IL NUOVO DIAVOLO È LO SMARTPHONE - IL PAPA E IL GIUSTO APPELLO ALLE FAMIGLIE:  “A TAVOLA SPEGNETE I CELLULARI” - NELL'ANGELUS BERGOGLIO HA BACCHETTATO I GIOVANI CHE PREFERISCONO CHATTARE CON CHI È LONTANO INVECE DI COMUNICARE CON CHI HANNO ACCANTO: “DOBBIAMO RIPRENDERE IL DIALOGO IN FAMIGLIA” - GIÀ IN PASSATO IL PAPA AVEVA SOLLEVATO IL PROBLEMA DELLA SMARTPHONE-DIPENDENZA: “QUANDO TU DIVENTI SCHIAVO DEL TELEFONINO PERDI LA TUA LIBERTÀ”

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Luigi Accattoli per il “Corriere della Sera”

BERGOGLIO E LA TELEVISIONE BERGOGLIO E LA TELEVISIONE

 

Nuovo richiamo del Papa ai giovani che preferiscono «chattare» con chi è lontano invece di «comunicare» con chi hanno accanto. Ne aveva parlato più volte e ha ripreso l' argomento ieri all' Angelus, aggiungendo parole improvvisate al testo scritto; e siccome era la festa della Sacra Famiglia, l' ha applicato alla comunicazione in famiglia: «Tu, nella tua famiglia, sai comunicare o sei come quei ragazzi a tavola, ognuno con il telefonino, mentre stanno chattando? In quella tavola sembra vi sia un silenzio come se fossero a Messa, ma non comunicano fra di loro».

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Dopo questa divagazione, Francesco è tornato al tema più ampio della famiglia da «tutelare» come «tesoro prezioso» nella comunicazione quotidiana dei membri: «Dobbiamo riprendere il dialogo in famiglia: padri, genitori, figli, nonni e fratelli devono comunicare tra loro. Questo è un compito da fare oggi, proprio nella giornata della Sacra Famiglia. La Santa Famiglia possa essere modello delle nostre famiglie, affinché genitori e figli si sostengano a vicenda nell' adesione al Vangelo».

 

Un' altra espressione efficace nel suo italiano creativo, e sempre in riferimento alla comunicazione familiare, Francesco l' ha avuta nel saluto finale, quando ha augurato «a tutti» un «fine Anno sereno»: «Finiamo l' anno in pace, pace del cuore: questo vi auguro. E in famiglia, comunicandosi, l'uno con l' altro».

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Bergoglio non usa il cellulare e non chatta, ma è attento alla nuova cultura digitale, se ne fa spiegare dai collaboratori risorse e rischi e ne tratta volentieri in documenti e conversazioni. Il suggeritore maggiore su questo fronte è don Dario Viganò, ex responsabile della Segreteria per la comunicazione e che ora è vicecancelliere delle Accademie vaticane per le Scienze e per le Scienze sociali.

 

La trattazione più impegnativa sulle tentazioni dello smartphone Francesco l'ha svolta con l' esortazione «Cristo vive», pubblicata lo scorso marzo recependo le conclusioni del Sinodo dei Giovani: in essa dedica cinque paragrafi a «l' ambiente digitale» che caratterizza il mondo d' oggi e ai rischi della «migrazione digitale» intesa come «distanziamento dalla famiglia» che può condurre i giovanissimi «verso un mondo di solitudine e di auto-invenzione».

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A un livello meno impegnativo ne aveva parlato lo scorso aprile, anche allora improvvisando, durante un incontro con gli studenti del liceo Visconti di Roma: «Lo smartphone è un grande aiuto, va usato ed è bello che tutti lo usino, ma attenzione perché quando tu diventi schiavo del telefonino perdi la tua libertà». In quell' occasione paragonò la «dipendenza» dal telefonino a quella dagli stupefacenti, avvertendo che si tratta di una «dipendenza più sottile» che può non essere avvertita: «C' è il pericolo che questa droga finisca con il ridurre la comunicazione a semplici contatti», ma «la vita è comunicare non è fatta di semplici contatti».

 

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