filippo paradiso marco mancini

PARADISO ALL'INFERNO - INSIEME A PIERO AMARA, NELL'INCHIESTA ILVA, ARRESTATO ANCHE IL POLIZIOTTO FILIPPO PARADISO - LEGATO DA UN RAPPORTO DI AMICIZIA CON MARCO MANCINI, HA PRESTATO SERVIZIO NEGLI UFFICI DI DIRETTA COLLABORAZIONE DEI VARI SOTTOSEGRETARI ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, SIA CON PRODI CHE CON BERLUSCONI - HA LAVORATO AL VIMINALE, COME COLLABORATORE DELLA SEGRETERIA DI MATTEO PIANTEDOSI, ALLORA CAPO DI GABINETTO DI SALVINI E POI È PASSATO NELLA SEGRETERIA DEL GRILLINO SIBILIA - E' STATO PARADISO A FAR INCONTRARE IL PRESIDENTE DEL SENATO, CASELLATI, CON IL PM GIANCARLO LONGO. ACCUSATO DI AVER VENDUTO (COME LUI STESSO HA AMMESSO PATTEGGIANDO 5 ANNI DI CARCERE) LA SUA FUNZIONE PUBBLICA A PIERO AMARA E GIUSEPPE CALAFIORE…

FILIPPO PARADISO

Estratto di una Dagonota

[…] Marco Mancini è supportato anche dal suo ottimo rapporto con il pentastellato Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa del M5s, attivo frequentatore della Link Campus di Scotti dove conseguì un Master nel 2016 (sbucò pure fuori all'inaugurazione del centro di cyber security dei cinesi di ZTE), legato a sua volta a esperti come Umberto Saccone (ex Eni) e con Carlo Sibilia, il sottosegretario al Viminale che ha voluto con sé l'ispettore di polizia Filippo Paradiso, che stima e apprezza lo 007.

 

Estratto dell'articolo di Giovanni Bianconi e Virginia Piccolillo per il ''Corriere della Sera'' del 20 maggio 2020

 

[…] Oltre a questo colloquio registrato, agli atti dell' indagine di Potenza - ma anche di quelle collegate di Messina e Perugia sulla presunta corruzione di altri magistrati: inchieste diverse in cui ricorrono gli stessi nomi - gli indizi sul «centro di potere» collegato a Capristo passano dal suo amico Filippo Paradiso, di cui parla l' avvocato messinese Giuseppe Calafiore.

 

marco mancini

Arrestato per corruzione assieme al collega Piero Amara e all' imprenditore Fabrizio Centofanti nel febbraio 2018, con pena successivamente patteggiata, il legale dice in un interrogatorio del 6 giugno 2019: «Attualmente è nell' entourage del ministro Salvini. Paradiso veniva quasi quotidianamente nel nostro studio, vive di pubbliche relazioni tant' è che l' appuntamento tra il pm Longo legatissimo ad Amara e a me (e arrestato con loro due anni fa, ndr ) e la Casellati, all' epoca al Csm, è avvenuto tramite Paradiso. Amara mi spiegava che Capristo era legatissimo a Paradiso, e questo legame si estrinsecò anche in occasione della nomina di Capristo a procuratore di Taranto. Immagino, o meglio deduco, che Paradiso si sia relazionato, anche, con la Casellati a tale scopo, atteso che certamente Paradiso conosceva la Casellati».

ANGELO TOFALO 9

 

Il funzionario di polizia è attualmente indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze illecite, e di lui ha parlato la ex pm di Trani Silvia Curione, titolare dell' inchiesta che Capristo voleva pilotare, secondo l' accusa, a suo piacimento. Ricorda un incontro di inizio 2016: «Nel presentarci Paradiso, a casa sua, Capristo disse che era suo amico. Quest' ultimo ci disse, parlando della Procura di Taranto, che l' allora facente funzione Pietro Argentino aveva ottime probabilità di diventare procuratore capo a Matera».

 

Il marito della Curione, Lanfranco Marazia, anche lui magistrato, aggiunge: «Paradiso, spinto da Capristo che aveva evidenziato come Argentino era rimasto amareggiato perché non aveva avuto alcun voto in Commissione (del Csm, ndr ) per diventare procuratore di Taranto, disse che avrebbero profuso il massimo impegno per fare diventare Argentino procuratore a Matera. Parlava al plurale».

carlo maria capristo

 

A luglio 2017, Argentino fu nominato dal Csm procuratore di Matera, con 11 voti. Tra cui quelli di Maria Elisabetta Alberti Casellati e di Luca Palamara. Gli atti su Capristo (compresi i verbali di Amara, che nega quanto riferito da Calafiore, e dello stesso procuratore di Taranto, che nega anche parte di ciò che ha detto Amara) sono finiti agli atti dell' indagine perugina sull' ex componente del Consiglio superiore della magistratura indagato per corruzione.

 

piero amara

Secondo l' accusa veniva pagato con viaggi e altre regalie da Centofanti, l' amico di Amara e Calafiore, in cambio del «mercimonio della funzione» di componente del Csm. Nell' interrogatorio a Palamara, i pm umbri hanno chiesto notizie di Filippo Paradiso, e l' indagato ha risposto: «L' ho visto più volte sia con Centofanti che con altri consiglieri del Csm con cui si accompagnava, anche di rilievo».

 

Estratto dell'articolo di Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera" del 10 giugno 2020

 

carlo sibilia 1

[…] Di quella decisione si parla pure nell'indagine potentina che ha portato all'arresto di Capristo, amico del funzionario di polizia Filippo Paradiso (inquisito a Roma per traffico di influenze illecite e con buone entrature nel Csm di Palamara) il quale riferì a un altro magistrato pugliese: «È stata durissima ma ce l'abbiamo fatta a fare diventare Argentino procuratore di Matera». Prevalse con 11 voti (Unicost, Mi e i tre laici di centrodestra), e il giorno dopo Palamara scrisse a Forciniti: «Mi giungono notizie pessime di Argentino. Abbiamo sbagliato?». Risposta: «No... lascia stare... non è uno scienziato, ma un lavoratore... non amato dai politici...». «Mi dicono cose turche». «Lascia stare...».

 

Estratto dell'articolo di Emiliano Fittipaldi per www.lespresso.it del 28 giugno 2019

 

Maria Elisabetta Casellati

[…] Ma come ha fatto Longo a entrare in contatto con la Casellati? Il pm ha raccontato che all’appuntamento non ando da solo. Ma che fu accompagnato da un uomo assai vicino all’attuale presidente del Senato. Si tratta di Filippo Paradiso, un dirigente della polizia di Stato che ha rapporti di alto livello con il mondo della magistratura italiana. E qualche guaio con la giustizia: Calafiore – in altri verbali consultati da L'Espresso - ha dichiarato che aveva in uso la carta di credito di Amara. Oggi il poliziotto risulta indagato a Roma per traffico di influenze.

GIUSEPPE CALAFIORE 1

 

Fu Paradiso, dice dunque Longo, a organizzare il meeting tra i tavolini del bar tra lui e la Casellati. E fu sempre Paradiso, e questa e una certezza, che riusci a entrare nell’ottobre 2018 nello staff del gabinetto della presidente del Senato. Le dimissioni, spiegano dal Senato, sono arrivate a gennaio 2019. In concomitanza con le prime notizie su un'inchiesta di di lui.

 

Per ottenere l’appoggio della Casellati «sono andato insieme a Paradiso, che mi era stato presentato un paio di settimane prima da Giuseppe Calafiore. Con la Casellati, (Paradiso) era in ottimi rapporti... lei comunque non mi ha garantito nulla», chiosa Longo. E al cronista che gli chiede se davvero non fu preso alcun impegno dalla Casellati e da Legnini per la sua sponsorizzazione per la promozione, Longo chiarisce: «Guardi, e evidente che promesse esplicite non ne sono state fatte. Ma se organizzo un incontro con dei consiglieri (del Csm, ndr) attraverso persone considerate a loro vicine, diciamo che qualche aspettativa poteva essere implicita».

 

GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA

Legnini - secondo quanto ha raccontato l’ex pm - avrebbe incontrato l’uomo di Amara «nel suo ufficio al Csm». Anche in questo caso Longo non si e mosso da solo: a preparare il rendez-vous con l’allora vertice del Consiglio superiore della magistratura e stato un altro intermediario. «Ha organizzato l’incontro il professor Dell’Aversana», ribadisce. Siamo sempre nella primavera del 2016. Legnini, Longo e Pasquale Dell'Aversana, stavolta, si incontrano non in un bar, ma in una sede ufficiale. «Neppure Legnini mi ha garantito alcunche. A lui e alla Casellati ho parlato di Ragusa perche Gela era stata assegnata». Un associazione presieduta da Dell'Aversana ha avuto stretti rapporti con i sodali di Longo Amara e Calafiore. «Il coacervo di manovre nascoste» di cui parla Mattarella parte da lontano.

 

matteo piantedosi

Estratto dell'articolo di Antonio Massari e Valeria Pacelli per https://www.ilfattoquotidiano.it del 21 maggio 2020

 

Filippo Paradiso è un poliziotto, pugliese che in passato ha prestato servizio negli uffici di diretta collaborazione dei vari sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, con Prodi, come con Berlusconi. Ha lavorato anche al Ministero dell’Interno, come collaboratore della segreteria di Matteo Piantedosi, allora capo di gabinetto di Matteo Salvini e con la formazione dell’ultimo governo è passato nella segreteria di Sibilia. […] Paradiso è ancora indagato a Roma per traffico di influenze e poi il suo nome spunta – ma non è indagato – nelle carte della procura di Potenza che ha portato all’arresto ai domiciliari di Carlo Maria Capristo, procuratore di Taranto accusato di tentata induzione a dare o promettere utilità, truffa e falso.

salvini matteo piantedosi

 

A parlare di Paradiso, dinanzi al procuratore di Potenza Francesco Curcio, sono i due pm di Bari Silvia Curione e Lanfranco Marazia, che lo incontrano proprio a casa di Capristo: “Disse che Paradiso era un suo amico – racconta Curione – e quest’ultimo ci disse, parlando in generale della Procura di Taranto, che l’allora facente funzioni Pietro Argentino aveva ottime probabilità di diventare procuratore capo a Matera. Sul momento – conclude Curione – rimasi sorpresa della conoscenza di dinamiche della magistratura da parte di un dipendente di altro ministero”.

 

pm Giancarlo Longo

Nulla rispetto alla sorpresa del pm Marazia: “Paradiso spinto da Capristo, che aveva evidenziato come (…) Argentino era rimasto amareggiato, perché non aveva avuto alcun voto in commissione per diventare procuratore di Taranto, disse che avrebbero profuso il massimo impegno per far diventare Argentino procuratore a Matera. Parlava al plurale, come se lui e altri si sarebbero potuti impegnare in favore di Argentino. Nell’estate 2017” a un funerale “era presente Paradiso. Mi disse con aria soddisfatta che era stato durissimo ma che ce l’avevano fatta a fare diventare Argentino procuratore di Matera tanto che di lì a poco si sarebbe insediato”. Sentito dal Fatto, Paradiso ha smentito questa ricostruzione.

Giancarlo Longo

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