ODIARE ANCHE NEL GIORNO DELLA MEMORIA - UN GRUPPO ITALIANO ANTISEMITA SPARGE SCHIFEZZE SU TELEGRAM, PRENDENDOSELA CONTRO IL "TEMPIO EBRAICO GLOBALE" - MA OLTRE AL NEGAZIONISMO C'È SPAZIO ANCHE PER MISOGINIA E DISCRIMINAZIONI NEI CONFRONTI DEI DISABILI - INFAMIE CHE TIRANO IN BALLO GEORGE FLOYD, PEDOFILIA, SAVIANO, L'AFRICA E MATTEO SALVINI (ATTACCATO PERCHE' AMICO DI ISRAELE)...

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Daniel Agami per www.businessinsider.com

 

«…Anzi, chi parla o scrive sui campi di concentramento è ancora considerato con sospetto; e se è decisamente ritornato al mondo dei vivi, egli stesso è talvolta assalito dai dubbi sulla sua veridicità, come se avesse scambiato un incubo per la realtà»

 

(Hannah Arendt)

 

 Ricordarsi di odiare.

 

dal canale telegram antisemita dal canale telegram antisemita

Oggi è il ventennale del Giorno della Memoria, e ora che ci apprestiamo a concludere un mese della memoria, lo sconforto che si ricordi, come si beve, per dimenticare, riverbera nelle impercettibili manifestazioni di fascismo quotidiano: per tacere di quelle che viviamo dentro noi ogni giorno, nella pubblicità le principali del 2021 sono già l’insurrezione terroristica di Washington a Capitol Hill del 6/1/2021 che l’USHMM (United States Holocaust Memorial Museum) ha prontamente approfondito mettendone meritevolmente in evidenza la continuità iconica con il Nazionalsocialismo, o Nazismo, e le intercettazioni del ventiduenne ligure arrestato il 21/1/2021 per associazione a delinquere con finalità di terrorismo aggravata dall’odio  razziale.

 

telegram antisemita telegram antisemita

Il primo Giorno della Memoria fu il 27/1/2001, istituito dal Governo presieduto da  Giuliano Amato, il quarto della legislatura del  centro-sinistra che avrebbe portato l’Italia alle Elezioni (corsi e ricorsi della storia), con la legge N.211 del 21/7/2000 e anche se nella semplicità dei due articoli la legge non lo esplicita, il 27/1/1945, 56 anni prima del primo giorno della memoria e 76 anni prima del ventesimo, quello odierno, fu liberato il campo di concentramento polacco nazista di Auschwitz dall’esercito dell’Unione Sovietica. Tanto vale ricordarlo.

 

 Nelle parole attribuite al ventiduenne neonazista italiano che desiderava fare una strage, in combutta, pare, con un minorenne, si sancisce che chi minimizza i piccoli numeri, anche anagrafici, sbaglia. Leggendole, si trova l’essenza del neonazismo del XXI secolo di base nerd, dove l’avversione per le istituzioni e l’odio contro gli ebrei tipicamente antisemitico e complottistico – emerso con tutta evidenza già nel XIX secolo tra le elités intellettuali e le fasce popolari nel mondo – si sovrappone – e questa è una novità di questo secolo – ad un orgoglio maschilistico ed una violentissima e cupa misoginia.

 

dal canale telegram dal canale telegram

I riferimenti allo school shooting rimandano alle tante stragi di studenti americani armati nei colleges americani (che un comico, attore ed autore satirico molto critico con la sinistra nordamericana come Michael Moore ha evidenziato nel film del 2002 Bowling a Columbine, mostrandone le relazioni con un ambiente di estrema destra americano tollerato dai repubblicani e con le lobbies delle industrie di armi e che ha contribuito alla vittoria prima del presidente George Bush Junior, ora dopo Trump elevato a grande saggio dei Repubblicani buoni ma che ha mantenuto il potere incentivando l’estrema destra attraverso lo Scontro di Civiltà, e causando quella santabarbara internazionale che poi è stato Daesh, l’ISIS, e poi dell’ex elettore democratico – va ricordato – Donald Trump).

 

Gli antisemiti neonazisti del XXI secolo sono, come il ventiduenne ligure, soprattutto degli incel, categoria sociologica tipica dei nativi digitali o comunque di chi passa on line la maggior parte del tempo, nata in America nella fine del Novecento in contemporanea con la prima diffusione della virtualità sociale on line (ICQ, il nonno di Whatsapp): l’acronimo (INvolontari CELibi in italiano) illustra l’appartenenza alla categoria di chi tra i drop-out, tra gli esclusi sociali, non riesce ad avere relazioni affettive e sessuali stabili con le ragazze o le donne, ma può comprendere anche i mariti non sessualmente attivi, ed in contrasto con i movimenti femministi identifica le colpe in una subcultura a loro dire femminile, LMS (Look Money Status), che condizionerebbe l’affettività e la sessualità femminile alla fortuna economica, lavorativa e sociale dei maschi.

 

antisemitismo sul canale telegram antisemitismo sul canale telegram

Gli incel sono dei nerd digitalizzati che esprimono la loro frustrazione on line in una demonizzazione misogina (e di tendenza femminicida, e infatti spesso ha purtroppo portato ad omicidi di ragazze e donne) del femminile, talvolta intersecante con la subcultura on line red pill (che prende il nome da una scena  nel film-manifesto The Matrix scritto e diretto nel 1999 dai fratelli Wachowski su una pillola rossa, red pill, che rappresenterebbe la realtà), disadattati, e all’odio violento per il genere femminile si sovrappone, in un delirante disturbo di personalità, un antisemitismo che digitalizza gli stereotipi antisemitici tipicamente novecenteschi ed ottocenteschi: gli ebrei padroni del mondo, le colpe degli ebrei che vogliono l’odio sociale, che schiavizzano gli oppressi (l’uso dell’indicativo al posto del condizionale è mimetico, perché gli antisemiti del XXI secolo, come quelli dei secoli scorsi, non hanno dubbi, assumono assiomatiche ed indimostrabili certezze).

 

dal canale telegram no al tempio ebraico globale dal canale telegram no al tempio ebraico globale

Nerd ed incel a loro volta possono confluire poi nei NEET, acronimo che identifica chi non lavora e non studia (e che già un intellettuale di estrema sinistra ed estrema destra visionario e poetico come il cantautore Giovanni Lindo Ferretti aveva previsto nella canzone dei CCCP Io Sto Bene nel 1985: «non studio non lavoro non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport»), e che con ossessioni paranoidee, ed orgoglio, si contrappone ai wagecuck (abbreviati  in slang in wagies), gli sfruttati che lavorano, si fanno il mazzo, hanno uno stipendio, non hanno tempo libero, disprezzati dai NEET tra gli Incel tra i Nerd come utili idioti di un sistema crudele. I NEET sono rappresentati da una rana antropomorfa, sottratta al suo autore, i wagies da un ragazzo calvo bianco in crisi isterica. La dicotomia NEET/wagies è una aberrazione con potenzialità antisemitiche, razziste, misogine e violente che da una parte traduce in termini estremistici e neonazisti quella che un intellettuale raffinato come Umberto Eco definiva quella tra apocalittici ed integrati (applicandola alla cultura), o con umanità il comico e autore Totò distingueva nel 1955 tra uomini e caporali nel film di cui è autore Siamo uomini o caporali diretto da Camillo Mastrocinque, dall’altra deforma il reale utilizzando il web, e poi la violenza fisica, come forma di vendetta criminale.

 

la manipolazione dei numeri su telegram la manipolazione dei numeri su telegram

Una aberrazione, cioè una degenerazione estremistica che sincopa ogni residuo di umanità, coscienza culturale, storica, e pietà.

 

Queste premesse sono indispensabili per raccontare il canale Telegram No al Tempio Ebraico Globale canale violentemente antisemitico (e misogino) creato su Telegram nel settembre 2020 e tuttora in funzione e aggiornato il 27/1/2021; come abbiamo illustrato con l’esempio del ventiduenne arrestato e accusato di associazione a delinquere con un minorenne, l’esiguo numero di iscritti o visualizzazioni non deve essere minimizzato: in questo ci aiuta la storia, e poiché i neonazisti digitali hanno cambiato parole, strumenti, ma non idee, va ricordato che anche i fasci di combattimento da cui ha avuto origine il Fascismo inizialmente erano pochi disadattati esclusi dal Partito Socialista Italiano (Benito Mussolini era giornalista e Direttore Responsabile de L’Avanti!) per il loro interventismo bellico in Italia, nel 1919, mentre negli stessi anni in Germania, il movimento nazista è appunto nazionalsocialista, frangia estremistica di sinistra e di estrema destra che nasce dalle frustrazioni dei tedeschi in crisi economica e dall’esperienza liquidatoria della Repubblica di Weimar, curatrice fallimentare della Germania sconfitta dalla I Guerra Mondiale.

 

Frustrazioni economiche, sociali, sogni di rivincite narcisistiche e superomistiche, che, come abbiamo indicato, allora come ora, un secolo fa come un secolo dopo, sono alla base di moti violentemente antidemocratici e in continuità (inconscia?) con gli incipit fasci-nazisti, siano essi, iconicamente, quelli dell’attentato terroristico di Capitol Hill o, interiormente, di ragazzini che vogliono fare una strage di donne ed Ebrei.

 

shoah shoah

In fondo anche la misoginia era presente negli inconsci nazi-fascisti di un secolo fa, ma non aveva la spudoratezza della pubblicità, era riservata alle vite private dei singoli, alle loro perversioni, e quindi connessa anche all’antisemitismo neo-nazista: qualcosa aveva cercato di mostrare un autore e giornalista visionario come Pier Paolo Pasolini, antifascista e comunista critico con la sinistra (ad esempio difendendo i poliziotti nel ’68 e negli scontri di Valle Giulia a Roma nella poesia pubblicata su L’Espresso, Il P.C.I. ai giovani! o in un editoriale antiabortista scritto nel Corriere della Sera), rileggendo uno scrittore visionario con pulsioni sia di estrema sinistra sia di estrema destra come De Sade e trasportando la sua opera postuma (letteraria, scritta in carcere nella Bastiglia) in una rilettura totalitaria contemporanea Salò o le centoventi giornate di Sodoma appunto (1975, scritta con Pupi Avati e Sergio Citti) che per tragica ironia sarà opera postuma (cinematografica) anche di Pasolini.

 

 L’aggravante misogina del gruppo italiano telegram antisemita

“Questo è un canale che si oppone allo strapotere ebraico/ Questa immigrazione è voluta dagli ebrei per distruggere la razza bianca” sono le prime frasi che si leggono, e già le infamie (l’ebraismo come forma di potere, l’uso politico dell’immigrazione) mostrano il mix tra estremismo di sinistra (il potere) e di destra (l’immigrazione) come basi dell’odio.

 

militalia divise deportati shoah militalia divise deportati shoah

Misoginia e antisemitismo si sovrappongono subito riprendendo le teorie sessuali del filosofo austriaco Otto Weininger, suicidatosi  nel 1903 a 23 anni, scisso tra l’appartenenza all’ebraismo ed un antisemitismo (si convertì al Cristianesimo prima di sucidarsi), che in in Geschlecht und Charakter (1903 Sesso e Carattere) sovrapponeva la dicotomia Bene VS. Male con Uomo VS Donna e Gentili VS Ebrei: «l’ebreo è una donna e quindi, come ella, inferiore geneticamente rispetto all’uomo».

 

Questa fake news è citata su Telegram e, in una frase, così come un secolo fa si aprivano praterie al Nazismo, ora si aprono giardini al Neonazismo: “femminismo è una creatura ebraica” scrivono giorni dopo, aprendo le danze alla misoginia e all’antisemitismo che continueremo a leggere per mesi, fino ad oggi.

 

 L’aggravante negazionistica del gruppo italiano Telegram antisemita

“Va bene tutto, ma 6 milioni in 5 anni sono troppi” scrivono gli antisemiti nel gruppo, riferendosi ai milioni di ebrei uccisi nella Shoah, che assieme agli zingari, agli oppositori politici, ai rom, agli omosessuali, ai testimoni di Geova, ai malati mentali sono stati trucidati dal Nazifascismo, cioè di una tragedia che ha visto tra le vittime cittadini della pressoché totale Europa, dell’America, dell’Asia, dell’Oceania, dell’Africa.

 

dal canale youtube di livio maria ferrone dal canale youtube di livio maria ferrone

Il negazionismo, come un secolo fa, è portato avanti attraverso la falsificazione di documenti, dove statistiche riprese dalla stampa sulla popolazione mondiale suddivisa per religione, con riferimento agli ebrei, è visibilmente interpolata da anni aggiunti a computer, il 1933 ed il 1948, per dimostrare la falsità che il numero degli ebrei non era calato dopo gli eccidi nazisti, e attraverso l’ironia, strumento utilizzato anche un secolo fa per minimizzare.

 

In questo caso il link è ad un video dello youtuber Livio Maria Ferrone, che dal canale Spowkn  pubblica il 19/8/2020 il video “Conto le vittime dell’Olocausto”, nove secondi di silenzio: il video attira i negazionisti, come potete vedere tra i commenti l’account Youtube Gegiù il principe detective commenta “Apprezzo questo video, l’olocausto è uno dei miei eventi preferiti del genere fantasy”, l’account Youtube silvered invece “No vabbè allora l’olocausto è uno dei miei racconti fantascientifici preferiti”  con le preferenze di Livio Maria Ferrone,  che ad un utente che gli domanda se intendesse dire che non ci sono state vittime, risponde “Dico solo la verità”.

 

giorno memoria massa giorno memoria massa

Falsità invece, del negazionista Livio Maria Ferrone, e non è scherzare sull’Olocausto (chi conosce l’ambiente ebraico sa che i più feroci raccontatori di barzellette sull’Olocausto sono, non a caso, ebrei), ma è negare la Shoah, un reato (con la Legge N.115 del 2016, approvato sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri di Matteo Renzi e il dicastero della Giustizia di Andrea Orlando, entrambi allora del Pd e i voti contrari di Sinistra Italiana, le astensioni del Movimento 5 stelle, entrambi supportati dalle critiche di storici come Carlo Ginzburg per la scrittura tecnica ambigua della legge e la sua difficile applicabilità, e l’assenza di Forza Italia, una occasione mancata di legge di unità nazionale, e che a sua volta riprendeva la legge N.205 del 1993, promulgata dall’allora Ministro dell’Interno Nicola Mancino, della Democrazia Cristiana, sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri di Carlo Azeglio Ciampi) attraverso l’uso dell’umorismo, con oltre 6.000 views e centinaia di likes.

 

treno olocausto 1 treno olocausto 1

Sarà la Procura a decidere se Livio Maria Ferrone, che per video del genere offre anche la possibilità di inserimenti commerciali, e quindi si riserva pure il diritto di monetizzare sul negazionismo della Shoah, è processabile come negazionista, dopo l’esposto che presenteremo come Business Insider/come gruppo Gedi in concomitanza con la pubblicazione di questa inchiesta.

 

L’aggravante abilistica del gruppo italiano telegram antisemita

Ovviamente il gruppo Telegram è anche abilista, cioè, discrimina anche i disabili. In questo video un incolpevole cane lupo probabilmente attirato da un pezzo di carne attaccato, prende a morsi un pass H per disabili americano e una stella di David, simbolo della religione ebraica.

 

treno olocausto 3 treno olocausto 3

Il maschilismo incel del gruppo italiano telegram antisemita

Come un secolo fa l’antisemitismo si diffondeva anche con i manifesti, quello del XXI secolo circola attraverso i meme.  Nei due che mostriamo, tratti dal gruppo telegram No al Tempio Globale, secondo l’antifrasi tipica delle degenerazioni estremistiche (dove tutto ciò che è negativo viene riletto in termini positivi e rivendicato), l’antisemita ideale è muscoloso, single, nerd e NEET (gioca ai videogiochi), misogino, transfobico (e poco attento alla grammatica… ndr).

 

L’ossessione dell’ordine ginnico, già prepotentemente totalitario nei regimi fascisti e nazisti, è confermata con i quintali di manubri sollevabili dall’antisemita.

 

treno olocausto 2 treno olocausto 2

Il linguaggio iconico del gruppo italiano telegram antisemita

Così come il Nazismo ed il Fascismo si affidarono alle arte figurative popolari, i fumetti ed i cartoons (e le illustrazioni), per diffondere teorie antisemite o per la propaganda al regime (la Germania nazista produsse il cartoon Armer Hansi su un incolpevole canarino efebico e biondo in gabbia che tenta di evadere, e che alle prese coi pericoli del mondo esterno – tra cui un gatto che rimanda ai turchi, perché la Turchia nel 1943 era una nazione popolata da ebrei – vuole tornare in gabbia, in Italia tra i fumetti antisemiti La Storia di Assalone Mordivò riprendeva lo stereotipo razzista dell’ebreo ladro e avaro, e infatti fu pubblicata sulla testata giornalistica fascista Il Balilla) anche l’antisemitismo contemporaneo online usa il fumetto ed i cartoons.

 

I Simpson, cartoon satirico americano televisivo di Matt Groening (dal 1987 in onda, con un film cinematografico nel 2007), già divenuti vittime dei lager nella rilettura dell’artista italiano AleXsandro Palombo Never Again, a dispetto delle chiare posizioni antinaziste del loro autore e cartoonist satirico (espresse esplicitamente nel 1999 in una intervista sul suo nuovo cartoon Futurama all’edizione americana di Wired) vengono ripresi con orrido montaggio in una caricatura razzista dell’ebreo, forse a suggerire le tesi complottistiche che furono diffuse da una televisione egiziana sui Simpson appartenenti alla lobby ebraica in cospirazione contro i paesi arabi, di  cui ci informò nel 2014 il Jerusalem Post.

 

auschwitz birkenau auschwitz birkenau

Anche i Ducktales, della Disney, popolare cartone animato televisivo americano del 1987-89 (con un lungometraggio cinematografico nel 1990 ed un reboot televisivo nel 2017) vengono violati nel copyright sostituendo all’originario Uncle Scrooge, Paperon De’ Paperoni, che si tuffa nella vasca piene di monete nel Deposito dove vive Zio Paperone, la caricatura razzista di un ebreo, ripresa dalla sigla originale.

 

Senza alcun pudore anche per la storia, dal momento che la Disney produsse cartoons satirici contro il Nazismo, come ci informa il giornalista Luca Boschi in Walt Disney presenta Paperino (Disney Libri, 1993), cortometraggi animati di propaganda bellica prodotti  per l’US Treasury Department, inediti in Italia fino alla loro pubblicazione su Youtube, il primo Donald’s decision  di Ford Beebe del 1942  il secondo, The New Spirit, diretto nel 1942 da Wilfred Jackson e Ben Sharpsteeen ebbe una nomination all’Oscar; Der Fuhrer’s face, diretto nel 1943 da Jack Jinney, con Paperino nazista suo malgrado, vincerà addirittura l’Oscar, e ne seguirà un  quarto, The Spirit of ’43 di Jack King.

 

campo di sterminio a treblinka campo di sterminio a treblinka

Così anche una famosa scena musical della serie televisiva a cartoni animati The Animaniacs, popolare cartone animato televisivo americano del 1993-1998 (con un reboot nel 2020 satirico contro la destra estremistica di Trump), prodotto dalla Warner Bros con la Amblin dell’autore ebreo Steven Spielberg (che alla Shoah ha dedicato un progetto di memoriale audiovisivo internazionale per la Shoah Foundation nel 2004, in Italia affidato all’autore e attore Mimmo Calopresti, ed un film come Schinder’s List  nel 1993, e all’antisemitismo anche Munich del 2005) viene vilipeso nella famosa canzone musical Nations of The World  cantata da Yakko, con una rititolazione antisemitica.

 

Ideali fortemente antisemiti sono affidati anche alle anime giapponesi, con video di internet creati ed artefatti ad hoc: anche questo aspetto non va sottovalutato dal momento che i cartoon giapponesi continuano ad essere visti anche dalle fasce giovanili e, come ha dimostrato il caso dell’aspirante stragista ligure, i minorenni sono adescabili ed educabili all’odio.

 

anna frank anna frank

L’uso delle vignette satiriche poi, che riproducono per stile quelle più diffuse on line, è un ulteriore strumento di persuasione antisemita.

 

Ma l’icona vilipesa dal fumetto dei NEET neonazisti è Pepe The Frog, una rana antropomorfa creata nel 2005 dal cartoonist Matt Furie: a sua insaputa uno dei personaggi dei comics Boy’s club è divenuta icona dei movimenti neonazisti e antisemiti americani, più o meno dal 2016, durante la campagna elettorale di Donald Trump, ed è ora icona internet degli antisemiti. La rana antropomorfa è una sorta di codice cifrato tra antisemiti e neonazisti on line. Furie ha provato a lanciare una campagna via twitter per salvare il personaggio dall’uso fatto dai neonazisti internazionali, contro la volontà dell’autore, #SavePepe e in contemporanea tra il 2017 ed il 2019 ha compiuto, come informa G. Porro nell’edizione italiana di Wired, diverse battaglie legali contro i neonazisti e gli estremisti di destra per violazione del copyright.

 

George Floyd, Pedofilia, Saviano, Africa e Matteo Salvini: le infamie finali

A concludere il giro degli orrori del gruppo Telegram, anche l’uso necrofilo di George Floyd, vittima del razzismo della polizia americana che lo ha assassinato nel  2020, utilizzato come icona per una delirante strumentalizzazione della Strage di Ustica con Israele come mandante, secondo una farneticante teoria per cui i servizi segreti israeliani hanno istruito la polizia americana a compiere omicidi razzisti (l’uso dell’indicativo in luogo del condizionale è mimetico rispetto alle certezze neonaziste), come in Italia ha documentato Paolo Berizzi in Antisemitismo, sul quotidiano La Repubblica del 16/6/2020.

 

L’antisemitismo si spinge a sovrapporre la pedofilia come guidata dagli ebrei. Attaccato dai neonazisti del gruppo telegram anche lo scrittore Roberto Saviano, identificato (falsamente) come ebreo in un video ripreso dall’infotainment Rai Che Tempo che fa, scritto e condotto da Fabio Fazio.

 

Circola poi un video anglo-americano in cui un uomo vestito da cardinale mente ai giovani su come gli ebrei, deicidi, siano mandanti anche dell’attentato terroristico del 9/11 e dell’omicidio Kennedy.

 

Anche il terzomondismo africanista è utilizzato dai neonazisti per identificare gli ebrei come responsabili della tratta degli schiavi e del colonialismo nel XX secolo, e per quanto riguarda il dramma dei migranti nel XXI secolo, è anch’esso strumentalizzato dagli antisemiti come guidato dagli ebrei per corrompere la famiglia tradizionale e le etnie.

 

Come evidente, il gruppo antisemita da una parte attacca gli ebrei come diffusori di una immigrazione che rovinerà le popolazioni, dall’altra attacca gli ebrei come persecutori degli immigrati.  E in effetti, a confondere le acque, viene ripreso persino ripreso un articolo del blog giornalistico progressista La Valigia Blu, in sfregio dello stesso manifesto sull’importanza delle parole, del rispetto e della buona educazione, contro ogni forma di violenza scritto dalla collega giornalista Giovanna Zucconi.

 

immagini su salvini immagini su salvini

E se l’icona del leader di Casa Pound Simone Di Stefano lampeggia con le svastiche, diverso il discorso sul segretario pro tempore della Lega Matteo Salvini: da una parte si usa il simbolo della rana Pepe per consigliare “Vota Salvini”, nell’unico endorsement esplicito del gruppo, dall’altra è indicato come traditore per avere parlato di amici ebrei, e in un agghiacciante meme sinottico tra il COVID-2019 e Matteo Salvini anche sull’amicizia con Israele, di non avere fermato i flussi migratori, e non avere messo in crisi l’Unione Europea e la Globalizzazione.

 

Il discorso poi si potrebbe allargare ad Instagram dove profili dai nomi antisemiti contengono, a conferma di quanto scritto qui, meme criminalmente misogini che inneggiano allo stupro come valore. Ve lo risparmiamo.

 

salvini attaccato per essere amico di israele salvini attaccato per essere amico di israele

Telegram è stato spesso criticato per i gruppi misogini di scambi di fotografie erotiche prese sul web all’insaputa delle vittime, come ha documentato l’edizione italiana di Wired, e di gruppi di pedofilia. Il problema non è però Telegram, così come non è stato l’uso propagandistico del cinema da parte del regime hitleriano con la filmografia della talentuosa Leni Riefensthal a far chiedere la conclusione del linguaggio cinematografico. Come gli antisemiti neonazisti di un secolo fa, quelli del XXI secolo usano semplicemente i linguaggi e gli strumenti a disposizione, per diffondere fake news. Non manca ad esempio il riferimento ai Protocolli dei Savi di Sion, la prima fake news internazionale di epoca contemporanea,  che dal 1897 continua ad essere diffusa e strumentalizzata da regimi e movimenti antisemiti di estrema destra ed estrema sinistra.

 

E in questo si ritrovano le icone di Pepe the frog che nel gruppo Telegram che abbiamo spiato per mesi imperversano: quella di un generale nazista e di un generale stalinista, in un delirio nazicomunista che conferma che gli estremi si confondono, in questo caso di destra e sinistra, come  lo stretto di Bering tra estremo Occidente ed estremo Oriente.

 

roberto saviano 11 roberto saviano 11

 Si deve alla filosofa ebrea Hannah Arendt con il classico della politologia The Origins of Totalitarianism (Le Origini del Totalitarismo, pubblicato tra il 1948 ed il 1973 in diverse edizioni) il primo tentativo, e il più completo, e scientifico di analisi del Male: Hannah Arendt approfondisce ogni indicibile antisemitico e nazista con una profondità ed un acume mai più raggiungibili, senza minimizzare alcun dettaglio e senza enfatizzare. È un capolavoro che tutti dovremmo leggere, nella analisi ed eziologia del Terrore, perché rappresenta un metodo non solo di studio, ma di vita, con tutta l’umanità che traspare nel silenzio, e che può valere per qualunque crudeltà, pubblica o privata.

 

Il Giorno della Memoria, quindi, non è solo un giorno sulla Shoah, così come questa inchiesta trascende l’ebraismo o le origini e le inquietudini di chi l’ha scritta, o del suo nome o del suo cognome. È la storia di tutte le non storie possibili, quelle che nascono e muoiono nel Male. Appartiene quindi a tutti coloro che dal Male si distanziano, che sul Male si interrogano, che dal Male sono vinti, a tutte le ingiustizie possibili.

 

Crediamo dunque che il metodo della filosofa Hannah Arendt (chiunque la leggerà avrà la possibilità di commuoversi) si possa applicare a qualunque espressione dell’Orrore, anche un gruppo telegram sul Male Assoluto o un video Youtube. Il discorso si potrebbe allargare ai gruppi internazionali antisemiti Telegram, contiamo di farlo in seguito.

 

Ed ora che ne facciamo di tutta questa schifezza?

La segnaliamo a Telegram (fatelo anche voi) dopo mesi a seguirla, e la portiamo alla Polizia nella speranza anche voi lettori presentiate denuncia, e che di tutta questa pattumiera infame rimanga l’oblio (e la perseguibilità dei reati penali) nella prossima decade di Giorni della Memoria. Dimenticarsi di Odiare.

 

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