parma calisto tanzi

PARMA LETALE – A QUINDICI ANNI DAL CRAC DI PARMALAT, CALISTO TANZI DICE DI ESSERE “SERENO”: “MA HO SOLO 3 ORE DI LIBERTÀ” – IL RICORDO DEGLI ANNI D’ORO IN CUI IL PARMA CALCIO ANDAVA ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA E LUI OSPITAVA TUTTI NELL’AEREO PRIVATO DEI GIALLOBLÙ – AVEVA IN PUGNO IL BRASILIANO RIVALDO E AVEVA MESSO GLI OCCHI ANCHE SU CRISTIANO RONALDO. AVEVA 16 ANNI, POI...

Vanni Zagnoli per “Libero Quotidiano”

 

il parma di calisto tanzi 1

Non saranno contenti i risparmiatori rovinati: Calisto Tanzi, il cavalier ex Parmalat, è sereno, a 80 anni. «Si incrocia abitualmente a Parma», ci raccontano. E allora ci mettiamo sulle sue tracce, parlano di una villa a Martorano, verso Reggio Emilia, ma là non si vede. Telefonata di conferma in Gazzetta di Parma e arriva l' indirizzo, a Fontanini di Vigatto, nella periferia ducale. Fermiamo un automobilista: «L' ho vista in televisione, la villa è lì, a sinistra».

 

calisto tanzi parma

C' è il cancello alto, un lungo viale, è freddo, sono le 9 passate e Calisto non si vede. Suoniamo.

Avevamo frequentato Calisto e il figlio Stefano al Parma calcio, dai primi anni '90, e davvero avremmo voglia di una foto con lui, di salutarlo.

 

Le otto coppe in dieci anni con i gialloblù, adesso crociati, la partita con la Juve finita 3-3, con due gol recuperati dal Parma, per due volte, raro anche 20 anni fa. Calisto è stato a suo modo un creativo, categoria tanto di moda oggi.

 

calisto tanzi parmalat

Per la finanza, cioè anche per mantenere il Parma a livello mondiale, si è rovinato, dando forse il colpo di grazia ai bilanci Parmalat. Con il contabile Fausto Tonna e altri, aveva inventato una copertura finanziaria, un fondo in centro America, una scrittura falsa, e in fondo è stato accertato che i bilanci della Parmalat erano fasulli dal '90, esattamente da quando prese il Parma, alla morte di Ernesto Ceresini, il presidente più amato, mentre stava volando verso la serie A. «Il Parma mi emoziona sempre», ci racconta di sera, «il calcio mi è sempre piaciuto e mi piace ancora. Allo stadio non posso andare».

 

il parma della promozione in serie a

La moglie Anita lascia il numero di casa, chiamiamo, ci passa il cavaliere, un pio democristiano. «Che a un certo punto dava fastidio al sistema», garantisce Vincenzo, chef nella via dei ristoranti a Reggio, dopo 10 anni a Parma. La realtà è che Calisto inventò le sponsorizzazioni. La Parmalat nell' automobilismo, con la Brabham. Tanzi non ha mai fatto interviste, dall' arresto di 17 anni fa. «Potrei», rivela, «ma sono io che non voglio, preferisco non apparire. Invece parliamo normalmente, se vuole».

fausto tonna

 

Cioè privatamente, ma ci perdonerà, per avere raccontato la nostra chiacchierata affettuosa.

Ricordiamo Hristo Stoitchkov, il bulgaro pallone d' oro, arrivato dal Barcellona, con berlina targata San Marino. «Curioso», gli dicemmo allora, e il trequartista bizzoso quasi ci minacciò fisicamente.

Calisto segue il calcio dalla tv, dialoga magari con gli amici, ha una moglie fedelissima e tre figli. Stefano, presidente del Parma dal '96, al posto del fido Giorgio Pedraneschi, lavorava nel Reggiano, a Casalgrande, alla ceramica Ricchetti, certo non ai forni.

calisto tanzi malato in tribunale 2

 

«Adesso è a Londra, ogni tanto torna a Parma». Si percepisce, al telefono, l' orgoglio del padre, anche nello spiegare dell' altra figlia, Laura, farmacista in città. E appena riusciamo andremo a trovarla, di certo chiederà di non essere ripresa, oltre che non intervistata, siamo abituati Francesca era in Parmatour, divorziò da Salvatore Scaglia, dirigente del Parma e poi della Roma.

Erano i tempi in cui era Juve-Parma su tutti i fronti, scudetto, coppa Italia e Uefa, magari.

 

il parma di calisto tanzi

«Meritavamo almeno due scudetti», ci confessò Antonio Benarrivo, terzino vicecampione del mondo nel '94. Tanzi aveva tanti nazionali e per mantenerli a Parma esasperò la creatività della sua finanza, addomesticò molti ma non gli arbitri, mai teneri, con la sua creatura. Non sono più di moda gli scudetti in provincia, dal 2002 è solo Juve, Inter e poco Milan. Calisto ci ha provato e si è scottato, aveva un universo infinito di aziende, da Collecchio al Sudamerica.

frosinone parma

 

CAMPAGNA ACQUISTI

«Sono agli arresti domiciliari», ma in villa è quasi uno spasso. «Ho solo 3 ore di libertà, la mattina, e lei è venuto a suonare che ero proprio fuori». «A una visita medica», aggiunge la moglie Anita. Sennò sarebbe sceso e almeno l' avremmo rivisto, di sicuro magrissimo, tipo il figlio. «Sto discretamente, via».

 

Calisto ha buona memoria, rammenta persino i gregari, le riserve, i nomi romantici delle sue 12 stagioni nel calcio. «Sorce arrivato dal Licata, dalla serie B, Pulga poi allenatore, del Cagliari, in A, e Matrecano. Susic, Cornelio Donati».

 

parma veron coppa uefa

Servirebbero ore per rievocare tutto, da Zola a Nevio Scala, alle partite della nazionale allo stadio Ennio Tardini. «Ricordo il custode dell' epoca, Corrado, e poi i dirigenti: Riccardo Sogliano, Michele Uva (vicepresidente Uefa) e Fabrizio Larini».

 

Dalle sponsorizzazioni ai primi stranieri in maglia crociata: il portiere Taffarel dal Brasile, l' esterno Grun dal Belgio, poi diventato centrale, e l' attaccante Tomas Brolin dalla Svezia, anche per esportare il marchio Parmalat. Il centro sportivo a Collecchio, la Parmalat che fece la fine della Cirio e del suo presidente, Sergio Cragnotti.

 

Calisto a 80 anni è sereno, neanche abbiamo il coraggio di chiedergli se rifarebbe tutto, l' ondata di odio nei confronti suoi si è placata da tempo, nessuno va a suonargli a casa, come abbiamo fatto noi. Calisto ha quel nome unico, tipo Ciriaco, De Mita, che alla Lazio aveva portato il figlio Giuseppe. Tanzi junior, Stefano, è magrissimo e garbato, era un presidente troppo educato, per questo calcio.

 

CRISTIANO RONALDO

il parma vince la coppa uefa

Adesso il Parma ha 7 grandi imprenditori, capeggiati da Barilla, e un cinese in causa con loro, presidente spodestato. Calisto passeggia per Parma, si svaga ripensando agli errori.

Sono decine, se non centinaia, gli imprenditori andati nel pallone con il pallone, in fondo è stata la Parmalat ad affondare il Parma, a un certo punto Calisto si era fatto prendere la mano, voleva essere il numero uno al mondo nel latte e derivati e nel football.

parma coppa coppe

 

Aveva in pugno il brasiliano Rivaldo, prima che si consacrasse campione e andasse al Barcellona e il suo Parma aveva messo gli occhi anche su Cristiano Ronaldo, quando aveva 16 anni. Calisto ha e si è emozionato, con il pallone. Faceva persino l' editore, del circuito Odeon, aveva partecipazioni a Teleducato, da un anno fusa con TvParma, arrivavano nella piccola Parigi, il lunedì, i più grandi opinionisti nazionali, compreso Ivan Zazzaroni, oggi direttore del Corriere dello sport.

 

juve ajax cristiano ronaldo

Calisto ospitava tanti, sull' aereo privato con cui i gialloblù, oggi crociati, andavano alla conquista dell' Europa: Coppa delle Coppe e due Uefa, supercoppa europea e finale persa di Coppa delle Coppe. Invitava anche i giornalisti, magari pensionati, dopo-lavoristi, insomma piccoli personaggi di piccole testate, proiettati dalla serie D di mezzo secolo fa, magari, ai viaggi in Europa. Lo chiamavano il lattaio, con quelle sue buone maniere era arrivato a scalare il potere, la finanza, sempre restando nell' ombra. Interviste rarissime, la famiglia nel Parma e nelle aziende. «Litigai con la figlia Francesca e me andai da pr crociato», dice Giorgio Gandolfi, parmigiano, una vita fra Torino e Milano, alla Stampa, in particolare.

calisto tanzi malato in tribunale

 

Calisto si era preso un pr internazionale, non aveva badato a spese, a immagine, a investimenti. Aveva costruito Collecchiello, il centro sportivo gioiello, levando la squadra dagli allenamenti in cittadella, mitici, aperti ai pensionati. L' impero è crollato 16 anni fa, lui finì in manette, il figlio anche ma per meno, il padre ha sofferto tanto ma forse rifarebbe molto. La fede l' ha sempre sostenuto, anche quando girava con il sondino al naso.

 

Magrissimo, condannato a 17 anni e fischi, come dicono nel granducato. Non ha più il sorriso degli anni d' oro, quando era alleato proprio di Cragnotti e gli trasferì Crespo, per lo scudetto biancoceleste.

 

il parma di calisto tanzi 2

Questa provincia di non più di 700mila abitanti gli è fondamentalmente grata. Tanzi aveva capito a metà anni '80 il potenziale della sponsorizzazione sportiva, condivisa anche con Zanetti, mister Segafredo, oggi alla Virtus Bologna basket, capace di portare in formula 1 Ayrton Senna.

eriksson cragnotti

Calisto portò Parma sul tetto d' Europa, non confermò Carlo Ancelotti dopo un biennio senza trofei, scelse Malesani, si aggiudicò tre coppe in cento giorni eppure perse gli scudetti, nonostante investimenti mondiali.

 

calisto tanzi

Cedette Buffon e il campione del mondo Thuram alla Juve, Fabio Cannavaro, poi pallone d' oro, all' Inter, ridimensionò appena si rese conto che sarebbe crollato. Il Parma si salvò per miracolo, grazie alla legge Marzano, sarebbe fallito nel 2015, con Tommaso Ghirardi («Non l' ho conosciuto», dice Calisto), che vendette il pentoolone di debiti all' albanese Rezart Taci, con tentativo finale di Manenti, ex impiegato in supermercati.

 

CRAGNOTTI

Adesso Parma ha un potenziale da Champions league, con quei 7. Al centenario, nel 2013, arrivò l' Europa league, mancata per un debito di 265mila euro, che poi fece aprire il pentolone dei debiti. Oggi Calisto è lì, guarda la tv e legge i giornali, a Fontanini di Vigatto. «Faccio il giardiniere e il nonno, mi vengono a trovare i nipoti. Qui è casa di mia moglie e qui venivano a cena i campioni».

Per 20 anni fu tra i più potenti d' Italia. Chissà se davvero diede fastidio a qualcuno che glielo fece pagare...

il parma di calisto tanzi 2

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?