volodymyr zelensky nato vladimir putin

LA NATO NON HA FRETTA DI APRIRE LE PORTE A ZELENSKY – AL VERTICE DI BRUXELLES, L'UCRAINA HA POSTO IL SUO INGRESSO RAPIDO NELL’ALLEANZA ATLANTICA COME CONDIZIONE IRRINUNCIABILE PER AVVIARE I NEGOZIATI CON LA RUSSIA – MA GLI ALLEATI SONO DIVISI. GLI USA E I GRANDI PAESI EUROPEI VOGLIONO CHE PRIMA FINISCA LA GUERRA – IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO, MARK RUTTE, IGNORA LE DOMANDE DEI GIORNALISTI SUL TEMA – IL GOVERNO MELONI PREPARA IL DECRETO CHE PROROGA L'INVIO DI AIUTI MILITARI ALL'UCRAINA PER TUTTO IL 2025. MA LA DUCETTA È DUBBIOSA: TEME GLI SGAMBETTI DI SALVINI…

1 - KIEV SPINGE PER LA NATO, ALLEATI DIVISI

Esratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

volodymyr zelensky - vertice nato a washington

La Nato si concentra su un obiettivo di breve periodo: l’Ucraina deve resistere al tentativo di Vladimir Putin di guadagnare più territorio possibile da qui al 20 gennaio, quando alla Casa Bianca si insedierà Donald Trump.

 

I ministri degli Esteri, riuniti ieri e oggi a Bruxelles, guardano anche alla crisi in Siria. Con una preoccupazione: potrebbe alimentare nuovi flussi migratori anche verso l’Europa. E una considerazione strategica: Putin potrebbe essere costretto a sottrarre risorse dal fronte ucraino per correre in soccorso del despota siriano Bashar Assad. […]

 

volodymyr zelensky donald trump

In serata la cena nel formato del «Consiglio Nato-Ucraina»: ospite Andrii Sybiha. Il neo ministro degli Esteri ucraino ha chiesto nuovi armamenti e ha sollevato il punto politico considerato vitale da Volodymyr Zelensky: l’ingresso rapido di Kiev nell’Alleanza Atlantica, come condizione irrinunciabile per avviare i negoziati con Vladimir Putin.

 

Il vertice dei capi di Stato e di governo a Washington, nel luglio scorso, aveva deciso che «il percorso» dell’Ucraina verso la Nato fosse «irreversibile». Ma non ci fu alcuna chiara indicazione sui tempi. In realtà i 32 soci della Nato sono divisi. I Paesi baltici più la Polonia e forse il blocco scandinavo aprirebbero le porte a Zelensky anche domani.

 

MARK RUTTE DONALD TRUMP

Tutti gli altri, a cominciare dagli Stati Uniti, ritengono che prima dovrà terminare il conflitto con la Russia. Questa differenze spiegano perché ieri Mark Rutte, segretario generale della Nato, abbia semplicemente ignorato le domande dei giornalisti sul tema. [...]

 

Del resto sarebbe stato velleitario prendere un’altra posizione, con Trump sull’uscio. Nelle conversazioni informali molti ministri hanno condiviso un concetto: lasciare l’Ucraina nelle mani di Putin potrebbe rivelarsi una mossa controproducente per l’amministrazione trumpiana. Oltre alla Russia, Iran e Corea del Nord si sentiranno incoraggiati ad alzare il livello di scontro con gli americani. E anche la Cina potrebbe accelerare i piani per annettersi Taiwan.

 

Oggi i ministri esamineranno la situazione sul campo di battaglia in Ucraina. L’armata putiniana avanza nel Donbass a un ritmo di 10 chilometri al giorno, contro i due chilometri di qualche mese fa. L’esercito ucraino è a corto di soldati. Blinken ha chiesto a Sybiha perché Zelensky si sia rifiutato di abbassare da 25 a 18 anni la soglia di età per le nuove reclute. [...]

 

2 - ARMI A KIEV PER IL 2025 NUOVO DECRETO IN ARRIVO (ASPETTANDO TRUMP)

Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”

 

volodymyr zelensky giorgia meloni foto lapresse 6

Un altro anno di armi a Volodymyr Zelensky. Missili, munizioni, radar, quanto serve per difendersi dagli attacchi delle truppe di Vladimir Putin. Il governo ha pronta la bozza del decreto che prorogherà l'invio di aiuti militari all'Ucraina per tutto il 2025. Mentre si prepara a chiudere il decimo pacchetto di equipaggiamento bellico per il Paese aggredito dalla Russia. Dentro nuove munizioni per la difesa aerea e i missili Aster per ricaricare i Samp-T, le batterie di produzione italo-francese poste a difesa delle grandi città.

 

Medita di rompere gli indugi, la premier Giorgia Meloni, insieme al ministro della Difesa Guido Crosetto. Ovvero di portare in Parlamento per il via libera il "decreto Ucraina" già prima di Natale. Una scelta politica che a Palazzo Chigi nessuno prende alla leggera. Perché solo un mese più avanti, a fine gennaio, alla Casa Bianca prenderà posto Donald Trump.

 

[...]

 

giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse.

Ma non è escluso che il via libera in aula slitti a gennaio. Formalmente per un'agenda parlamentare già ingolfata e occupata dalla Manovra da approvare entro Natale. Anche se qualche settimana in più potrebbe tornare utile alla destra di governo per temporeggiare, sondare gli umori a Washington Dc: che fare di Zelensky e dell'Ucraina? Meloni ha promesso al presidente in mimetica, ricevuto a Roma solo un mese fa, che l'Italia non gli volterà le spalle. Certo il diavolo è nei dettagli.

 

La presidente del Consiglio è la prima a soppesare, nei caminetti con i suoi consiglieri, i rischi di una linea troppo marcata, un azzardo davanti agli elettori. Da mesi ha dato ordine di soppesare anche le dichiarazioni pubbliche del governo. Da dove via via parole come "armi" e "guerra" hanno iniziato a sparire. Pesano l'incognita Trump e il posizionamento in Europa.

 

scoglio nato vignetta by rolli il giornalone la stampa

[...] I fatti, intanto, raccontano un governo che si muove sul dossier ucraino e conferma almeno sulla carta la linea pro-Nato. Di recente, come anticipato da questo giornale, Meloni ha dato via libera a triplicare i fondi in Manovra per le forze speciali italiane impegnate con la Nato alla frontiera est-europea: un miliardo e trecento milioni in più.

 

Ieri ha ufficializzato il decimo pacchetto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: la nuova partita per Zelensky «è pronta». Dovrebbe entrarci, stando a quanto si riesce a ricostruire, una nuova partita di missili Aster per le due batterie Samp-T attualmente in funzione in Ucraina. [...]

 

Come dovrebbe essere confermato anche il sostegno logistico e di intelligence italiano alle forze armate ucraine. Con l'accesso a due satelliti orbitali del sistema Cosmo Sky-Med che segnalano la posizione delle truppe russe, esclusivamente dentro al territorio ucraino (durante la controffensiva russa di Kursk questo supporto è venuto meno). Impossibile invece inviare una nuova batteria di Samp-T. L'Italia ne ha solo cinque e una dovrà essere schierata a breve alle porte di Roma per schermare i cieli durante il Giubileo del 2025. [...]

 

GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI

Quanto al decreto Ucraina alle limature finali, è la cornice legale che permette di inviare per tutto l'anno pacchetti militari a Kiev. Permette, non obbliga, sia chiaro. È comunque un segnale politico, un test anche per il centrodestra. Se a parole Matteo Salvini ha garantito che la Lega voterà a favore del decimo invio di munizioni, «come abbiamo sempre fatto», nelle retrovie crescono i mal di pancia leghisti per la linea pro-Kiev.

 

Non mancheranno a breve le occasioni per testare la compattezza del governo su un dossier sempre più spinoso, man mano che l'ombra di Trump si staglia sulla Casa Bianca. Il decreto Ucraina sarà preceduto da una risoluzione in aula, proprio come il prossimo Consiglio europeo di Meloni con le consuete dichiarazioni della vigilia. Il tempo dirà.

giorgia meloni volodymyr zelensky foto lapresse

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…