giorgio gori attilio fontana

I MORTI PER IL VIRUS IN LOMBARDIA SONO IL DOPPIO? – FURIOSA LITE TRA GIORGIO GORI E ATTILIO FONTANA, CON IL SINDACO DI BERGAMO CHE TACCIA LA REGIONE DI POCA TRASPARENZA: “NON COMUNICA PIÙ I DATI DIVISI, LE VITTIME SONO PIÙ DEL DOPPIO E NOI SIAMO ALL’OSCURO DEL NUMERO DEI POSITIVI” – DAL PIRELLONE SMENTISCONO, MA…

 

 

 

Claudia Guasco per “il Messaggero”

 

BERGAMO - STRISCIONE CONTRO ATTILIO FONTANA

Che il numero di vittime del Covid sia stato sottostimato lo segnalava già tre mesi fa l'agenzia di analisi InTwig: a Bergamo in marzo i morti sono stati oltre 5.400 di cui 4.500 riconducibili al virus, più del doppio del numero certificato dalla Regione di 2.060.

 

Insomma, i conti non tornano e il sindaco Giorgio Gori è parecchio innervosito: «Leggo che in Lombardia scrive in un tweet ieri ci sono stati 32 decessi per Covid. Non si sa però dove, in quale provincia, perché la Regione non comunica più i dati divisi. Da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di più di quelli ufficiali, hanno secretato i dati per provincia».

 

giorgio gori

NUMERI INACCESSIBILI

Un comportamento opaco che non aiuta certo a seguire l'evoluzione del virus, a identificare gli eventuali focolai e intervenire per arginarli. Così facendo, dice in sostanza il primo cittadino, la guerra all'epidemia viene depotenziata.

 

«Neppure i dati sui guariti vengono più comunicati, e sì che sarebbero importanti per capire che oggi le persone ammalate sono poche - insiste Gori - Spero che il nuovo direttore generale della Sanità Marco Trivelli parta da qui, dalle cifre e dalla trasparenza. Aggiungo che non vengono comunicati neanche i numeri dei positivi Covid divisi per singolo comune».

 

Ma la Regione smentisce il sindaco: «Quanto scrive non corrisponde al vero. La diffusione dei dati relativi al coronavirus da parte di Regione Lombardia verso le autorità sanitarie e i mezzi di informazione non è cambiata e continua a essere la stessa. Sostenere, per alimentare la polemica politica e senza alcun riscontro veritiero, che la Regione secreti i dati non fa onore a chi rappresenta le istituzioni».

 

Arrivo al cimitero di Cinisello delle salme portate da Bergamo

Replica di nuovo il primo cittadino: «I dati sui decessi per province sono stati accessibili fino al 26 aprile, collegati a una mappa sviluppata con il software ArcGis. Dopo l'inchiesta di InfoData sulle Rsa, del 24 aprile, è stato fatto sparire tutto. Dopodiché dite voi se è normale che questi dati non vengano normalmente comunicati, e se ancora oggi i sindaci lombardi siano del tutto all'oscuro sul numero dei positivi nei loro comuni».

 

GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

Uno scontro che si innesta su un conflitto in atto da tempo. Già in piena emergenza, a fine marzo, Gori aveva evidenziato le lacune nella comunicazione dei numeri da parte del governatore Fontana e dell'assessore Gallera: «Esiste un sommerso di persone decedute con il Covid, soprattutto nelle case di riposo. Ma anche persone che spirano nella loro abitazione, che non emerge dai dati ufficiali».

 

Attilio Fontana e Giulio Gallera mejo di Bob Behnken e Doug Hurley di Space x by lughino

Per Gori, come ha ribadito qualche settimana fa, il tema centrale è «cambiare rotta: abbiamo capito che i nostri ospedali per quanto buoni non sono lo strumento con cui si affronta un'epidemia. Questa si combatte sul territorio. In Lombardia un conto sono i numeri ufficiali delle morti, altro i numeri reali. Nella provincia di Bergamo le vittime sono più del doppio di quelli registrati. E credo che sia sbagliato che il costo della profilassi si sia ribaltato sui cittadini».

 

LE DENUNCE

giuseppe conte giorgio gori a bergamo

Lo dimostrano i 42 esposti presentati due giorni fa alla procura di Bergamo, ai quali se ne aggiungeranno presto altri 150. «In tutte le denunce che abbiamo depositato - rileva l'avvocato Consuelo Locati - c'è una parte di diritto in cui ricostruiamo le varie leggi e delibere che si sono succedute: c'è una mala gestio sanitaria che ha portato al collasso del sistema».

 

Come riferisce la figlia di Ermenegildo, morto in otto giorni in una Rsa bergamasca. «Dal 5 marzo 2020 la struttura chiuse l'accesso ai parenti e quello fu l'ultimo giorno che vidi papà. Portavo il cambio biancheria al cancello d'ingresso e in una di quelle occasione mentre attendevo l'infermiera vidi arrivare una croce rossa dove scese un operatore in tuta bianca, mascherina, guanti e occhiali.

 

L'ECO DI BERGAMO NELLA PRIMA PAGINA DI LE MONDE MAGAZINE

Al citofono chiese dove portare un paziente Covid che aveva con sé. Fino a quel momento non sapevo che la Rsa accettasse anche pazienti Covid da lì ebbi la conferma e le paure aumentarono», racconta nella denuncia. «La notte del 3 aprile mio papà è morto. Non l'ho più visto perché fu subito messo in una bara e portato al cimitero in attesa della cremazione. Tanti errori sono stati fatti. Troppi. A tutti i livelli».

cristina parodi giorgio goripremio e' giornalismo 2018 11bergamo mortigiuseppe conte a bergamogiuseppe conte a bergamo con mascherinagiorgio gori – ritiro del pd all'abbazia di contigliano 24

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…