NELLA TERRIBILE ESTATE DEL 1989 MARADONA NON VOLEVA TORNARE A NAPOLI PER LE MINACCE DEI CLAN ALLE SUE FIGLIE - “SE LE TOCCANO NON GIOCHERO’ PIU’ A CALCIO”, DISSE AL BOSS GIULIANO, CHE LO TRANQUILLIZZO’: “NESSUNO VI FARA’ DEL MALE” - IL FASCICOLO FINI’ NEL NULLA. POI L’INCHIESTA SU DROGA E PROSTITUZIONE ALLA FINE DEL ’90 - ''IL MATTINO'' RICORDA LE FOTO DI MARADONA CON I BOSS GIULIANO (CHE RIMASE DUE ANNI NASCOSTA) E LE LITI FURIBONDE TRA IL FUORICLASSE E IL…

Gigi Di Fiore per www.ilmattino.it

MARADONA BOSS GIULIANO

 

Ci toccò un compito ingrato, a me e al collega Elio Scribani nella Cronaca allora guidata da Peppe Calise. Ingrato come doversi occupare e scrivere, a volte per primi con inviti a trasmissioni Rai, altre con i colleghi di più giornali, delle pagine amare di Diego.

 

Era il Maradona uomo, «vittima della sua fragilità e della sua solitudine» ha ricordato il suo storico avvocato penalista, Vincenzo Siniscalchi. Ci toccò e tutto cominciò nella terribile estate del 1989.

 

Quell’estate, Maradona era in Argentina e non rientrava. Si parlava di contrasti con il presidente Corrado Ferlaino, ma anche di minacce dei clan della camorra. Calise aveva avuto soffiate buone da ambienti giudiziari, con la conferma che alcune foto compromettenti su Maradona a casa della potente famiglia camorristica dei Giuliano di Forcella, di cui si vociferava da almeno un paio d’anni, esistevano. E si mosse.

 

diego maradona a tavola con il clan giuliano

Ricordo che aveva un appuntamento a Castelcapuano, sua guida fu un avvocato, oggi scomparso, che difendeva clienti nell’indagine per droga su due coniugi di Forcella: Emilia Troncone e Raffaele De Clemente. E Peppe andò «a pesca», tornando con alcune di quelle 71 foto che il 27 febbraio 1986 la Squadra mobile di Napoli, guidata da Matteo Cinque, aveva sequestrato nel corso della perquisizione a Forcella in casa di Carmine Giuliano legata a quell’indagine.

 

Foto tenute a lungo nascoste: Maradona nella famosa vasca a forma di conchiglia con Carmine Giuliano, uno dei fratelli boss scomparso per tumore schiavo della cocaina; il brindisi con Erminia Celeste Giuliano, la sorella. Il Mattino le pubblicò. Fu uno scoop, ripreso dai giornali di tutto il mondo.

 

diego maradona a casa dei giuliano a napoli

Scrisse Calise, in un pezzo a quattro mani con Enzo Perez: «Diego Maradona si è lamentato perché il suo nome è stato associato a fatti di droga e camorra. È apparso addolorato. Nessuno vuole fare collegamenti diretti, ma è innegabile che certe voci circolano e circolavano. Perché?». Il tappo era saltato, le protezioni a Maradona franavano. E la sua assenza prolungata da Napoli alimentava sospetti.

 

Maradona lo avrebbe ammesso nel 2017. Quell’estate sentì a telefono Carmine Giuliano. Le foto avevano scatenato un putiferio e lui temeva ritorsioni. Aveva scritto il 6 marzo 1986 Matteo Cinque, nel suo rapporto sulle foto: «Non sfugge a quest’ufficio la strana presenza di Maradona in compagnia di pregiudicati inquisiti di associazione camorristica, ritenuti organizzatori del lotto e totocalcio clandestino. Appare opportuno procedere a ulteriori accertamenti per acclarare il ruolo del Maradona nel contesto sopramenzionato».

 

L’anno dopo, il Napoli avrebbe vinto il primo scudetto. Maradona in campo faceva scintille, incantava. Tutto fu messo a tacere. Eppure, il 3 dicembre del 1986, in gran segreto Diego fu sentito dai pm Lucio Di Pietro e Linda Gabriele. E spiegò: «Normali foto con tifosi, nel corso di festeggiamenti».

 

carmine giuliano diego armando maradona

A Carmine Giuliano piaceva vantarsi della conoscenza famosa e, sentito in Procura sempre nel 1986, dichiarò: «Sono un acceso tifoso di Maradona, un ultras come tutte le persone nelle foto. Dopo l’inaugurazione del Napoli club a Forcella, è stato a casa di tanti tifosi e anche a casa mia».

 

Diego non si sottraeva, sempre disponibile con i tifosi, sottovalutava i clan di cui nulla sapeva. Erano passati solo due anni dall’apoteosi del 5 luglio 1984, con la presentazione al San Paolo dinanzi a migliaia di tifosi. E fu invitato all’inaugurazione del Napoli club a Forcella. Così lo descrisse il giornalista argentino Guillermo Blanco: «Era l’idolo arrivato nel cuore di Forcella, la Casbah napoletana. Arrivò con altri calciatori del Napoli. Fu un caos totale».

 

Naturalmente, Diego fu invitato dai Giuliano e nella loro casa accettò di brindare e farsi fotografare. Nell’estate del 1989, in contemporanea con la bomba delle foto, circolavano voci sulle minacce dei clan a Diego che temeva per le figlie e restava in Argentina. Diffuse un comunicato parlando di «complotto». «Se toccano le mie figlie, non giocherò più al calcio» disse al telefono a Carmine Giuliano che lo rassicurò: «Nessuno farà del male a te e alla tua famiglia».

guillermo coppola maradona

 

Maradona tornò e il 28 settembre del 1989 fu sentito come teste da Federico Cafiero de Raho, allora pm a Napoli, oggi procuratore nazionale antimafia, che indagava sulle minacce. Alla fine, il fascicolo fu archiviato. Poi, l’inchiesta su droga e prostituzione alla fine del 1990, che coinvolse il clan Lo Russo.

 

Ci fu un processo e l’avvocato Siniscalchi ottenne per Maradona il patteggiamento a un anno e tre mesi. Quando l’otto febbraio 1991 Diego fu interrogato a Castelcapuano, ci mise tempo a salire in Procura al terzo piano. Centinaia tra agenti e dipendenti lo fermavano per foto e autografi. Quando scese, mi avvicinai per una dichiarazione. Mi gelò: «Sei del Mattino, con voi non parlo». Non aveva perdonato la pubblicazione delle foto.

 

Ci volle tutto il tatto e l’abilità di Ciccio Marolda allo sport per recuperare il rapporto del Mattino con il campione. Ma il 1991 e l’anno successivo fu un susseguirsi di vicende, che dovemmo seguire: la droga, le prostitute, le amicizie discutibili. In via Chiatamone venne uno strano personaggio, una ex guardia giurata che mi consegnò un memoriale. Era Pietro Pugliese. Pubblicammo e fu scoop con invito da Biscardi.

carmine giuliano diego armando maradona

 

Nel memoriale si parlava del Pallone d’oro di Maradona rubato alla Banca della Provincia di Napoli che Diego tentò di recuperare interessando il clan Lo Russo di Miano e anche di risentimenti particolari verso tre giornalisti sportivi, tra cui Mimmo Carratelli del Mattino, con minacce.

 

Andai anche a Como, dove si era trasferita Juana Bergara, ex cameriera di casa Maradona. Chiese soldi per un’intervista e me ne tornai. Sciacalli si catapultavano sulle fragilità dell’uomo, insuperabile in campo. Poi la triste fuga nella notte da Napoli, il primo aprile 1991.

 

«Voglio bene ai napoletani anche se c’è qualcuno che vuole mettermi contro di loro» dichiarò. Al processo a Roma, seguito alle dichiarazioni di Pugliese, non fu mai presente. Venne assolto. Indimenticabile per le sue prodezze di calciatore. Fu triste raccontare le sue fragilità, in una città che sa amare, ma riesce anche a stritolare i suoi miti.

diego maradona diego maradona il documentario di asif kapadia 4diego maradona 2diego maradona il documentario di asif kapadia 1maradonamaradonaDIEGO ARMANDO MARADONA

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...