draghi mohammed bin zayed

PERCHE’ GLI EMIRATI HANNO DECISO DI CHIUDERE LA BASE ITALIANA DI AL MINHAD? E’ UNA RITORSIONE DOPO CHE ROMA AVEVA FERMATO LA VENDITA DI ARMI AD ABU DHABI. QUELLA FU UNA DELLE ULTIME DECISIONI DEL GOVERNO CONTE: A FINE GENNAIO PER RISPONDERE ALLE PRESSIONI DELLA PARTE PIÙ MASSIMALISTA DEI 5STELLE IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI MAIO CONGELÒ LE LICENZE ALL'ESPORTAZIONE DI CIRCA 20MILA BOMBE DA AEREO AGLI EMIRATI E ANCHE ALL'ARABIA SAUDITA. IL DOSSIER FINISCE SUL TAVOLO DI DRAGHI

Vincenzo Nigro per repubblica.it

 

Mohammed Bin Zayed

Gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso la data dello sfratto. Entro il 2 luglio i militari e i materiali della Difesa italiana dovranno lasciare l'aeroporto di Al Minhad, la base avanzata nel Golfo Persico utilizzata dal 2003 innanzitutto per trasferire uomini e materiali in Afghanistan, ma capace anche di svolgere un ruolo per le missioni in Kuwait e in Iraq.

 

È l'emiro in persona, il principe Mohammed Bin Zayed, ad aver deciso ormai da mesi una linea sempre più aggressiva diplomaticamente contro l'Italia. "Mbz" risponde a una delle ultime decisioni del governo Conte, quando a fine gennaio per rispondere alle pressioni della parte più massimalista dei 5Stelle il ministro degli Esteri Luigi Di Maio congelò le licenze (già regolarmente concesse) all'esportazione di circa ventimila bombe da aereo agli Emirati e anche all'Arabia Saudita.

 

Di Maio e Conte accoglievano l'appello di una campagna a favore di un embargo contro i paesi che combattono nello Yemen. Con il particolare non insignificante che ormai da quasi 2 anni gli Emirati non combattono più contro i ribelli houthi nello Yemen. E gli stessi sauditi hanno iniziato ad adottare profili di impiego degli aerei che causano molte vittime in meno fra i civili.

 

mario draghi al senato

La durissima irritazione del principe emiratino venne rafforzata dal fatto che, in maniera incomprensibile, il ministero degli Esteri congelò anche contratti e fornitura di materiali per gli aerei delle "frecce tricolori" degli Emirati, che giarda caso cono gli MB 339 di Leonardo simili a quelli della pattuglia italiana. Quei velivoli devono essere ammodernati con un contratto di 70 milioni di euro, ma alla "Unità di Autorizzazione di Armamento Militare" della Farnesina è stato ordinato di bloccare anche quei contratti.

 

La reazione di Mbz è stata quella di cancellare contratti italiani anche nel settore civile, e di iniziare a lanciare anche una serie di punture di spillo. La prima è stata il blocco dell'aereo Boeing che all'inizio di giugno trasportava in Afghanistan un gruppo di giornalisti che seguiva il ministro Guerini. Al Boeing venne negato il diritto di sorvolo degli Emirati, un permesso detto "diplocleareance" che era già stato concesso all'Aeronautica militare.

Al Minhad

 

Adesso arriva la chiusura della base di Al Minhad: l'accesso a quell'aeroporto vicino ad Abu Dhabi è meno importante per l'Italia, perché il ritiro dall'Afghanistan di fatto è stato completato. Ma lo schiaffo politico al governo di Roma è umiliante.

 

Da giorni il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha provato a spiegare al collega Luigi Di Maio e adesso anche al premier Mario Draghi che i rapporti con Emirati e Arabia Saudita non possono essere compromessi. "Ne va non solo delle forniture militari, ma della collaborazione politica in tutto il Medio Oriente con partner essenziali per l'Italia", dicono fonti alla Difesa.

 

La soluzione poteva essere quella di far approvare alla Camera o al Senato una nuova mozione parlamentare che "smontasse" la richiesta di embargo fatta al governo. La mozione ancora non è stata presentata ufficialmente, verrà presentata alla Commissione Difesa del Senato. Ma l'operazione politica è complicata: esponenti del Pd dicono adesso ""vogliamo essere sicuri che i deputati dei 5Stelle condividano la necessità di una correzione di rotta, altrimenti non faremmo che aggravare la situazione". Il Pd, in altre parole, non vuole farsi trovare col cerino in mano, ed essere accusato di autorizzare nuove esportazioi militari.

 

Al Minhad

Nelle ultime ore il dossier-Emirati in ogni caso è arrivato a Palazzo Chigi, è stato anticipato al presidente del Consiglio Mario Draghi, sul tavolo del consigliere diplomatico Luigi Mattiolo. I tempi stringono, c'è questa data del 2 luglioentro cui la base dovrebbe essere chiusa. I ministri Di Maio e Guerini hanno intenzione di porre il tema direttamente a Draghi nel prossimo Consiglio dei ministri, che sarebbe fissato il 1° luglio. Fra l'altro non è chiaro neppure cosa potrebbe fare rapidamente il premier per evitare lo schiaffo della chiusura. Nei giorni scorsi il Guerini ha telefonato al suo collega ministro della Difesa emiratino.

 

Anche i capi militari del regno sono stati contattati dal generale Enzo Vecciarelli, capo di Stato maggiore della Difesa. Ma a tutti i responsabili emiratini rispondono solo una cosa: "È Mbz in persona che sente come un'offesa gravissima la vostra decisione di applicare l'embargo, ed è lui che andrà convinto con le mosse giuste che l'Italia vorrà prendere". Molti nel governo sperano che sia Draghi in persona a chiamare l'emiro per raffreddare la crisi. Ma non è detto che una inversione di rotta sia una decisione semplice.

mohammed bin zayed

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...