ONOREVOLE, LEI E’ INFETTO? - LA PAURA CORRE SULLE CHAT DEI PARLAMENTARI DOPO I DUE SENATORI GRILLINI POSITIVI AL COVID: “PARE CHE I CONTAGIATI SIANO 5, MA IL NUMERO POTREBBE ESSERE IN AUMENTO” - C'È CHI SOSPETTA POSITIVI ANCHE A MONTECITORIO - LA ROULETTE RUSSA DEL TRACCIAMENTO INTANTO È PARTITA. CHI HA INCONTRATO CHI? È VERO CHE IL GRILLINO FRANCESCO MOLLAME HA CONTRATTO IL VIRUS FUORI DA PALAZZO MADAMA? SU FACEBOOK LO FANNO A PEZZI PER LA FOTO IN CUI INDOSSA LA MASCHERINA CON IL NASO ALL'ARIA…

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Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

FRANCESCO MOLLAME FRANCESCO MOLLAME

«Il Covid? Ci ha smosso dal letargo». Il senatore che a metà pomeriggio ciondola nei corridoi deserti di Palazzo Madama azzarda una risata a denti stretti, ma anche lui sa bene che la situazione è seria. Ha letto su Facebook lo sfogo del collega siciliano Francesco Mollame, positivo al virus, e quasi la cita a memoria: «Brutta bestia... Mai stato così male... Ciò che non uccide fortifica...».

 

Oggi al Senato si torna al lavoro, ma il caso è tutt' altro che chiuso. Le fonti ufficiali dicono che i positivi sono due, eppure nelle chat corrono a razzo altri numeri. C' è chi parla di cinque contagiati del Movimento Cinque Stelle, chi si spinge fino a otto e chi tiene a sottolineare che altri partiti sono coinvolti. «Pare che i positivi siano 5, ma il numero potrebbe essere in aumento», rimbalza via WhatsApp tra i dipendenti iscritti alla Cgil.

FRANCESCO MOLLAME FRANCESCO MOLLAME

Voci che non trovano conferma e però contribuiscono ad agitare gli animi.

 

Buvette deserta, commessi spaesati, senatori che si precipitano a fare il tampone. Il panico scoppia alle 10, quando il tam tam comincia a diffondere la notizia che la seduta della commissione Bilancio, impegnata sul decreto Agosto che scade il 13 ottobre, è stata sconvocata causa Covid. «Il presidente Daniele Pesco deve sottoporsi al tampone», battono le agenzie. E sottovoce i colleghi raccontano che il primo a «panicare» sarebbe stato proprio lui. Mentre escono i nomi dei due positivi, Mollame e Croatti, scatta la corsa verso l' infermeria.

 

Davanti a Palazzo Cenci si forma la coda e dire che, prima della pandemia, in fila in piazza Sant' Eustachio c' erano solo i turisti, per il celebre caffé. A qualche dipendente del Senato, che era già in attesa previo appuntamento, viene chiesto di tornare più tardi per fare spazio ai senatori. Il capogruppo dem Andrea Marcucci sceglie di sottoporsi al test sierologico in un ambulatorio privato. Gira anche il nome del senatore Gabriele Lanzi, ma il terzo (presunto) esponente del Movimento smentisce.

MARCO CROATTI MARCO CROATTI

 

Croatti invece conferma, racconta di aver messo piede a Palazzo Madama l' ultima volta il 24 settembre e fa sapere di aver scaricato l' app Immuni. Impresa che a Mollame non è invece riuscita: «Forse a causa del mio telefono». La roulette russa del tracciamento intanto è partita. Chi ha incontrato chi? Ed è vero che Mollame ha contratto il virus fuori da palazzo Madama? Su Facebook lo fanno a pezzi, senza un briciolo di compassione, per quella foto in cui indossa la mascherina con il naso all' aria. «Il Senato devono chiuderlo a tempo indeterminato», scrivono in tanti.

 

emanuele dessi firma documento in cui promette dimissioni emanuele dessi firma documento in cui promette dimissioni

Nelle stesse ore il senatore Emanuele Dessì, che doveva presenziare al vertice sullo sport con il ministro Vincenzo Spadafora, si collega via Zoom con la biblioteca di Palazzo Chigi: «Un mio collega di commissione è positivo».

 

Diversi senatori del M5S chiedono di essere sottoposti a test rapido. E negli altri partiti prendono a circolare strane tesi: i senatori del Movimento avrebbero «finto una crisi di nervi collettiva» per ottenere il voto da remoto e «fare spazio alla piattaforma Rousseau». Possibile? Primo De Nicola, senatore e giornalista, smentisce secco: «Assolutamente falso. Il Parlamento si deve riunire sempre. I senatori devono farsi il tampone e poi tornare a lavorare. Io? Lo avevo fatto martedì».

PRIMO DI NICOLA PRIMO DI NICOLA

 

La paura al Senato non si ferma ai Cinque Stelle. Al primo piano, pochi metri più in là, si aprono e si chiudono le porte del Pd, con un via vai di senatori che vanno a farsi controllare. La paura contagia anche la Camera. «Dai miei calcoli i positivi a Montecitorio sono una dozzina», la spara un leghista e giura di aver sentito parlare di «due azzurri». «È grave che sia a Montecitorio che a Palazzo Madama i dipendenti siano stati fatti tornare tutti in presenza - lamenta un deputato -. Che fine ha fatto lo smart working?». E un commesso abbassa la voce: «Ci tengono nella più totale oscurità». Oggi il Senato riparte e poiché i tempi del decreto Agosto ormai sono strettissimi si lavorerà notte e giorno anche nel weekend.

 

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