odessa napoli

ODESSA 'E SORETA- SAPEVATE CHE LA CITTÀ PORTUALE UCRAINA FU FONDATA DA UN NOBILE NAPOLETANO E CHE O' SOLE MIO VENNE SCRITTA PROPRIO A ODESSA? - GIUSEPPE DE RIBAS VENNE INGAGGIATO COME ASSISTENTE E INTERPRETE DAL CONTE ALEKSEJ GRIGOR'EVIC ORLOV. DOPO LA CONQUISTA DELLA CITTÀ PORTUALE L'AMMIRAGLIO NAPOLETANO NE DIVENNE IL PRIMO SINDACO E VOLLE DARLE UN NOME DI EREDITÀ CLASSICA, BATTEZZÒ LA CITTÀ "ODISSEO" IN ONORE DI ULISSE, MA CATERINA LA GRANDE LO CAMBIÒ IN ODESSA PERCHÉ… - LE ORIGINI DI 'O SOLE MIO ISPIRATA DA UNA SPLENDIDA ALBA SUL MAR NERO - VIDEO

 

Andrea Cionci per “Libero quotidiano”

 

odessa 1

Napoli e Odessa, entrambe centri portuali e terze città più grandi della loro nazione, ma cos'altro le collega? Pochi sanno che proprio a Odessa, Eduardo Di Capua, nel 1898, scrisse le note di O' sole mio mentre si trovava lì con suo padre, violinista in un'orchestra. La musica sembra sia stata ispirata da una splendida alba sul mar Nero, alla fin fine, quindi, sarebbe "O sole loro", degli odessiti.

statua di giuseppe de ribas a odessa 1

 

Stupisce ancor più apprendere che il fondatore della città ucraina fu proprio un napoletano, ricordato ancor oggi da un'elegante statua bronzea in viale Deribasivskaya. Si tratta del nobile don Giuseppe de Ribas, (Napoli, 1749 - San Pietroburgo, 1800), più noto come José, valoroso ufficiale dell'Esercito Napoletano poi entrato a servizio della Corte Russa.

 

Diverse informazioni sono contenute nel volume Odessa, di Charles King, (Einaudi, 2013) dedicato a questa metropoli cosmopolita dotata della straordinaria capacità di risorgere dalle catastrofi alle quali fu sempre tragicamente esposta. De Ribas era figlio del console spagnolo e di un'aristocratica irlandese. A metà Settecento, Napoli viveva un'epoca di grande prosperità: i Borboni promuovevano le arti riportando le vestigia del passato al loro antico splendore, ma, per un giovane ufficiale ambizioso, il miraggio era, all'epoca, la Russia imperiale di Caterina la Grande che, in quel periodo, era impegnata a liberare e ricostituire le proprie frontiere meridionali contro l'Impero ottomano.

 

L'OCCASIONE GIUSTA

giuseppe de ribas 3

Il ragazzo, educato da precettori privati, a soli sedici anni, era già sottotenente della Guardia Napoletana e padroneggiava sei lingue: spagnolo, italiano, latino, inglese, francese e tedesco, a cui si aggiunse, in seguito, il russo. L'occasione della vita passò, per lui, a Livorno quando fu presentato al conte Aleksej Grigor' evic Orlov - fratello del favorito dell'imperatrice- che lo prese al suo servizio come assistente e interprete. De Ribas prese così ampiamente parte alla Guerra russo-turca (1768-1774) che portò definitivamente l'Ucraina meridionale, il Caucaso settentrionale e la Crimea sotto il dominio dell'Impero russo.

statua di giuseppe de ribas a odessa 2

 

Il giovane ufficiale seppe farsi valere, tanto che ricoprì il difficile compito di ufficiale di collegamento tra il nuovo comandante in capo, il principe Potëmkin, e l'ammiraglio statunitense John Paul Jones, al servizio della zarina. Partecipò alla terribile battaglia di Liman, uno scontro sull'estuario del Dnepr dove le navi ottomane furono massacrate dall'artiglieria russa.

«L'umanità indietreggia con orrore e indignazione quando vede tanti poveri disgraziati morire tra le fiamme», scrisse Jones a De Ribas durante i combattimenti: i cadaveri turchi erano talmente numerosi che i russi si limitavano a impilarli gli uni sugli altri in enormi piramidi insanguinate sull'estuario gelato.

 

giuseppe de ribas 1

La guerra fu molto dura, condotta senza risparmio di mezzi per i due anni successivi, ma le postazioni ottomane lungo la costa del Mar Nero caddero l'una dopo l'altra a seguito di assedi logoranti. La più importante vittoria di de Ribas fu la conquista della fortezza di Izmail, giudicata inespugnabile, mentre, per paradosso, il successo militare che avrebbe avuto maggiori sviluppi nei secoli fu da lui ottenuto, Il porto di Odessa a inizio '900. (Getty) A lato, il ritratto di Giuseppe de Ribas, (Napoli,1749 - San Pietroburgo,1800) realizzato da Lampi e conservato all'Hermitage no prima, quasi senza quasi combattere, quando coi suoi granatieri espugnò il villaggio di Khadjibey, dove in seguito sorgerà la città di Odessa.

 

conquista della fortezza di izmail

«Oltre al suo straordinario coraggio», scrisse il principe Potemkin «de Ribas è animato da un indicibile fervore». Per quanto composto da una piccola fortezza e da poche case, Khadjibey era considerato dai Turchi un promettente avamposto. Lo scontro durò non più di mezz' ora, gli Ottomani, già macinati da anni dai russi, si arresero praticamente subito. Alla fine della guerra, il villaggio diventò formalmente una parte dell'Impero russo, abbandonato dai Turchi nel trattato di pace del 1792.

odessa 2

 

Il luogo era stato trascurato per secoli, ma ora acquisiva grande importanza perché situato alle foci di fiumi importanti: il Danubio, il Dnestr, il Dnepr e il Bug. Un solo distaccamento di fanteria era in grado di controllare le foci dei fiumi piú vasti e meglio navigabili dell'Europa orientale. La zarina assecondò l'idea di de Ribas circa la costruzione di un porto e di una città. Secondo alcune fonti l'ammiraglio napoletano, che ne fu il primo sindaco, volle un nome di eredità classica. Dato che Ulisse pare avesse navigato a lungo nel Mar Nero, battezzò la città in suo onore: Odisseo. Il nome piacque a Caterina la Grande, che però lo volle ingentilire, prima in Odissea e, infine, in Odessa.

giuseppe de ribas 2odessa 3bombardamenti su odessa 1odessa prima e dopo 2ODESSAodessa prima e dopo odessa prima e dopo bombardamenti su odessa 8difesa di odessaODESSAUCRAINA - BOMBE SU ODESSAUCRAINA - BOMBE SU ODESSA UCRAINA - BOMBE SU ODESSA bombardamenti su odessa 4bombardamenti su odessa 2bombardamenti su odessa 5bombardamenti su odessa 7bombardamenti su odessa 6odessa 4bombardamenti su odessa 3

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?