PILLOLE DI POLITICAMENTE MOLTO SCORRETTO – G. SALLUSTI: “L’INQUISIZIONE SOCIAL FUNZIONA COME IL VECCHIO PROCESSO STALINIANO: CHIUNQUE NON ABIURI DI FRONTE AL MONDO LA PROPRIA CONDIZIONE DI PERSONA DOTATA DI PENE, DI EPIDERMIDE CHIARA E DI INCLINAZIONI SESSUALI POCO TRENDY, È COLPEVOLE. SERVE URGENTEMENTE UN DDL ZAN A TUTELA DI PIO&AMEDEO E DI QUESTA CREATURA BRACCATA, IL MASCHIO BIANCO ETERO. ..”

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GIOVANNI SALLUSTI GIOVANNI SALLUSTI

Giovanni Sallusti per Dagospia

*autore del libro ''Politicamente Corretto - la dittatura democratica'' - Giubilei Regnani editore

 

Caro Dago,

non so davvero cosa sia preso a Pio D’Antini e Amedeo Grieco, non so se avessero da subito piena coscienza di tutte le implicazioni insite nel calpestare in prima serata tutti i dogmi dell’unico bigottismo sopravvissuto, quello Politicamente Corretto (a chi ironizza sui due comici foggiani come eroi improbabili della battaglia antimainstream ricordo che il mainstream progressista è passato in pochi lustri da Sartre a Fedez).

 

POLITICAMENTE CORRETTO GIOVANNI SALLUSTI POLITICAMENTE CORRETTO GIOVANNI SALLUSTI

Quello che so è che, come amavano sentenziare i sessantottini oggi diventati in gran parte gli ammaestratori del circo mediatico politically correct, il loro problema è a monte. Non nella loro satira (che può far ridere o no, ma vige la libertà di telecomando), non nelle loro idee (condivisibili o no, ma vige la libertà d’espressione), bensì, molto più radicalmente, nel loro essere.

 

Per dirla con un parolone una volta di moda nei corsi di laurea in quella materia reazionaria e suprematista che è la filosofia (non a caso sotto attacco in molti campus anglossasoni perché insopportabilmente monopolizzata dagli “uomini bianchi”, un pugno di cretini da Platone a Heidegger), la colpa di Pio&Amedeo è una colpa ontologica.

 

pio e amedeo pio e amedeo

Coerentemente a tempi intellettualmente dominati da Fedez, la prima a gettare sul tavolo l’argomento è stata Stefania Orlando, recente terza al Grande Fratello Vip. La quale ha impugnato l’account Twitter, e cinguettato: “Ma cosa ne sanno gli uomini bianchi del disagio che possono provare gli uomini neri nell’essere chiamati n***i, e che ne sanno gli uomini eterosessuali del disagio che provano gli uomini omosessuali nell’essere chiamati f***i?”.

 

Ma che ne sanno Pio e Amedeo, irrimediabilmente condannati al sottoscala dell’umano dalla loro pigmentazione chiara, dal loro cromosoma maschile e dalle loro preferenze sessuali “etero”, ormai poco meno che una parolaccia nell’era in cui la principale agorà contemporanea, Facebook, certifica l’esistenza di 58 identità di genere differenti?

stefania orlando stefania orlando

 

Va ancora più piatto Pasquale Videtta, blogger de L’Espresso con alle spalle un curriculum da social media manager per Sinistra Italiana e L’Altra Europa con Tsipras: “Che bellezza vedere ancora una volta due maschi, rigorosamente maschi ed eterosessuali, spiegare cosa sia discriminante e cosa non lo sia”. Il sottinteso è che bruttezza, ovviamente, che volgarità questi due pugliesi sudaticci e ancora in balìa di retrive pulsioni erotiche verso l’altro sesso (che poi non esiste, com’è noto, esiste solo il sesso che mi sento su misura stamattina) che non chiedono nemmeno scusa per la loro esistenza.

 

felicissima sera pio e amedeo felicissima sera pio e amedeo

“Ci sono parole che sono discriminanti solo per il fatto di essere state create”- continua il Videtta- “Un eterosessuale è sempre un eterosessuale, perché il linguaggio non è neutro ed è una manifestazione del potere”. Purtroppo, non è ancora implementata un’adeguata rieducazione di Stato che renda un eterosessuale non più tale, non siamo ancora in pieno maoismo gender, anche se col ddl Zan ci stiamo senza dubbio portando avanti.

 

Anche la piattaforma iper-arcobaleno Globalist ci regala un saggio di doppiopesismo eterofobo, visto che in un articolo a firma di Giuseppe Cassarà scrive: “L’insulto detto in maniera confidenziale è una cosa che è sempre esistita.

FEDEZ FEDEZ

 

È il motivo, per esempio, per cui è perfettamente normale tra gli afroamericani chiamarsi ‘nigga’, come lo è il dirsi ‘froc*o’ tra persone omosessuali. Ma questa cosa funziona all’interno di una comunità, dove quella parola acquisisce significati diversi. Il maschio, bianco eterosessuale questa cosa non può capirla”.

 

È l’addio a ogni parvenza di oggettività fisica del linguaggio, a favore della sua riscrittura ideologica. Le parole non valgono in sé, ma a seconda di chi le enuncia. Ci sono insulti più insulti di altri, constaterebbe Orwell di fronte a quella caricatura della sua distopia che è la realtà odierna, sono quelli pronunciati dai visi pallidi e da coloro che non vanno a letto con individui del loro sesso.

 

felicissima sera pio e amedeo felicissima sera pio e amedeo

È una chiamata in correo generalizzata, al maschio-bianco-eterosessuale, un tipo (dis)umano unico e reietto. Lo bacchetta ad esempio su Twitter Daniele Viotti, attivista Lgbt ed ex europarlamentare del Pd: “Vedo pochissimi maschi bianchi eterosessuali indignarsi per lo schifo andato in onda su Canale 5”.

 

L’Inquisizione social funziona come il vecchio processo staliniano: non ti dissoci dai controrivoluzionari (dai maschi/bianchi/etero, nella versione postmoderna del Soviet)? Sei colpevole. Chiunque non abiuri di fronte al mondo la propria condizione di persona dotata di pene, di epidermide chiara e di inclinazioni sessuali poco trendy, è colpevole. Serve urgentemente un Ddl Zan a tutela di Pio&Amedeo e di questa creatura braccata, il maschio bianco etero, dannazione.

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