baby gang

NELLA PERIFERIA DI ROMA C’E’ "UN’UNIVERSITÀ" PER I BABY BOSS – IL CLAN SPADA ADDESTRA I RAGAZZINI A DIVENTARE I BOSS DI DOMANI SULLA PELLE DEI COETANEI – AI CASTELLI ROMANI UN GIOVANE, CON UNA LEGGERA DISABILITA’, È STATO RAPITO DA SEI RAGAZZI CHE SI VOLEVANO “ADDESTRARE” SU DI LUI: IL POVERETTO È STATO CARICATO NEL BAGAGLIAIO DI UN SUV E SEQUESTRATO PER QUALCHE ORA, PRIMA DI RIUSCIRE A FUGGIRE E DENUNCIARE - UNO DEI RAPITORI È UN SUO COMPAGNO DI SCUOLA

Estratto dell’articolo di Romina Marceca per “La Repubblica”

 

baby gang

La paura non è solo per quello che gli potrebbero ancora fare, ma per gli spintoni già presi, per la minicar distrutta, per le risa di scherno e per le minacce: «Stai zitto, stai fermo, non gridare». La paura è per tutto quello che ha già subito. A 16 anni è finito tra le mani di sei giovani leve di uno dei clan più temuti di Roma.

 

«Dici Spada e dici violenza, sopraffazione, tortura», è il commento di un investigatore che ha incrociato più volte la storica famiglia Sinti sul proprio cammino. La tradizione criminale detta la legge della prevaricazione, insegna a restare indifferente di fronte ai pianti e al tremore di chi si ha davanti. Da Ostia alle piazze di spaccio della Capitale, gli Spada restano un'istituzione della malavita.

 

Decimati, anche mediaticamente, dopo la testata di Roberto Spada al giornalista Rai Daniele Piervincenzi, gli Spada ora puntano sul vivaio. Una cantera dove i minorenni si allenano a diventare futuri capoclan sulla pelle dei coetanei. Rubano auto, bullizzano i compagni, camminano per la scuola a testa alta e dispensando occhiatacce per affermare il potere che ancora non hanno.

 

baby gang 3

Fa già parte del passato il vecchio tirocinio con torture e uccisioni di animali, training che ha formato i fratelli Marco e Gabriele Bianchi prima di ammazzare a mani nude Willy Monteiro Duarte. O l'addestramento previsto a Roma dagli 'ndranghetisti Alvaro che ai minorenni affidano un revolver per fare pratica da "picciotto" in giardino. I giovani vicini agli Spada hanno 14, 16, 19 anni al massimo, maneggiano carne viva. È la palestra dei baby boss. Se le prede sono deboli è meglio, così loro si sentono più forti.

 

roberto spada

Luca, la vittima di questa storia, è un ragazzino con una disabilità lieve. È diventato il bersaglio di una notte che difficilmente riuscirà a chiudere dentro il cassetto dei cattivi ricordi. Il 6 aprile scorso, intorno alle 22,30, era accanto alla sua minicar in una piazza dei Castelli Romani, sotto le luci fioche dei lampioni.

 

[…] Tra chi lo rapisce c'è chi vive da solo con la madre e aspetta un padre che un giorno tornerà dal carcere. Le urla non sono servite a fermare i tre ragazzini arrivati in piazza.

Troppo tardi, avevano deciso che Luca sarebbe stato il loro addestramento. Uno dei tre è suo compagno in un istituto professionale della provincia romana.

 

daniele piervincenzi

Uno sguardo, un mezzo saluto ed è cominciata una girandola infernale dai Castelli a Roma. Una notte che ha inizio in una piazza che è ritrovo dei giovanissimi nei sabato sera, dove nessuno ha voluto ascoltare la richiesta di aiuto di Luca quando i tre lo hanno spinto dentro la minicar e hanno cercato di tappargli la bocca. L'auto è partita a gran velocità, di quel ragazzino sono sparite le tracce per due ore.

 

[…]Luca dalla sua minicar è stato trascinato fuori a una quindicina di chilometri dai Castelli, davanti a un distributore di benzina a Tor Bella Monaca, la piazza di spaccio più grande d'Europa. Lì un Suv bianco, rubato nottetempo e con altri tre ragazzi a bordo, aspettava la minicar con la preda schiacciata contro il sedile passeggero dal peso di uno dei rapitori.

 

roberto spada aggredisce l inviato di nemo

Luca è stato costretto a entrare dentro il bagagliaio del Suv, ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Le immagini immortalano la sua mano che tenta di sollevare il portellone e uno dei sequestratori che lo chiude con forza. Rannicchiato dentro quello spazio, Luca è già senza giubbotto, senza soldi e documenti, senza telefono e senza speranza di ritornare a casa. Perché nel piano dei suoi aguzzini non c'è la possibilità di una fuga.

 

La strada lo insegna. Ma la sfacciataggine dell'impunità li tradisce: il gruppo non considera l'eventualità di essere ripreso in una città dove gli occhi che ti guardano non sono solo quelli di chi hai rapito. La carovana si fermerà a Torrenova, un'altra periferia dove Roma è ancora abitata soprattutto dai romani. E dove dai "bassi" si oliano gli ingranaggi dello spaccio di droga.

operazione sgombero clan spada

 

Dopo circa mezz'ora il bagagliaio si apre. Ma non è il momento di liberare Luca. In due iniziano a litigare sul da farsi. Uno vuole picchiarlo, un altro è nervoso perché la minicar ha un guasto, non si accende più dopo averla scaraventata contro un muro per distruggerla. È l'apice del sequestro, Luca racconterà agli investigatori che cercava di restare calmo, di dialogare. E per questo viene solo sbeffeggiato dai sei, uno ha i capelli ricci e già qualche precedente.

 

Luca appunta nella mente più particolari possibili. Il suo cellulare verrà scagliato a terra nell'intento di distruggerlo. Il ragazzino riesce a riprenderlo e a fuggire. Di corsa, nel buio di una strada, via Laerte, che costeggia per metri solo distese di verde, Luca si nasconde tra gli alberi e chiama la madre.

ostia sgominato clan rivale spada

 

Non risponde, il segnale è debole. L'ansia sale. Allora contatta un'amica. A mezzanotte inoltrata le lacrime e la tensione si scaricano nel racconto davanti ai genitori, a casa. La famiglia ora è davanti a un bivio. Denunciare o rinunciare? Si va avanti contro gli abusi.

[…]

 

Salta fuori che il compagno di scuola che lo ha sequestrato ha già fatto altre vittime e alle lezioni va sempre meno. Nell'aria c'è una bocciatura d'ufficio. La magistratura indaga quattro ragazzini per sequestro di persona e rapina aggravata oltre a valutare la richiesta di una misura cautelare.

 

CLAN SPADA

Nell'hinterland dove si intrecciano le vite di famiglie come quelle di Luca e quella dei baby boss arriva un segno di pace dal ragazzino rapito: «Sono dei pischelli. Tutto questo mi ha fatto crescere, anche se avrei preferito farlo diversamente».

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”