NON DITE CHE NON VI AVEVAMO AVVERTITO – LA SVEZIA HA IL TASSO DI MORTALITÀ DA CORONAVIRUS PIÙ ALTO D'EUROPA: 6,25 DECESSI AL GIORNO OGNI MILIONE DI PERSONE. L’ITALIA NE HA MENO DI 3 E IL REGNO UNITO 5,75 – LA DECISIONE DI NON IMPORRE IL LOCKDOWN ALLA POPOLAZIONE STA AVENDO I SUOI FRUTTI. MA LORO NON DEMORDONO: “C’È POCO CHE POSSIAMO FARE, IL BLOCCO POTREBBE RITARDARE I CASI, MA RIAPPARIRANNO”

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Da www.corriere.it

 

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Il modello svedese — per chi avesse ancora dubbi — non funziona. Ieri la Svezia ha registrato il maggior numero di decessi per coronavirus in Europa pro capite. A dirlo, le statistiche di «Our World In Data» , una pubblicazione di ricerca online con sede presso l’Università di Oxford.

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Le statistiche — riportate dalla Reuters — indicano che la Svezia ha registrato in media 6,25 decessi al giorno per milione di persone a causa del virus nell’ultima settimana. A confronto, il Regno Unito ha registrato una media di 5,75 decessi al giorno per milione di persone nello stesso periodo di sette giorni, il Belgio in media 4,6, la Francia in media 3,49 e l’Italia in media 3. Dunque, mentre la Svezia ha registrato un numero di casi di coronavirus assai inferiore rispetto a Paesi più popolati come l’Italia e la Germania, il suo bilancio delle vittime del coronavirus pro capite è tra i più alti al mondo.

 

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Il motivo è da ricondurre alle scelte del governo di Stoccolma guidato dal premier socialdemocratico Stefan Löfven . La Svezia non ha mai imposto alla popolazione il lockdown e ha preferito incoraggiare la responsabilità personale chiedendo ai cittadini di rimanere a casa quando sono malati e a mantenere le distanze sociali quando sono in pubblico. La maggior parte delle aziende, dei ristoranti, dei bar e delle scuole è rimasta aperte, anche se alla fine di marzo sono stati banditi incontri di oltre 50 persone .

 

morti per milioni di persone confronto svezia con altri paesi nordici morti per milioni di persone confronto svezia con altri paesi nordici Johan Giesecke Johan Giesecke

Johan Giesecke, ex capo epidemiologo svedese, ora consigliere sanitario dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha difeso la politica del suo Paese e ha affermato che i blocchi a livello nazionale ritardano semplicemente l’inevitabile numero di casi e decessi di coronavirus. «C’è molto poco che possiamo fare per prevenire i contagi», ha scritto in un articolo pubblicato su Lancet all’inizio di questo mese. «Un blocco potrebbe ritardare i casi gravi per un po’, ma una volta alleviate le restrizioni, i casi riappariranno», ha ribadito. «Mi aspetto che quando conteremo il numero di morti per Covid-19 in ciascun Paese tra un anno, le cifre saranno simili, indipendentemente dalle misure adottate», ha poi concluso.

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