Alessandro Da Rold per “la Verità”
A pochi giorni dalla fine del governo Draghi, nella Pubblica amministrazione prosegue la corsa alle nomine. Inutile dire, tutte a orientamento dem.
Come La Verità ha anticipato in questo ultimo mese, tra ministeri e partecipate, il governo ha affidato diversi incarichi per blindarli in vista della nascita di un nuovo esecutivo dopo le elezioni. Così, all'ufficio che cura il coordinamento e la gestione delle attività propedeutiche per il golden power adesso si è insediato Bernardo Argiolas.
Il dirigente, sostenuto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, ma anche benedetto del Quirinale, è stata una delle prime nomine, avvenute tramite interpello interno, un bando di assunzione che sembrerebbe costruito ad hoc. Sponsorizzato dal Pd, Argiolas ha quindi in mano «il coordinamento e la gestione delle attività propedeutiche all'esercizio dei poteri speciali del governo nei settori di rilevanza strategica della Difesa e della sicurezza nazionale, dell'energia e dei trasporti».
È un incarico di spessore, che sarà decisivo per la politica industriale all'estero del prossimo governo. Eppure l'iter per nominare un perno così delicato della politica è stato molto snello. Pubblicato un interpello, si è formata una commissione e l'incarico è stato affidato ad Argiolas, nonostante fosse un dirigente di seconda fascia mentre per dirigere un ufficio come quello del Golden power sarebbe dovuto essere di prima e proveniente dalla presidenza del Consiglio dei ministri: Argiolas arriva invece dall'Autorità trasporti. Nell'ultimo mese gli interpelli sono stati numerosi, tanto che si può tranquillamente calcolare che il governo abbia raddoppiato il numero di quelli fatti durante i sette mesi precedenti. Il 16 settembre scorso ne è poi uscito un altro per un dirigente di seconda fascia al Dipe, Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica. Peccato fosse già stato pubblicato tre giorni prima, andando deserto: evidentemente l'obiettivo non era andato a segno. Ma il Pd non si è fermato ai ministeri.
ROBERTO GAROFOLI E MARIO DRAGHI
Il partito di Enrico Letta è riuscito nella zampata di piazzare un dirigente anche al Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, dove dal 12 maggio del 2021 è direttore Elisabetta Belloni, ambasciatrice ma soprattutto ex segretario generale della Farnesina nel 2016 durante il governo di Matteo Renzi. Il Dis è un dipartimento della presidenza del Consiglio che coordina il lavoro dei nostri servizi segreti e programma le attività delle agenzie Aise e Aisi, spionaggio e controspionaggio. Negli ultimi sei mesi l'incarico di capo del personale del Dis è rimasto vacante.
A occuparsene, tramite una consulenza esterna, è stata Franca Triestino, prefetto, già vicecapo di gabinetto del Viminale e considerata molto vicino all'attuale ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Questi sei mesi, quindi, non sono serviti per cercare profili di spessore dentro il reparto sicurezza. Così, caso vuole, che a pochi giorni dalle elezioni la macchina amministrativa del dipartimento sia entrata in funzione. È stato scelto Angelo Tanese, un nome conosciuto soprattutto in ambito sanitario.
È dal 2014 il direttore generale dell'Asl di Roma 1, con oltre 7.000 operatori tra dipendenti, collaboratori e medici a convenzione e una popolazione di riferimento di circa un milione di abitanti. Nominato nel 2014 è stato poi confermato nel ruolo lo scorso 28 marzo con decreto a firma del presidente della Regione Lazio, il dem Nicola Zingaretti.
Tanese è considerato molto vicino al Partito democratico. Non sarebbe altrimenti, guardando il suo curriculum. Vanta una laurea in economia aziendale alla Bocconi con specializzazione in Economia delle amministrazioni pubbliche, poi perfezionata presso l'Institut d'Etudes Politiques (SciencesPo) di Parigi, università dove il segretario Enrico Letta ha diretto la Scuola di affari internazionali. Il dirigente ha lavorato soprattutto con la Regione Lazio di Zingaretti negli ultimi otto anni, ha curato, come riporta nel suo curriculum, la fusione in un'unica «azienda di ben tre aziende sanitarie, Asl Roma A, la Asl Roma E e l'Azienda ospedaliera San Filippo Neri».
Tanese e Belloni, si conoscono dai tempi della Farnesina, anche perché il Poliambulatorio degli Affari esteri, che si trova dentro il ministero, è di competenza dell'Asl di Roma 1. Da qui evidentemente la scelta di pescare una figura così delicata (il capo del personale dice la sua anche sugli incarichi e i nuovi ingressi) dall'esterno del settore. Non è la prima volta che la Belloni decide di affidare a un esterno un incarico interno del Dis. È recentemente capitato anche con il capo della segreteria, il capo della divisione analisi e il capo ufficio analisi, tutti ex membri del Maeci già noti all'ambasciatrice per il suo passato in Farnesina. Nomine tutte legittime, compresa l'ultima. Sull'opportunità è un altra questione. Mancano pochi giorni al voto e il centrodestra è rimasto anche stavolta spiazzato.