wind tre frode

NON APRITE QUEL BANNER - SECONDO I PM C'ERA UNA "FORMULA DELLA FRODE" CHE METTEVA IN RELAZIONE IL PROFITTO ILLECITO DI WIND CON QUELLO DEI PRODUTTORI DI CONTENUTI COME BRIGHTMOBI E YOOM - AI CLIENTI VENIVA FATTO PAGARE DI PIÙ IN BOLLETTA GRAZIE AI COSTI PER SERVIZI NON RICHIESTI - LA LOGICA ERA "PORTAR VIA POCO MA A TANTI" SU QUESTI COSTI AGGIUNTIVI "A ZERO CLICK"  – LA RETTIFICA DI ALESSANDRO LAVEZZARI

LA RETTIFICA DI ALESSANDRO LAVEZZARI

Riceviamo e pubblichiamo: 

 

Egregio Direttore,

tim wind tre vodafone

Le scrivo su incarico del mio assistito, dott. Alessandro Lavezzari, per rappresentarLe che nell’articolo pubblicato il 14 gennaio 2021 a pag. 24 dell’edizione nazionale cartacea del Corriere della Sera, nonche sul sito della testata www.corriere.it (https://www.corriere.it/cronache/21_gennaio_14/wind-truffa-servizi-pagamento-21-milioni-euro- sequestrati-0523a398-55d6-11eb-a877-0f4e7aa8047a.shtml) e riportata una notizia incompleta e non del tutto esatta.

 

Si trascura infatti che il Giudice per le indagini preliminari di Milano, come emerge dall’ordinanza citata, ha disposto il sequestro preventivo esclusivamente in ragione degli elementi indiziari emersi in relazione alla posizione di un altro indagato e non gia a quella del mio assistito.

 

WINDTRE

Viceversa, all’interno del provvedimento cautelare, il nome del dott. Lavezzari compare solo nelle vesti del soggetto che, sulla base dei documenti raccolti, semplicemente manifestava preoccupazione ritenendo implicitamente meritevole di verifica, nell’ambito della compliance societaria, proprio quei fatti che, lo si ricorda, sono ancora attualmente oggetto di indagini.

 

Poiche, pertanto, dalla lettura complessiva dell’articolo emerge, in relazione alla figura del mio assistito, una versione travisata dei fatti, Le chiedo di voler modificare la notizia riportata su sito www.corriere.it, se del caso integrandola, nonche comunque di provvedere, ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, comunicandoLe che, in difetto, intraprendero le iniziative necessarie volte a tutelare la reputazione personale e professionale del mio assistito.

 

Prof. Avv. Carlo Enrico Paliero

 

TRUFFA WIND, ECCO LA «FORMULA DELLA FRODE» PER FAR PAGARE DI PIÙ IN BOLLETTA

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera

 

C'è una sorta di «formula della frode», sui servizi telefonici attivati a insaputa degli utenti che non sapevano di pagarli, alla base della quantificazione dei 21,2 milioni sequestrati l'altro ieri dalla gip milanese Patrizia Nobile a Wind, come «percentuale incamerata per i servizi a valore aggiunto attivati pacificamente con modalità fraudolente» fino al novembre 2018 dalle società produttrici di contenuti Brightmobi e Yoom per il tramite della piattaforma tecnologica dell'azienda Pure Bros.

 

windtre rho milano

E proprio i due giovani informatici italiani di Brightmobi e Yoom, indagati a Dubai e bersaglio già mesi fa di un sequestro di altri 12 milioni, hanno aiutato gli inquirenti a decifrare gli intrecci contrattuali che rendono lucroso per l'intera filiera (compagnie telefoniche, hub tecnologici, produttori di contenuti) il «portar via poco ma a tanti» su questi servizi aggiuntivi «a zero click»: giochi, suonerie, meteo, oroscopi attivati a sovrapprezzo sulla scheda Sim dell'utente senza sua richiesta, ma con fraudolenti banner pubblicitari.

 

Riassunta dagli indagati, la formula V=(B/0,45+Y/0,45) mette in relazione il profitto illecito della compagnia telefonica (in questo caso Wind) con quello di produttori di contenuti (come Brightmobi e Yoom).

 

E si intuisce che altro documento rilevante per l'inchiesta del pm Francesco Cajani e della GdF sia il «quaderno sequestrato in azienda a Alessandro Lavezzari» (uno dei tre ex manager Wind indagati), «dal quale emerge la sua preoccupazione per la perquisizione nella sede di Pure Bros il 9 gennaio 2019»: lo stesso quaderno dal quale Lavezzari, difeso dal professor Carlo Enrico Palliero, ora confida di dimostrare d'aver per tempo posto all'attenzione della società le possibili criticità di questo particolare mercato.

 

WINDTRE 1

Così particolare che intanto la Procura coglie «legami tra Luigi Saccà» (pure indagato ex manager Wind) «e due fornitori di contenuti, di cui ha rispettivamente il 10% e il 33%»: e del resto già mesi fa lo stesso Saccà, pur parlando in generale, ai pm aveva confermato «il diffuso fenomeno di molte società riferibili ai medesimi soggetti», perché «per i proprietari, a seguito di sanzioni con le società precedenti, era più facile continuare a lavorare con Wind e altri operatori. Non facevamo le visure societarie perché la direzione "compliance" di Wind Tre ci disse che non c'era il budget necessario».

 

Più solerte vigilanza, guarda caso, sarebbe stata invece praticata per non rovinare un altro meccanismo della frode, e cioè l'attivazione di servizi non sulle schede Sim dei telefonini dei clienti ma sulle Sim che (specie nella domotica) consentono il trasferimento automatico di dati tra due dispositivi.

 

WIND TRE

Gli indagati «dubaiani» hanno infatti raccontato ai pm che dall'hub tecnologico Pure Bros ricevevano centinaia di migliaia di questi numeri «M2m» (cioè «Machine to machine»), ma che «Pure Bros ci fornì anche una sorta di blacklist che conteneva dipendenti di Wind e altri numeri che era meglio non attivare per ragioni di politica interna Wind»: prima, insomma, che finisse a comica, e che a pagare l'oroscopo fosse l'ignara scheda Sim non solo di un frigorifero o di una caldaia, ma magari anche proprio di un manager o cliente importante della compagnia.

 

Nell'estate 2020 i pm avevano segnalato all'Agcom che il sistema delle attivazioni fraudolente, «verificato da noi su Wind», appariva «praticato allo stesso modo da altri operatori», e Agcom aveva avviato ispezioni su Tim e Vodafone: ad oggi o non ne è concluso l'iter o non ne è ancora comunicato sul sito l'esito.

 

 

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?