clearview ai

NON PRIVATECI DELLA PRIVACY - MAXI MULTA DA 20 MILIONI DI EURO INFLITTA DAL GARANTE DELLA PRIVACY A CLEARVIEW AI, LA STARTUP NEWYORKESE CHE RASTRELLA FOTO SUL WEB E LE RIVENDE AD AZIENDE PRIVATE E FORZE DI POLIZIA - L'AZIENDA AVREBBE RACCOLTO E ARCHIVIATO DATI BIOMETRICI (TRA CUI ANCHE MINORENNI) E SVOLTO ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA IN RETE E PROFILAZIONE SENZA L'AUTORIZZAZIONE DEI SOGGETTI COINVOLTI- OLTRE ALLA SANZIONE DA 20 MILIONI DI EURO, LA SOCIETÀ DOVRÀ…

clearview ai

Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

 

C'è una società che rastrella foto sul web, dai social network ai giornali o da qualsiasi altra fonte presente in internet. Oggi ne ha in archivio 10 miliardi. Lo fa senza una chiara autorizzazione. Ad ogni modo questa azienda le cataloga grazie ad un software capace di selezionarle in base al riconoscimento facciale.

 

riconoscimento facciale 1

Ecco, allora, che si genera un pacchetto di immagini che riguardano quella determinata persona da cui si possono estrapolare mille informazioni: lavoro, fede politica, religiosa, calcistica, orientamento sessuale, dove quella persona è andata in vacanza. Solo per fare alcuni esempi. Inoltre, se l'immagine contiene anche altri dati, come il giorno, l'anno e il posto in cui è stata scattata, anche questi vengono acquisiti.

 

clearview ai

Un serbatoio di informazioni che poi viene rivenduto ad aziende private e forze di polizia soprattutto negli Usa, patria di origine di Clearview AI. La startup newyorkese ieri, però, è stata multata in Italia dal Garante per la Privacy: 20 milioni di euro. Nel nostro Paese la società avrebbe operato un monitoraggio biometrico, raccogliendo, catalogando e archiviando foto e dati senza l'autorizzazione dei soggetti coinvolti.

 

riconoscimento facciale 2

LA MULTA

Di fatto la startup non vende solo un servizio che trova le corrispondenze con i volti archiviati nel suo database, ma svolge un'attività che può essere assimilabile alla sorveglianza in rete e alla profilazione. Ben più invadente, insomma, e peraltro molto discussa in Europa, tanto da essere oggetto di dibattito a livello europeo.

 

L'istruttoria del Garante della Privacy è stata avviata a seguito di alcune segnalazioni: dall'indagine è emerso che Clearview AI consentiva il tracciamento di cittadini italiani e di persone collocate nel nostro Paese, diversamente da quanto dichiarato dalla società stessa. «Le risultanze hanno rivelato che i dati personali detenuti dalla società, inclusi quelli biometrici e di geolocalizzazione, sono trattati illecitamente, senza un'adeguata base giuridica».

 

riconoscimento facciale 3

Clearview AI, inoltre, non avrebbe rispettato, secondo il Garante della Privacy, diversi principi basilari. Ad esempio quelli sugli obblighi di trasparenza, perché la società non ha adeguatamente informato gli utenti. Avrebbe poi violato il principio di limitazione delle finalità del trattamento, avendo utilizzato i dati dei soggetti per scopi diversi rispetto a quelli per i quali erano stati pubblicati online e quello di limitazione della conservazione, visto che non ha stabilito i tempi di archiviazione dei dati.

 

dati biometrici

«L'attività di Clearview AI - scrive l'Authority - pertanto, si pone in violazione delle libertà degli interessati, tra cui la tutela della riservatezza e il diritto a non essere discriminati», ha sottolineato il Garante della Privacy che, oltre alla sanzione da 20 milioni di euro, ha ordinato alla società di cancellare i dati relativi a persone che si trovano in Italia e ne ha vietato l'ulteriore raccolta.

 

L'Authority, come ulteriore misura, ha imposto a Clearview AI di designare un rappresentante che, nel territorio dell'Unione europea, si occupi dell'interlocuzione e si aggiunga o sostituisca al titolare del trattamento dei dati con sede negli Stati Uniti.

 

I MINORI

riconoscimento facciale 4

Altro tasto dolente, toccato dal Garante, riguarda le foto dei minori raccolte dall'azienda americana: «Vi è un ulteriore elemento di delicatezza, quello della reperibilità in Internet di immagini di minori, anch' esse oggetto di trattamento». Il profitto, come giustificazione per poter continuare questo tipo di attività, non è un'ipotesi contemplata dall'Authority. Garante che così fissa dei paletti chiari nei confronti della startup newyorkese: «Si ritiene che l'interesse legittimo della società alla libera iniziativa economica non possa che flettere rispetto ai diritti e alle libertà degli interessati».

 

riconoscimento facciale

La maxy multa inflitta ieri dal nostro Paese a Clearview AI non è un caso isolato. Altre decisioni simili sono state prese in passato in Europa. Insomma una levata internazionale di scudi contro la startup americana che di recente ha dichiarato agli investitori l'ambizione di arrivare a un database di 100 miliardi di foto entro la fine dell'anno. Un progetto imponente che sulla sua strada ha però incontrato un nuovo ostacolo, il blocco imposto delle autorità italiane.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…