PERCHÉ NASCONO LE BABY GANG? - LO SPIEGA LO PSICHIATRA VITTORINO ANDREOLI: "PER MOLTI GIOVANISSIMI LA VIOLENZA È UN MODO PER VINCERE LE PROPRIE PAURE E INSICUREZZE. LA BABY GANG PROVA SODDISFAZIONE NEL DISTRUGGERE PERCHÉ QUESTO FORNISCE UNA PERCEZIONE PSICOLOGICA FORTISSIMA E DOMINA TOTALMENTE LA REALTÀ - COME SI ARGINA QUESTA TENDENZA? BISOGNA DARE DEI RUOLI SOCIALI AGLI ADOLESCENTI, MENTRE PURTROPPO LA SOCIETÀ NON LI TIENE IN CONSIDERAZIONE…"

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Grazia Longo per "la Stampa"

vittorino andreoli vittorino andreoli

 

«Neppure il Coronavirus riesce a tenere lontani i ragazzini delle baby gang dalla loro furia distruttiva. Perché troppo grande è la gioia nel distruggere. E più il numero dei componenti della banda è alto, più intensa è la forza distruttiva. Come dimostra l'arresto dei 37 ragazzi che lo scorso ottobre hanno saccheggiato le vetrine dei negozi nel centro di Torino».

 

Lo psichiatra Vittorino Andreoli, già direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona-Soave, attualmente membro della New York Academy of Sciences, analizza il fenomeno dell'adolescenza patologica nel suo nuovo saggio "Baby gang" (Rizzoli, pp. 224, 17). Il libro è stato scritto prima dell'esplosione del Covid, ma l'analisi del fenomeno si adatta anche a questo difficile periodo.

VITTORINO ANDREOLI - BABY GANG VITTORINO ANDREOLI - BABY GANG

 

La cronaca è ricca di episodi di bullismo e violenza . Perché nascono le baby gang?

«Gli adolescenti amano condividere tra di loro ansie, insicurezze, paure, esperienze di vita. Quando in un gruppo non esiste il leader fisso, ma un leader circolare che cambia in base alle circostanze e ciascuno può assumere il compito di decidere e guidare, siamo di fronte a gruppi di pari età. Ma quando il leader è fisso, si impone sugli altri che diventano semplici gregari, organizza vendette e spedizioni, ecco che il gruppo diventa una baby gang».

BABY GANG A MILANO BABY GANG A MILANO

 

Da dove nasce la violenza?

«Ricordiamoci sempre che se vuoi capire che cos'è la violenza devi prima capire che cos'è la paura. Purtroppo per molti giovanissimi la violenza è un modo per vincere le proprie paure e insicurezze. L'adolescenza è una fase di metamorfosi: c'è il corpo che cambia, c'è la paura di rimanere da soli. La baby gang distrugge, ruba, picchia: ha il gusto della distruzione tanto che piuttosto che violenza bisognerebbe chiamarla distruttività. La baby gang prova soddisfazione nel distruggere perché la distruzione fornisce una percezione psicologica fortissima e domina totalmente la realtà».

 

Si preferisce la distruzione alla costruzione?

«Certo, perché questi adolescenti patologici sono dei perdenti, dei frustrati che non si piacciono e sono pieni di paure. Mi perdoni il paragone, ma assomigliano a quei politici che non essendo più in grado di costruire provano gioia nel distruggere».

BABY GANG A MILANO BABY GANG A MILANO

 

L'isolamento a cui sono stati spesso costretti gli adolescenti nell' ultimo anno, le lezioni a distanza hanno contribuito a renderli più fragili?

«Più fragili e con più voglia di muoversi, di fare, di spaccare. La baby gang gode distruggendo, trae un'enorme gratificazione nel fare del male».

 

In che modo si può arginare questa tendenza?

«Non credo tanto nelle azioni repressive delle forze dell'ordine. Il ruolo più importante lo svolge l'educazione da parte delle famiglie e della scuola. Occorre che gli adolescenti si sentano gratificati, che si sentano piccoli protagonisti. Per questa ragione è determinante farli sentire utili e importanti in famiglia come nella società. Bisogna dare dei ruoli sociali agli adolescenti, mentre purtroppo la società non li tiene in considerazione, così come fa con i vecchi. E invece, a entrambi questi gruppi, occorre dare qualcosa da fare».

BABY GANG A MILANO BABY GANG A MILANO

 

Che cosa per esempio?

«Penso a quello che ha fatto don Mazzi una ventina di anni fa con la cooperativa Exodus per i tossicodipendenti: ha acquistato una ventina di camper con i quali i giovani assuefatti dalle droghe giravano l' Italia per aiutare chi ne aveva bisogno: riparavano case, sistemavano campi di calcio. Avevano, insomma, compiti concreti».

 

Ma adesso con le restrizioni imposte per la pandemia è più complicato, o no?

«Il Covid è una catastrofe che dobbiamo combattere in ogni modo. È peggio della guerra, ma credo si possano assegnare dei compiti agli adolescenti. Per esempio potrebbero fare compagnia, anche con una telefonata, agli anziani soli. O potrebbero essere coinvolti, a piccoli gruppi, in laboratori artigianali. La via giusta è quella dell'educazione pratica. Gli adolescenti potrebbero anche costruirsi i loro amati computer e telefonini. Non dimentichiamo che Steve Jobs era poco più che un adolescente quando ha intrapreso il suo progetto. Lo stesso vale per Mark Zuckerberg».

 

MILANO - BABY GANG DEI RAGAZZINI EGIZIANI MILANO - BABY GANG DEI RAGAZZINI EGIZIANI

I social media hanno acuito i disagi degli adolescenti?

«Purtroppo esistono anche le cyber gang, che feriscono e bullizzano attraverso i social media. E in ogni caso i social media sono una modalità astratta di interagire, dietro alla quale è più facile mentire. È invece necessario stabilire relazioni reali».

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