NON SIAMO GLI UNICI SFIGATI DEL VIRUS: ORA LA SPAGNA POTREBBE SUPERARCI – IERI IL RECORD DI CONTAGI IN UN SOLO GIORNO, QUASI 10MILA, E DEI MORTI: NEGLI OSPEDALI MANCANO I POSTI LETTO E LE UNICHE SALE NON OCCUPATE SONO QUELLE OPERATORIE – IN TUTTO QUESTO CASINO I CATALANI ANCORA ROMPONO LE PALLE E HANNO DETTO CHE NON ACCETTERANNO PAZIENTI DALLE ALTRE REGIONI… – VIDEO

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1 - LA SPAGNA VERSO I 100 MILA CASI MADRID E L'OSPEDALE SENZA BAGNI

Elisabetta Rosaspina per il “Corriere della Sera”

 

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Naviga a vista in piena tempesta Covid-19 l'«Arca di Noè», l' ospedale da campo allestito nel giro di pochi giorni all' Ifema, la fiera di Madrid, per offrire riparo a 5.500 malati (meno gravi) e alleggerire il sovraffollamento delle corsie ospedaliere. I letti, i primi pazienti, i medici e gli infermieri volontari sono arrivati, ma mancava quasi tutto il resto, a cominciare dalle distanze di sicurezza tra i ricoverati.

 

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Mancano bagni a sufficienza, spogliatoi per il personale, costretto a fare la fila per cambiarsi, almeno chi riusciva a trovare camici, guanti e mascherine. Scarseggiano inevitabilmente anche i respiratori per i malati eventualmente in debito di ossigeno: «Sembra un accampamento militare» titola il quotidiano El Pais .

 

«Abbiamo lavorato con un solo termometro per 50 pazienti e un elettrocardiogramma per tutto il padiglione» ha protestato qualche medico attraverso le rappresentanze sindacali. Non era stato attivato neanche il programma informatico, indispensabile per ricostruire la storia clinica di ogni ricoverato. La Comunità di Madrid ha risposto che c' è stato effettivamente «qualche problema organizzativo», ora in via di soluzione con l' arrivo dei rifornimenti necessari.

 

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Per la Spagna sono giorni decisivi. La progressione del contagio è scesa dal 20% al 10% nell' ultima settimana e sembra stabilizzarsi lentamente, dopo lo stato d' emergenza decretato dal governo a metà marzo e la conseguente quarantena. Ma il bollettino quotidiano continua ad aggiornare il record delle morti: ieri 849 in 24 ore, 37 più di lunedì.

L' ultimo censimento ufficiale segnala dall' inizio della crisi quasi centomila infettati, 8.189 vittime e 19.259 guariti.

 

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Ma sono già 5.607 i casi che premono sui reparti di terapia intensiva, ormai quasi al completo ovunque e, in particolare, nella capitale. La Comunità di Madrid si mantiene l' epicentro dell' epidemia, con 27.509 contagiati (circa 3.400 in più ogni 24 ore), seguita dalla Catalogna con 18.773 casi. L' Organizzazione mondiale della sanità ha ricordato alla Spagna, come all' Italia, che non basta il confinamento della popolazione, occorrono screening e mappature dei contatti avuti dagli infettati.

 

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«Siamo il Paese che ha realizzato la maggiore quantità di test dopo la Svizzera e davanti alla Corea del Sud, alla Germania o all' Italia - si è difeso ieri pomeriggio il ministro della Sanità, Salvador Illa -. Distribuiremo nelle prossime ore altri 7 milioni di equipaggiamenti protettivi e arriveranno così a essere 18 milioni quelli ripartiti finora». Il governo ha approvato un nuovo pacchetto di cinquanta misure economiche e sociali: aiuti per colf e badanti che hanno perso il lavoro e per i precari rimasti disoccupati dal 14 marzo, moratorie per gli affitti alle categorie vulnerabili, il blocco degli sfratti per sei mesi.

 

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L' esercito fa la sua parte e una nave d' assalto anfibia, la «Galicia», fa rotta con i suoi 800 posti letto verso il nord Africa per assistere gli abitanti della città autonoma di Melilla che, come Ceuta, l' altra enclave spagnola in Marocco, non è stata risparmiata a lungo dal coronavirus. Anche se i casi di contagio, complessivamente, non sono ancora arrivati a cento. L'«Armada» tiene pronte altre quattro navi che potrebbero essere utilizzate lungo le coste come ospedali galleggianti.

 

Ogni uomo in più sul terreno è prezioso; e il re di Spagna Felipe VI, dopo aver inviato già 1.500 elementi della Guardia reale a rinforzare le forze armate nell' Operazione Balmís contro l' epidemia, ha deciso di mettere a disposizione del ministero degli Interni gli effettivi del proprio servizio di sicurezza, riducendo all' indispensabile l' apparato di protezione della famiglia reale, reclusa nel suo domicilio come buona parte dei suoi sudditi.

 

2 - SPAGNA, VIRUS FUORI CONTROLLO È SCONTRO BARCELLONA-MADRID

Roberto Pellegrino per “il Giornale”

 

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È fuori controllo l' emergenza sanitaria in Spagna. L' epidemia non si arresta e il secondo Paese al mondo per contagiati e il primo per il record di morti, ora segna il record di infettati in sole 24 ore. Fanno rabbrividire i dati sui contagiati: in un giorno hanno sfiorato quota 10mila, dopo una discesa dei casi in cinque giorni. Lunedì erano 85.195, martedì 94.197. Nuovo balzo dei decessi: 849 persone in 24 ore e un totale di 8.189 in meno di quattro settimane. In terapia intensiva ci sono 5.607 pazienti, mente i guariti sono 19.259.

 

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Continua la mancanza di posti letto negli ospedali spagnoli, soprattutto nelle due più popolose autonomie, Madrid e Catalogna. Nella capitale i pazienti di coronavirus si raggruppano in determinate aree dei nosocomi, spostando gli altri degenti, in attesa di convogliarli altrove. «La situazione nel mio all' ospedale La Princesa è complicatissima. A caccia di spazio, abbiamo trasformato in reparti di degenza aree abitualmente utilizzate per altro, ampliando l' area delle urgenze.

 

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Le uniche sale non utilizzate per il coronavirus sono le operatorie», racconta al Giornale il dottor Raffaele Carraro Casieri, vice-primario di Endocrinologia, in Spagna da venticinque anni. «Speriamo si cominci a notare presto il decongestionamento dei ricoveri grazie al mega-ospedale allestito nella fiera di Madrid». Tuttavia nel maxi ospedale ricavato da un padiglione dell' Ifema, la Fiera di Madrid, che già ne ha accolti 500, mancando le distanze di sicurezza tra i letti, i bagni e gli spogliatoi per i medici e i respiratori, secondo alcuni epidemiologi, c' è il rischio che il virus serpeggi con più forza e quel luogo, invece di guarire, diventi un cimitero.

 

Intanto le polemiche non si placano. «Ci sono stati ritardi cruciali nelle attuazioni e forse tentennamenti decisionali e la tempistica di certi provvedimenti che possono aver contribuito a un' evoluzione più drammatica dell' epidemia aggiunge il dottor Carraro - . Il punto è che se le autorità cinesi avessero avvisato con più anticipo, si sarebbe potuto circoscrivere con più efficacia il virus. Non dimentichiamo anche la responsabilità degli altri paesi, più o meno lenti nel reagire all' emergenza».

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E non si ferma il campanilismo delle comunità, nemmeno con l' emergenza. La Catalogna, con gli ospedali di Barcellona al collasso, ha già fatto sapere che non accetterà alcun paziente da altre regioni. Nessuna cooperazione anche dai Paesi Baschi, terza regione per contagi e morti. Le Uci, unità d' emergenza, non si aiutano nemmeno col poco materiale sanitario. Soltanto la Galizia ha inviato 200 letti e 50 ventilatori polmonari a Madrid.

 

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Intanto, dopo il decreto che congela l' economia spagnola fino all' 11 aprile, permettendo soltanto alle aziende necessarie l' apertura, si stimano perdite di 15 miliardi di euro a settimana. Il governo ordina lo stop agli sfratti, una moratoria sui prestiti personali e sulle bollette, e nuove forme di sussidi di disoccupazione: secondo le stime, a causa dell' inattività legata all' isolamento, sono già 2 milioni i disoccupati del coronavirus e a breve la Spagna potrebbe tornare ai numeri record della crisi del 2008. Ai lavoratori temporanei, i più colpiti, andrà un sussidio di 440 euro al mese.

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