i diversi modelli di mascherine coronavirus

NON TI CONOSCO, MASCHERINA – DOVE SONO FINITI I 19 MILIONI DI MASCHERINE CHE LA PROTEZIONE CIVILE ERA CONVINTA DI AVER REPERITO E CHE INVECE SONO EVAPORATE DAL GIORNO ALLA NOTTE? CI SONO INFERMIERI COSTRETTI A INDOSSARE LA STESSA MASCHERINA PER GIORNI, C’È CHI SE NE APPROFITTA PER LE TRUFFE ONLINE, MA IL PARADOSSO È CHE LE MASCHERINE SONO TUTT’ALTRO CHE UN BENE INDISPONIBILE. LA CINA NE È PIENA, MENTRE IN ITALIA REGNA LA CONFUSIONE PIÙ TOTALE – I DIVERSI MODELLI E I PREZZI

 

 

Giuliano Foschini, Marco Mensurati  e Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

PASTI CALDI E MASCHERINE PER I SENZA TETTO A MILANO

In quel mare di squali che è il mercato mondiale delle mascherine, l' Italia rischia di fare la parte del tonno. Siamo il Paese più aggredito dal coronavirus, eppure ospedali, autoambulanze e farmacie continuano a soffrire e a denunciare l' indisponibilità dei dispositivi di protezione individuale. Le famose mascherine, soprattutto.

 

mascherine 1

Siamo il Paese dei 17 medici morti e dei 3.359 contagiati tra dottori e infermieri, e siamo preda di speculatori, italiani e internazionali. Di ditte che annullano i contratti perché «abbiamo finito le scorte». E poi quelle stesse scorte vengono offerte da intermediari a centosessantasei volte il prezzo di prima. È successo in Emilia, in Toscana, in Puglia e continua a succedere nel resto d' Italia. Il governo si muove in ordine sparso: ha creato una sovrastruttura (il Commissario agli acquisti e alla produzione) su un apparato di compratori - Protezione civile, Consip, le Regioni, le singole Asl, fondazioni benefiche - che intasano il mercato, si fanno concorrenza e, soprattutto, non portano a casa il risultato. A differenza di molti altri Stati nel mondo: Canada, Brasile e Iran su tutti.

I DIVERSI MODELLI DI MASCHERINE

 

19 milioni di pezzi spariti

Partiamo da un numero: diciannove milioni. Sono le mascherine che la Protezione civile era convinta di aver reperito e che invece sono evaporate dal giorno alla notte, i contratti siglati dall' ufficio acquisti bruciati per colpa del miglior offerente: un compratore più ricco, più potente. O solo più rapido.

 

azienda tessile 1LUCA ZAIA E LE MASCHERINE

Non è un caso isolato, è una prassi. La Lombardia, per coprire le esigenze delle sue strutture sanitarie, ha bisogno ogni giorno di 300 mila mascherine chirurgiche (quelle di primo livello, monouso, che dopo 4 ore vanno sostituite), in Emilia ne servono 250 mila. Ci sono infermieri costretti a indossare la stessa mascherina per giorni. Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli ha stimato in 90 milioni di pezzi il fabbisogno mensile dell' Italia, una cifra ad oggi inarrivabile nonostante la stessa Protezione civile abbia contratti in essere per 56 milioni, ne abbia già trovate 8 milioni e ne distribuisca alle Regioni in media 1,2 milioni al giorno. Di tutto questo ben di Dio si trovano poche tracce sul territorio.

mascherina

 

Nelle Asl di Roma, per dire, da giorni vanno avanti con mascherine di carta, inadeguate, di produzione autoctona e qualità scarsa. Se parliamo poi delle mascherine di tipo professionale (FFp2 e FFp3) la situazione è - se possibile - peggiore.

 

Il caso 3M in Puglia

Più ci si allontana dalla zona rossa, più gli squali si agitano. Perché si rischia meno. A Bari a ottobre, dunque prima dell' esplosione cinese del Covid-19, la Asl bandisce una gara per l' acquisto dei dispositivi di protezione individuale. Per quanto riguarda le mascherine, si aggiudica la partita la 3M, la multinazionale americana quasi monopolista del settore. Per le FFp3, quelle con la valvola, le migliori, viene indicato un prezzo: 1,25 euro l' una. La quantità assicurata per le sole FFp3 è di 18 mila, mentre complessivamente i pezzi richiesti sono 40 mila circa, con la possibilità di ampliare l' ordine. Arriviamo a gennaio, e la Asl, viste le notizie che arrivano dalla Cina, ne ordina altri 30 mila. L' azienda ne invia 5 mila. «Scorte finite», dicono.

psicosi coronavirus mascherine esaurite in farmacia

 

mascherine

Contemporaneamente, però, piovono le proposte di otto società, alcune delle quali lavorano stabilmente con la 3M, che offrono mascherine 3M. A un prezzo un po' diverso rispetto a quello (1,25) della gara: dai 6 ai 10 euro l' una. «Nelle forniture diamo priorità alla Protezione civile - spiega l' azienda a Repubblica - abbiamo lasciato invariati i prezzi ma non possiamo controllare gli altri rivenditori ».

mascherine su amazon

 

"Peggio della borsa nera"

mascherine a hong kong

Più o meno lo stesso accade in Emilia Romagna. Chi si occupa degli acquisti regionali osserva, sconsolato, che «è peggio della borsa nera ai tempi della guerra». Prima dell' epidemia avevano contratti con un fornitore che quotava le chirurgiche a 3 centesimi. A febbraio hanno cominciato a chiederne 50. L' Emilia ha ordini per 30 milioni di euro, ma non ha ancora visto risultati. E all' ufficio acquisti si sono presentati intermediari che proponevano l'"affare": mascherine a 5 euro, 166 volte il prezzo reale. In Toscana, la Mediberg srl vince un bando a 3 centesimi a pezzo. Dopodiché la situazione precipita, la ditta lamenta l' impossibilità di reperire il tnt, il materiale di cui sono fatte, e la Regione si aggrappa a chi gliele propone a 1,6 euro.

LE MASCHERINE ESTETICHE

 

Del resto, alla Consip non hanno strappato prezzi migliori, anzi: hanno messo su una gara in fretta il 9 marzo, per il lotto 6 chiedevano una fornitura di 24 milioni di mascherine, ne hanno trovate solo 7,7 milioni (prodotte da Betatex, Benefis e Icr) al costo di 2 euro a pezzo.

 

Ma il supercommissario che fa?

Il paradosso è che le mascherine sono tutt' altro che un bene indisponibile. La Cina ne è piena e milioni di pezzi ogni giorno vengono spediti nei Paesi le cui amministrazioni sono più rapide a chiudere i contratti.

 

mascherine farmacisti

Brasile e Usa, soprattutto. In Italia regna invece la confusione, tant' è che - nonostante la pletora di soggetti deputati all' approvvigionamento - il miglior risultato potrebbe raggiungerlo il ministro degli Esteri Di Maio che sta lavorando a un maxi-stock di 100 milioni di mascherine (29 centesimi per le chirurgiche, 1,50 euro per le Ffp3) con la Cina. Dovrebbero cominciare ad arrivare in Italia la prossima settimana.

 

MASCHERINE E GEL SOTTRATTI ALL ASL

Eppure da giorni i centralini di Invitalia e Protezione civile sono presi d' assedio da imprenditori che vantano contatti con aziende cinesi fornitrici di mezzo mondo. Ma sbattono contro un muro di burocrazia. Repubblica ha consultato l' offerta fatta arrivare da un imprenditore direttamente sulla scrivania del Commissario Domenico Arcuri (ma poi anche di Borrelli) domenica 15 marzo e mai presa in considerazione. In una serie di mail, l' imprenditore italiano in questione, Filippo Moroni, aveva mandato i dettagli di una proposta per la fornitura di 50 milioni di mascherine (un milione al giorno) col marchio "Ce" al prezzo di 0,38 dollari l' una.

mascherina filtro ffp3 2

 

produzione di mascherine in cina 8

Si trattava solo di pagare e mandare un aereo militare all' aeroporto di Shenzhen, dove era già disponibile il primo stock. Ma le mail inviate sono rimaste senza risposta e alla fine, mentre in Italia le mascherine continuano a non trovarsi, il consorzio cinese "portato" da Moroni si è accordato per fornire 250 milioni di pezzi per il Brasile e 200 milioni per gli Stati Uniti. I primi sono stati consegnati mercoledì.

mascherinein corea del sud tutti con le mascherineAMUCHINA E MASCHERINE TERMINATE IN UNA FARMACIA A PALERMOmascherineamuchina e mascherine esauritemascherineproduzione di mascherine in cina 6produzione di mascherine in cina 3produzione di mascherine in cina 7produzione di mascherine in cina 2produzione di mascherine in cina 1produzione di mascherine in cina 9amuchina e mascherine a prezzi folli su amazon mascherine esauritepersone in coda per comprare mascherine a bangkok, thailandia

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?