in alto. Lì dove la pendenza cambia si è formata una piega e un crepaccio che hanno scosso l’intero ghiacciaio. E in basso la fusione ha fatto scivolare il fronte provocando un aumento della velocità. Il Planpincieux “cammina“ e rischia di finire sulle rocce, fra gli sfasciumi e giù nell’erba ormai brulla.

 

Era già accaduto nel 2017, quando dal Planpincieux caddero 50 mila metri cubi. Rotolarono in blocchi grandi come un frigorifero e s’incanalarono nel torrente senza arrivare dove ci sono baite o case. Si fermarono a metà. Fortunatamente senza causare danni.

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Lo stesso canale segnato dal torrente delle Jorasses che fece un disastro due estati fa, provocando la morte di due turisti che tentavano in auto di sfuggire alla furia di un temporale. E’ il segno di un piede fragile delle montagne lasciate dai ghiacciai, dove ghiaie e morene sono instabili e dove gli acquazzoni violenti provocano sconquassi.

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Il controllo 

Il monitoraggio di ghiacciai e versanti è aumentato da quando le temperature hanno continuato a salire e indicare l’equilibrio instabile anche di grandi montagne come il massiccio del Bianco. L’allerta per il Planpincieux è scattata con il sistema di controllo fotografico di Cnr, Regione Valle d’Aosta e Montagna Sicura.

 

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Un sistema automatico che ora per ora registra immagini e nel dettaglio fotografa le zone più in movimento, come il fronte del Planpincieux. E quando il movimento del ghiacciaio è apparso anomalo, picchi di mezzo metri di avanzamento, la “luivce rossa” ha dato il via all’intervento.

 

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Secondo gli esperti glaciologi della svizzera Davos, che collaborano con Montagna Sicura, il crollo era per una porzione di 250 mila metri cubi. Di qui i divieti con l’ordinanza del sindaco Miserocchi che hanno stabilito gli sgomberi delle case più vicine alle zone a rischio. Ora soltanto il gelo potrebbe risolvere la situazione. Un inverno anticipato che rimarginerebbe le ferite del ghiacciaio.

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