Gianluigi Nuzzi per “La Stampa”
La recente condanna dell'imprenditore Alberto Genovese a 8 anni e 4 mesi di reclusione per gli abusi sessuali subiti da due ragazze non archivia la storia di Terrazza Sentimento. Non siamo alla fine di questa vicenda ma solo all'inizio. In procura da due mesi sono arrivate le ultime informative della squadra mobile di Milano.
Svelano gli incubi che sarebbero stati patiti da altre cinque ragazze nel super attico dei party con piscina a sfioro dove il re delle Start up consumava 480 bottiglie di champagne ogni due mesi, cocaina a etti e somministrava la micidiale ketamina - anestetizzante utilizzato in veterinaria per i cavalli - che pialla la memoria delle vittime. Sarà ora il procuratore aggiunto Letizia Mannella con i pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini a decidere se e per quali casi chiedere il rinvio a giudizio di Genovese per la fase due di questa indagine.
sarah borruso alberto genovese
Chi ha letto questi documenti anticipa che svelano come la discesa negli inferi di questo imprenditore richiedesse pratiche sempre più estreme, vittime sempre più giovani, giochi sempre più adrenalinici. Saranno pm e giudici a chiarire se si trattava di sesso consenziente o se la ragazza era obnubilata, priva del libero discernimento.
È il risultato di una certosina attività investigativa durata quasi due anni. Anche perché bisognava analizzare una quantità senza precedenti di dati informatici e telefonici. Tra questi ultimi, in particolare, sono state vagliate 7.111 chat e 1.985.691 messaggi complessivi (whatsapp 1.908.993 messaggi per 3.568 chat), trasmessi tra luglio 2020 e il giorno dell'arresto dell'imprenditore. A seguire 46.324 immagini dal 1 luglio del 2020 e tra queste si cercavano quelle che più potevano far ipotizzare un abuso sessuale e le identità delle ragazze.
alberto genovese in tribunale a milano 4
Al vaglio quindi scatti da sesso estremo e 52 foto «ritraenti ragazze legate con manette e stringhe». Ma l'attività più impegnativa è stato lo studio dei video. In totale sono 10.739, dal primo luglio 2020 ben 3.846. Si è partiti da dodici «in cui le partner di Genovese appaiono totalmente assenti a causa probabilmente di dosi eccessive di sostanza stupefacenti ed appaiono in completa balia della volontà di Genovese" per altri 28 video in cui si ritraggono donne con legati mani e/o piedi. Incrociando i volti, le date, le telefonate, i messaggi è emerso un gruppo di ragazze.
Tra queste alcune già avevano denunciato Genovese, altre erano state sentite come testimoni, altre contattate dagli inquirenti hanno preferito non sporgere querela.
Tra i tetra delle memorie delle 18 telecamere del sistema di videosorveglianza interno, gli hard disk di pc, tablet e telefoni era però impossibile analizzare tutto. Certo, si è utilizzato il metodo delle parole chiave, ma tutto ciò non era sufficiente. Per questo serviva creare una speciale squadra che ha interfacciato milioni di dati per mesi. Ora il risultato è nelle informative e decideranno in Tribunale. Di certo Genovese ha decapitato il suo mondo. Fatto di Start up, frecce di crescite nei bilanci in verticale, milioni facili, lussi e sprechi.
Anche il suo linguaggio offre una chiave d'interpretazione per capire il mimetismo del predatore sessuale seriale che ha necessità di reiterare il proprio rito, migliorarlo per sentirsi unico, inimitabile nel possedere, dominare, umiliare. Il vocabolario di Genovese offre questa cifra e permette di meglio interpretare. A iniziare dal nome della terrazza delle feste, che dev' essere invitante, accogliente, evocare un sogno e nulla di pericoloso.
Chiamarla "Terrazza Sentimento" è un colpo di genio del male perché associa una parola alla quale tutti noi più teniamo, vivendolo in ogni azione che facciamo: sentimento appunto.
E chi vuoi che sappia che quella casa in realtà è un fortino, l'ascensore (messa a sue spese), prevede un codice per accedere all'ultimo piano, un'inferriata impedisce l'accesso dalla scala? Il mimetismo lo ritroviamo anche nel chiamare le ragazzine che corrono da lui, Genovese le apostrofa con «piccoline», vezzeggiativo accudente, da fratello superiore.
Ancora, Genovese tra amici indica le droghe che utilizza e fa utilizzare, ovvero che stordiscono, isolano le cellule, evitano le sinapsi con un nome invitante e innocuo: vitamine o vitamins. Anche chi le vende non sono indicati come spacciatori ma come «promoter» o «provider» o «Deliveroo», termini traslati dalla city meneghina tra finanza e del food a domicilio, come se si trattasse di normale quotidianità. Pensare però che sia il sole sarebbe un errore.
Troppe indagini dimostrano come Terrazza Sentimento sia la punta di un fenomeno. Siamo di fronte a chi usa benzodiazepine e droghe come armi, il predatore prima conquista la fiducia, si mimetizza, abusa, cancella la memoria della vittima e reitera.
Dalle discoteche ai colloqui di lavoro, dai luoghi di lavoro agli incontri per motivi medici, le cronache raccontano sempre più storie di insospettabili che agiscono nell'impunità. E di quante vittime vengono chiamate a mesi, anni di distanza e non avevano ricordi di quanto patito. Per questo bisogna reagire: affidare la soluzione alla sola iniziativa giudiziaria è un'utopia.
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