castelli lunardi alemanno rizzo

NON CE LA FANNO PROPRIO A GODERSI LA PENSIONE E AD ANDARE FORA DAI BALL - DA LUNARDI A LETIZIA MORATTI, L’ETERNO RITORNO DEI POLITICI CHE NON SANNO USCIRE DI SCENA – CASTELLI METTE IN CAMPO UN NUOVO PARTITO: “NELLA POLITICA DI SALVINI C’È ORMAI UNA DERIVA MERIDIONALISTA. FONDO IL PARTITO POPOLARE DEL NORD” - GIANNI ALEMANNO PROVERÀ A CANDIDARSI ALLE EUROPEE, NON FOSSE ALTRO CHE PER FAR DISPETTO A MELONI. MAGARI CON AL FIANCO L’EX COMUNISTA MARCO RIZZO…

Roberto Gressi per il Corriere della Sera - Estratti

 

pietro lunardi 22

Pietro Lunardi, da Parma, classe 1939. Paola Binetti, Roma, 1943. Roberto Castelli, Lecco, 1946. Roberto Formigoni, ancora Lecco, 1947. Letizia Moratti, Milano, 1949. Tre ragazzini: Nichi Vendola, da Bari, 1958. Gianni Alemanno, di nuovo Bari, 1958. Marco Rizzo, Torino, 1959, che comunque la somma di ognuno, di anni, ne fa almeno 64.

 

L’eterno ritorno, gli dèi ci perdonino. Per Nietzsche è una concezione cosmologica secondo la quale il corso degli eventi del mondo, compiuto il proprio ciclo, ritorna su se stesso. Per Vico l’umanità passa dalla fantasia alla ragione e poi, corrompendosi, ricade nello stato selvaggio. Cincinnato ha un doppio volto: è colui che nonostante i meriti acquisiti si ritira a una modesta vita privata. Oppure gli piace darlo a credere, e ostenta una semplicità che non gli appartiene, pronto a piazzare la zampata.

 

(...)

pietro lunardi silvio berlusconi

Pietro Lunardi, ingegnere, ex ministro delle Infrastrutture del secondo e terzo governo Berlusconi, è diventato consulente di Matteo Salvini per il Ponte sullo Stretto, che, salvo errori, è immaginato al Sud. Ma era lui o non era lui che ebbe a dire: «Mafia e camorra ci sono sempre state e sempre ci saranno. Dovremo convivere con queste realtà». E quindi, sacrosanto, «questo problema non ci può impedire di fare le infrastrutture». E poi, meno sacrosanto, «c’è il segreto per evitare che nascano questi problemi di camorra, che ci saranno, per carità, e ognuno se li risolverà come vuole». Allerta spoiler: sì, era lui.

 

roberto castelli

«Via passasti con la spada in pugno ed il cilicio al cristian petto», e questo è Carducci, e quindi lasciatela stare Paola Binetti, pure lei consulente, questa volta della commissione diritti umani per occuparsi dei feti. Anche lei tra i ritornanti, senatrice con la Margherita, poi nel Pd, poi con l’Unione di centro, poi con Scelta civica, e ancora gruppo misto, Forza Italia, infine sconfitta da Renate Gebhard della Svp. «Sono pure stata presa in giro per essermi lasciata sfuggire la storia del cilicio — ha raccontato ad Aldo Cazzullo —. Che Cosa pensavano? Di avere a che fare con una Zapatera?». Da vocabolario, cilicio: cintura ruvida e nodosa, che si porta sotto gli abiti, come pratica religiosa di penitenza. «Nella politica di Salvini c’è ormai una deriva meridionalista. Per questo prima ho lasciato la Lega e oggi fondo il Partito popolare del Nord».

 

castelli salvini

Chi se lo ricorda Roberto Castelli? Ingegnere pure lui, ministro della Giustizia, fedelissimo di Umberto Bossi, avvistato in piazza nei tempi d’oro a gridare: «Chi non salta italiano è, è!». Punta alle elezioni europee in versione Jacques de La Palice: «Sotto l’uno per cento sarà un insuccesso, tra l’uno e il tre si vedrà, sopra il quattro sarà un trionfo». «Sono felice e sto benissimo, sto per andare a pranzo con cinque o sei amici...».

 

marco rizzo

E fin qui ci sta, la gioia di Formigoni, dopo che si è scontato per intero la condanna a cinque anni e dieci mesi per corruzione. Il debito con la giustizia lo ha pagato, e ci mancherebbe che non possa sbocconcellare una cotoletta orecchia d’elefante con due foglie di rucola. È l’aggiunta che sa di recidiva politica: «La cosa che mi è pesata veramente è l’ingiustizia della condanna che ho subito — ha detto a Giuseppe Guastella sul Corriere —. Certo, avrei fatto meglio a non fare quelle vacanze… E che sia chiaro, in questo momento non sono candidato da nessuna parte e le elezioni sono a giugno, si vedrà, e comunque bisognerà prima verificare se e quando potrò candidarmi, e questo non è ancora chiaro». Perché al momento è interdetto, almeno fino a quando e se sarà riabilitato.

 

E pure Letizia Moratti ci pensa alle Europee, lei che dopo essere stata tritata da Attilio Fontana nella corsa terzopolista alla guida della Regione Lombardia è tornata tra gli amici di Forza Italia. E poi Gianni Alemanno, che ci proverà probabilmente in proprio a candidarsi, non fosse altro che per far dispetto a Giorgia Meloni, che considera schiacciata sotto il tallone di ferro di londoniana (nel senso di Jack London) memoria. Magari con al fianco Marco Rizzo, comunista come Mario Brega, cioè non con un pugno solo chiuso, ma con tutti e due, come da film di Carlo Verdone. Perché poi che Mario Brega fosse, nella realtà, convintamente di destra, lo sanno tutti.

gianni alemanno massimo arlechino indipendenza

 

Resta Nicola Maria Vendola, detto Nichi, che il gran passo del ritorno politico l’ha già fatto: è il nuovo presidente di Sinistra italiana, non c’è stato neanche bisogno di votare, trionfo per acclamazione. «È un ritorno alla politica attiva, questo sì, ma non mi candido a niente», ha giurato. E bisogna credergli, anche perché, quando c’è da essere eletti, in Sinistra italiana bisogna mettersi in fila dietro Elisabetta Piccolotti e suo marito Nicola Fratoianni, con ogni evidenza i più bravi di tutti.

gianni alemanno presenta il partito indipendenza 5massimo arlechino gianni alemanno indipendenza

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO