MO’ CHE T’HANNO CHAPATO NON TI LASCIANO PIÙ - IL RE DEL NARCOTRAFFICO, 62 ANNI, È STATO CONDANNATO ALL'ERGASTOLO AL QUALE SI AGGIUNGE UN’ULTERIORE PENA DI 30 ANNI: PRIMA DELLA SENTENZA HA PRESO LA PAROLA PER LAMENTARSI DELLE CONDIZIONI DELLA SUA DETENZIONE E HA DETTO AL GIUDICE DI NON AVER AVUTO UN PROCESSO EQUO, SOPRATTUTTO PER LA SUPERFICIALITÀ DEL…(VIDEO)
Il re del narcotraffico El Chapo, 62 anni, è stato condannato da una corte di New York all'ergastolo per dieci capi di imputazione.
Joaquin "El Chapo" Guzman Loera, oltre all'ergastolo, è stato condannato a un'ulteriore pena di 30 anni. La Corte federale ha anche ordinato al boss di restituire 12,6 miliardi di dollari dei proventi dei suoi crimini: somma che equivarrebbe ai proventi del traffico di droga negli Usa gestiti dal suo cartello prima che fosse arrestato in Messico e processato negli Stati Uniti.
Finisce così il lungo processo giudiziario, iniziato con il suo arresto in Messico 2016 e la sua successiva estradizione negli Stati Uniti dovuta anche alle sue due incredibili fughe, una dal carcere di massima sicurezza di Almoloya, dalle prigioni messicane.
Era stato giudicato colpevole lo scorso febbraio da una giuria composta da 10 capi d'accusa, dall'associazione a delinquere nell'ambito della criminalità organizzata al traffico di droga, dal riciclaggio di denaro sporco all'uso e traffico di armi da fuoco e di vari omicidi come boss, per 25 anni, del cartello di Sinaloa, una delle più grandi e violente organizzazioni messicane dedite di narcotrafficanti con un "esercito di sicari" con l'ordine di rapire, torturare e uccidere chiunque si fosse intromesso.
È stato lui stesso a prendere la parola prima della sentenza, narcisista e megalomane, avrebbe voluto testimoniare in sua difesa ma è stato sconsigliato dal suo avvocato.
Guzman si è lamentato delle condizioni della sua detenzione e ha detto al giudice di non aver avuto un processo equo, sopratutto per la superficialità del giudice Brian Cogan: "Il mio caso non era chiaro e mi avete negato un processo equo proprio di fronte al mondo intero che stava guardando", ha detto Guzman in tribunale tramite un interprete. "Quando sono stato estradato negli Stati Uniti, mi aspettavo di avere un processo giusto ma è successo esattamente l'opposto".
El Chapo poi ha ringraziato la sua famiglia per avergli dato "la forza di denunciare questa tortura che ho subìto negli ultimi 30 mesi. È stata una tortura, la situazione più disumana che abbia vissuto in tutta la mia vita. Una tortura fisica, emotiva e mentale",".
A suo avviso, il caso è stato "macchiato" dai pregiudizi dei giurati, che secondo il suo avvocato hanno letto impropriamente la copertura dei media venendone condizionati. Il difensore ha rilanciato quindi la richiesta di un nuovo processo.
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