OPERAZIONE “AQUILE NERE” – IL DELIRIO DEL CAPO, STEFANO MANNI: “COLPIAMO I TENDONI DEI NEGRI”, “VOGLIO SENTIRE L’ODORE DI CARNE BRUCIATA E POLVERE DA SPARO”, “È IL MOMENTO DI CARBONIZZARE NAPOLITANO”

I neofascisti arrestati ieri dalla procura dell’Aquila avevano due pistole e un fucile e stavano cercando altre armi. Dicevano di voler uccidere politici, magistrati e “preti comunisti”, cominciando da quelli senza scorta. E vagheggiavano un ritorno alla strategia della tensione con nuovi attentati ferroviari…

Condividi questo articolo


1. “UCCIDIAMO POLITICI, TOGHE E PRETI COMUNISTI” LA LISTA DELLA MORTE DEI NUOVI BRIGATISTI NERI

Giuseppe Caporale per “la Repubblica

 

STEFANO MANNI STEFANO MANNI

I condannati a morte erano quattordici. E i loro nomi erano su un pizzino, un foglio a quadretti sequestrato ieri dai carabinieri del Ros, durante gli arresti per la nuova eversione nera. Insieme a due pistole e ad un fucile. La lista è stata trovata a casa di uno dei leader del nuovo terrorismo neofascista, Luigi Di Menno, ora ai domiciliari. «Governatore Abruzzo, governatore Molise, governatore Marche, presidenti consiglio regionale di Abruzzo, Molise e Marche.

 

Del Turco (Ottaviano, ex governatore, ndr) Pagano (Nazario, ex presidente del consiglio regionale abruzzese coinvolto nello scandalo di rimborsopoli, ndr), Teodoro (Gianni, ex consigliere comunale, ndr), Pezzopane (Stefania, senatrice Pd, ndr). Dirigenti Equitalia di Abruzzo e Molise, direttori di banca di Abruzzo e Molise, ambasciatore indiano, preti comunisti».

 

Ottaviano Del Turco Ottaviano Del Turco

Bersagli «facili da colpire perché senza scorta », raccontano le intercettazioni. Erano loro gli obiettivi «veri» del gruppo finito in carcere con l’accusa di «associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico, associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e tentata rapina» con un’operazione che ha coinvolto oltre 400 carabinieri in quasi tutta Italia.

Quattordici gli arresti, con quarantaquattro perquisizioni per altrettanti indagati.

 

E c’era anche una strage da eseguire proprio in questi giorni, prima di Natale: volevano far saltare in aria il mercatino degli extracomunitari a Pescara, vicino alla stazione ferroviaria. Stefano Manni, l’altro “cervello” dell’organizzazione, aveva già fatto un sopralluogo: avrebbero colpito «i tendoni dei negri» con delle molotov. Solo la retata di ieri, organizzata dalla Procura dell’Aquila, competente per territorio, ha evitato la tragedia.

 

Era proprio Manni, carabiniere in congedo (dopo appena dieci anni di servizio) che pianificava, reclutava e teorizzava stragi e attentati sotto la sigla “Avanguardia Ordinovista”. «L’ex carabiniere» scrive il giudice Giuseppe Romano Gargarella nell’ordinanza di custodia cautelare «è attivo sostenitore del disciolto “Movimento Politico Ordine Nuovo” con la finalità di tornare alla “strategia della tensione”».

stefania pezzopane e il fidanzato simone coccia colaiuta 8 stefania pezzopane e il fidanzato simone coccia colaiuta 8

 

E così si scopre che la nuova eversione nera — trent’anni dopo l’ultima scia di sangue — ha un profilo su Facebook, dove inneggia pubblicamente alla condanna a morte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del senatore a vita Mario Monti, del presidente della Camera Laura Boldrini, dell’ex premier Enrico Letta e dell’ex ministro Cecile Kyenge.

 

Ma l’attività di proselitismo online è solo una facciata. Serve esclusivamente a reclutare sui social network «persone disposte ad uccidere». Perché chi «vuole fare sul serio» si legge nelle carte dell’inchiesta, passa dal commento sulla bacheca alla chat, e poi, se supera «l’esame» che consiste in proselitismo e disponibilità all’azione, arriva agli incontri, alle riunioni.

 

L’organizzazione era già in possesso di armi e si stava già dotando di un vero arsenale. Voleva comprare fucili in Slovenia (come documentano le intercettazioni), ma era anche pronta a rubarli a casa di un collezionista di Pescara (con tanto di rapina sventata da uno stratagemma dei carabinieri).

stefania pezzopane e il fidanzato simone coccia colaiuta 7 stefania pezzopane e il fidanzato simone coccia colaiuta 7

 

Non è tutto. Manni in alcune intercettazioni si vanta di una parentela con il terrorista nero Gianni Nardi. E in effetti il carabiniere dopo essere stato congedato dall’Arma, è stato assunto dalla “Servizi Elicotteristici Italiani” Spa, realtà industriale riconducibile proprio alla famiglia Nardi.

 

«Nardi» scrivono i Ros in un’informativa «è un terrorista neofascista che negli anni ‘70, insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito: rappresentava uno dei maggiori esponenti di Ordine Nuovo».

 

Per scovare i terroristi, i carabinieri hanno dovuto utilizzare due infiltrati, sui quali vige ancora il massimo riserbo. «Meno si parla di loro meglio è...» commenta il procuratore della Repubblica dell’Aquila Fausto Cardella, che insieme alla collega Antonietta Picardi ha coordinato le indagini.

 

«Ciò che abbiamo scoperto è molto grave e vorrei fare un appello: è emerso con chiarezza che esiste una galassia di sigle, movimenti e personaggi che rappresentano, seppure in modo molto frammentato, il nuovo terrorismo di estrema destra. Uno sciame di cui non si ha la piena contezza. Occorre urgentemente una banca dati, come è avvenuto per l’antimafia. È l’unico modo per agire concretamente e bene » spiega Cardella.

 

2. “VOGLIO SENTIRE ODORE DI CARNE BRUCIATA”

Fabio Tonacci per “la Repubblica

 

Aveva un sogno Stefano Manni, la mente xenofoba e razzista di Avanguardia Ordinovista. Un progetto sgangherato, confuso e violento, comunque meritevole, secondo lui, di essere propagato attraverso uno dei tanti profili Facebook falsi di cui si serviva: «Io ho un sogno… Prima di morire lo devo realizzare… sentire nell’aria odore di carne bruciata commisto a quello di polvere da sparo… urla selvagge delle sirene delle ambulanze sovrastare il tran tran quotidiano». Lo scrive il 5 maggio di quest’anno.

 

Per questo era davvero pericoloso, il 48enne di Montesilvano. Perché l’ex sottufficiale dei carabinieri congedato per infermità era ascoltato. Spargeva secchiate d’odio e violenza, riceveva in cambio entusiasmo. «Vi sottopongo una dichiarazione resa dalla negra che ama definirsi ministro… ditemi secondo voi che noce di cocco vuole la gentilscimmia », diceva dell’ex ministro Cecile Kyenge, colpevole di avere la pelle nera e propositi di integrazione dei migranti in Italia. I camerati rispondevano così: «L’orango ha imbastardito la razza», «Le sottorazze o similari non sono civilmente da considerare».

 

“AMMAZZIAMOLI TUTTI”

Era ascoltato Stefano Manni, e anche armato. Sapeva come rimediare pistole semiautomatiche, kalashnikov, fucili, bombe artigianali, definite di volta in volta «attrezzature», «strumenti musicali», «caramelle», «bomboniere con 15 confetti».

Uno dei sodali, Fabrizio D’Aloisio: «Le selle sono sepolte sotto due metri e mezzo di neve, erano del mio bisnonno che era uno dei nostri».

stefania pezzopane e il fidanzato simone coccia colaiuta stefania pezzopane e il fidanzato simone coccia colaiuta

 

Per questo i progetti di stragi e omicidi, per quanto spropositati, avevano assunto l’aura inquietante della credibilità: «Tu acchiappa la Regione Abruzzo — diceva Luigi di Menno Di Bucchianico (ora ai domiciliari) — prendiamo Del Turco, andiamolo a trovare là sotto e domani lo facciamo trovare impiccato, questi sono senza scorta… al governo, quando si sveglia Renzi e gli portano, porca puttana, presidente legga qui, hanno fatto fuori 20 consiglieri, 10 presidenti di Regioni… però tu hai colpito lo Stato, non il cittadino».

 

Katia De Ritis (arrestata), aggiungeva: «Bisogna colpire i politici, non quelli principali, gli scemi… farne fuori 10-12 in una giornata che la mattina accendi il telegiornale… o cazzo, hanno fatto fuori questo, questo... ». E il capo, Stefano Manni, ci metteva il carico da 11: «È il momento storicamente perfetto per carbonizzare Napolitano e la sua scorta, da qui deve iniziare la liberazione d’Italia». Ce l’aveva anche con i magistrati uccisi quando scriveva: «Uno-dieci-cento- mille Occorsio”.

 

“STRAGE DI MIGRANTI”

giorgio napolitano giorgio napolitano

Sono tutte impastate di retorica fascista, le migliaia di intercettazioni agli atti dell’inchiesta. La romanità, «la soluzione finale », «l’ordine dopo il caos», le vecchie storie dell’eversione nera del Novecento. Nel gruppo si salutano con «Ave camerata», e si congedano «Sieg Heil».

 

La fenomenologia nazista è una costante, anche nelle battute: «Dici che si offendono se li “inforniamo” a due a due?», scrive Mariagrazia Callegari sotto la foto di due forni crematori su Facebook. L’oggetto sono sempre loro, i non italiani.

 

Pure Papa Francesco, quindi, è un nemico. «È l’anticristo che stavate aspettando — sbraita Manni al telefono — non mai sentito da un prete, non dal papa, difendere nell’ordine i froci, i trans, le puttane, i clandestini… adesso l’ultima che ha detto, ha vinto il premio Nobel».

 

EQUITALIA E GUARDIA DI FINANZA EQUITALIA E GUARDIA DI FINANZA

L’odore della carne bruciata che volevano annusare per prima era quella degli immigrati. Manni una soluzione ce l’ha in testa, e a quella stava lavorando prima delle manette: «Colpire (con un ordigno, ndr) dove si aggregano… in un palazzo ce ne sono 5-600 e qui a Pescara, ad esempio, ce ne sono 3 o 4 di obiettivi così ».

 

“RIFACCIAMO L’ITALICUS”

Ma è carne da macello anche quella di chi governa, in ottemperanza a una rinnovata ipotesi di strategia della tensione, come la definisce il gip Giuseppe Gargarella. «Colpire i politici», è il chiodo fisso di Luigi Di Menno di Bucchianico, «io faccio fuori la negra (l’ex ministro Kyenge), è tutta colpa loro».

 

In una conversazione del 17 ottobre 2013 con Nicola Trisciuoglio, Manni va oltre: «Credo sia il caso di riprendere la strada dell’Italicus (il treno saltato in aria nel 1974, la bomba fece 12 morti, ndr), ma su amplissima scala». Destabilizzare il sistema, portarlo alla disintegrazione, un’altra delle fisime di Avanguardia Ordinovista.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…