carbone cina xi jinping

È INUTILE CHE STIAMO A FARCI LE PIPPE SULL’AMBIENTE SE IL PIÙ GRANDE INQUINATORE DEL MONDO CONTINUA A FOTTERSENE ALLEGRAMENTE - MENTRE I LEADER MONDIALI SONO IMPEGNATI A GLASGOW PER LA COP26 LA CINA HA AUMENTATO LA PRODUZIONE GIORNALIERA DI CARBONE DI OLTRE UN MILIONE DI TONNELLATE, PER ALLENTARE LA CRISI ENERGETICA CHE ATTANAGLIA IL PAESE - LA LETTERA DI XI JINPING ALLA CONFERENZA DELL’ONU (CHE HA SALTATO): “I PAESI SVILUPPATI FACCIANO DI PIÙ”

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

1 - COP26: CINA, SALE PRODUZIONE CARBONE DI 1,1 MLN TONNELLATE

(ANSA) - La Cina ha aumentato la produzione giornaliera di carbone di oltre un milione di tonnellate negli sforzi per allentare la crisi energetica, mentre a Glasgow, nella cornice della Cop26, i leader mondiali sono impegnati nei colloqui sul clima per scongiurare gli effetti del global warming.

 

La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (Ndrc), il massimo organo cinese impegnato nella pianificazione economica, ha reso noto che la produzione media giornaliera di carbone è salita a oltre 11,5 milioni di tonnellate dalla metà di ottobre, con un aumento di 1,1 milioni di tonnellate rispetto alla fine di settembre.

 

Il più grande importatore di carbone al mondo è alle prese negli ultimi mesi con blackout e razionamenti di elettricità che hanno causato gravi problemi alla catena produttiva e di approvvigionamento, scontando gli obiettivi di taglio alle emissioni e i prezzi record dei combustibili fossili, carbone in testa.

Inquinamento cina

 

Diverse fabbriche, infatti, sono state costrette a interrompere le operazioni, sollevando i timori sulla tenuta della supply chain globale. La stretta sta scontando anche la politica della 'tolleranza zero" contro il Covid-19 che ha visto Pechino quasi chiudere i suoi confini con il mondo esterno, ostacolando le spedizioni di materie prime dall'estero, aggravando anche gli effetti del duro scontro diplomatico in corso con l'Australia che ha portato a un drastico calo delle importazioni di carbone.

la cappa sopra pechino

 

Alla fine di ottobre, dopo vari interventi, la produzione giornaliera di carbone aveva raggiunto 11,72 milioni di tonnellate, un record negli ultimi anni. Anche i prezzi spot del carbone sul mercato domestico stanno "calando rapidamente", con il contratto principale dimezzato a 970 yuan per tonnellata. "Anche i livelli di stoccaggio sono aumentati velocemente con il graduale miglioramento della situazione di domanda e offerta", ha riferito la Ndrc.

 

Da settembre 2020, il presidente Xi Jinping ha annunciato e poi aggiornato l'obiettivo e la visione di picco e neutralità del carbonio, rispettivamente entro il 2030 e il 2060, e ha proposto obiettivi nazionali indipendenti e misure politiche specifiche sul fronte domestico e all'estero, come il blocco ai finanziamenti di nuove centrali a carbone.

 

VLADIMIR PUTIN XI JINPING BY EDOARDO BARALDI

Allo stato, la Cina è il più grande inquinatore (29,9% di emissioni) al mondo, con l'87% delle produzione energetica legata ai combustibili fossili (di cui il 60% costituito dal carbone) e la fase di transizione si è dimostrata complessa. Nella prima metà del 2021 sono stati costruiti 18 nuovi altiforni per l'acciaio (Pechino ha una quota mondiale di produzione del 50%) e 43 centrali elettriche a carbone. Il target di fonti rinnovabili e nucleare è stato aggiornato al 2030 dal 20 al 25%, dal 15% attuale, e all'80% entro il 2060, riducendo l'intensità delle emissioni - la quantità per ogni punto di Pil - di oltre il 65%. Xi ha presentato a Glasgow solo una dichiarazione scritta

 

2 - LA LETTERA DI XI: "I PAESI SVILUPPATI FACCIANO DI PIÙ"

Lorenzo Lamperti per "la Stampa"

 

JOE BIDEN XI JINPING

Dopo la videoconferenza, ecco la lettera. G20 e Cop26 devono fare a meno della presenza di Xi Jinping. Il presidente cinese ha inviato a Glasgow un messaggio scritto nel quale dà tre consigli su come affrontare il cambiamento climatico: mantenere il consenso multilaterale, accelerare la «trasformazione verde» con l'aiuto della tecnologia e operare «azioni concrete», invito rivolto ai Paesi sviluppati che «non solo devono fare di più, ma devono fornire anche sostegno ai Paesi in via di sviluppo».

 

Inquinamento Cina 2

Intanto ci si interroga sulla doppia assenza di Xi, che non lascia la Cina da quasi due anni. Ufficiosamente a causa della pandemia, ma in realtà anche per altre ragioni. La prima è simbolica: Pechino ritiene che le piattaforme multilaterali a «guida occidentale» vengano utilizzate al solo scopo di contenere la sua ascesa.

 

JOE BIDEN XI JINPING

Così diventa superfluo o addirittura dannoso cercare dei compromessi coi propri «grandi accusatori». La seconda ragione è interna e politica: Xi ha iniziato la delicata lunga marcia che lo dovrà portare a ottenere il terzo mandato. Col sesto plenum della prossima settimana la Cina entra ufficialmente nei 12 mesi che precedono il congresso del Partito comunista.

 

Dietro i silenzi, è un anno tradizionalmente foriero di trame e rese dei conti. Xi non può mostrarsi debole, né distrarsi sui dossier interni che rischiano di danneggiarlo: dalla crisi immobiliare a quella energetica, fino alla recente carenza di carburante..

inquinamento in cina 3

 

C'è persino chi immagina che possa tentare un'azione su Taiwan per cementare il suo ruolo ma al momento appare un'ipotesi remota, una carta disperata da rischiatutto che Xi non sembra doversi giocare.

 

D'altra parte, tra una decina di giorni il plenum approverà la terza risoluzione sulla storia dopo quelle che spianarono la strada alle visioni di futuro di Mao Zedong e Deng Xiaoping. Anche Xi, come loro, si vede timoniere. E quel timone in questo momento non può lasciarlo, neppure per G20 o Cop26.

Inquinamento Cina 3caccia cinesi sopra taiwan xi jinping gioca a calcio 1xi jinpingxi jinping

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…