les miserables miserabili banlieu

I POVERI DI OGGI SONO I JIHADISTI DI DOMANI – IL QUARTIERE “L’ARIANE” DI NIZZA, BANLIEUE A SETTE MINUTI DAL CENTRO, È ABITATO SOLO DA IMMIGRATI DI SECONDA E TERZA GENERAZIONE. TRA LORO MONTA LA RABBIA CONTRO LA FRANCIA “DEI RICCHI” E NESSUNO RISPETTA IL LOCKDOWN: “NON LA METTIAMO LA MASCHERINA, SONO TUTTE CAZZATE” - QUI BRAHIM AOUISSAOU HA TROVATO QUATTRO CONTATTI NEL GIRO DI DUE GIORNI E...

Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

notre dame a nizza dopo l attentato

Un ragazzo pakistano sta ordinando un pezzo di pizza al taglio in Rue Meyerbeer. È in coda davanti a altre due persone. Passa un militare bardato da guerra e gli punta il dito verso la bocca: è un gesto strano. Il ragazzo si alza la mascherina, il militare prosegue la marcia affiancato a un collega. Nizza è fatta di due città separate. La prima la conoscono tutti.

 

Anche se adesso si stenta a riconoscerla. Sta nei viali del centro storico, è questo Casinò con le porte sbarrate, gli alberghi che hanno già mandato via i camerieri. Caffè chiusi, tavolini delle brasserie legati alla catena.

 

l ariane periferia di nizza 4

Lungo la Promenade des Anglais resiste solo un negozio di souvenir che ha la fortuna di vendere tabacchi, quindi può stare aperto perché è considerato un servizio essenziale. Oggi sul lungomare si incontrano i nuovi militari dell' operazione «sentinelle» voluta dal presidente Macron: da 3000 a 7000 soldati impegnati in Francia per il controllo del territorio.

 

Molti sono arrivati in Costa Azzurra per scongiurare nuovi attentati, due di questi sono piazzati davanti alla basilica di Notre Dame e tengono i mitra impugnati. Guardiani della Francia. I cittadini di questa parte di Nizza si ritrovano qui davanti ogni sera per cantare la Marsigliese. È venuto l' imam Abdelkader Sadouni per dire che anche lui, in questi giorni, è cristiano.

l ariane periferia di nizza 1

 

Continuano a arrivare gli amici del sagrestano Vincent Loquest e delle signore Nadine Devillers e Simone Barreto-Silva, le tre vittime del terrorista armato di coltello.

C' è un custode incaricato di aprire la cancellata, ogni volta che qualcuno vuole depositare un mazzo di fiori sul sagrato. La basilica è chiusa per ragioni di sicurezza. Ma domani verrà aperta, seppur blindata. «Sono stata convocata per il coro alle 18», dice la signora Linda S. «Non potrà entrare il pubblico, ma verrà celebrata comunque la messa. Ci sarà anche la televisione nazionale. Io credo che sia giusto, non dobbiamo arretrare. È un giorno importante per i cristiani, anche se non sarà facile entrare dopo quello che è successo, perché adesso abbiamo paura».

 

l ariane periferia di nizza 2

Questa è la Nizza che conoscono tutti. Ma a sette minuti d' auto c' è il confine oltre il quale incomincia l' altra città. La strada per arrivarci è tutta dritta e in salita, costeggia l' argine del fiume Paglione e punta verso l' autostrada di cui, da lontano, si vedono i viadotti alti sulla montagna. È Boulevard Pasteur la frontiera. A quel punto, in sequenza: carcasse di auto bruciate, rifiuti, camper, bambini che si lavano alla fontana, desolazione. Fino a arrivare ai grandi casermoni squadrati del quartiere L' Ariane.

 

l ariane periferia di nizza4

Sta in alto. Domina la valle. Incombe sull' altra città. È da questa banlieue che è partito il 10% dei jihadisti andati a combattere in Siria. «Cosa vuoi qui?», dice un ragazzino appena ci vede arrivare davanti al «Teatro Lino Ventura». Sono almeno in quindici lì fuori, nessuno indossa la mascherina. I due bar di fronte sono aperti nonostante il lockdown. In questa città vige un' altra legge.

 

BRAHIM AOUSSAOUI

Malgrado il commissariato di polizia e il passaggio di camion che vanno a imboccare l' autostrada, a L' Arianne nessuno è benvenuto. «Non la mettiamo la mascherina, sono tutte cazzate!», se la ride un altro ragazzino con la tuta nera. Sono di origine magrebina, immigrati di seconda e di terza generazione. Due donne stanno frugando in un bidone dell' immondizia, un uomo fa pesi in mezzo alla strada.

 

C' è una piccola coda nel negozio di frutta e verdura. Ogni auto viene subito segnalata, tanto che al secondo giro ti vengono incontro e ti fanno segno di andare. Anche questa frattura, anche questo isolamento, anche questa miseria è la Francia.

CHRISTIAN ESTROSI

 

È in questa città doppia e separata che il terrorista di Notre Dame, Brahim Aouissaou, arrivato dall' Italia ha trovato nel giro di due giorni quattro contatti, tante sono le persone che la gendarmerie ha fermato con il sospetto di complicità. Il sindaco Christian Estrosi da giorni usa parole molto forti. «Dobbiamo fermare questi islamo-fascisti».

 

«Nessun diritto per i nemici della legge». «Servono armi e leggi speciali per abbattere il nemico». Se chiudere le chiese è stata una decisione del governo centrale, è stato il sindaco di Nizza a firmare l' ordinanza che da ieri ha chiuso i parchi e i giardini pubblici. Anche i cimiteri sono presidiati, aperti con orario limitato. Per la prima volta a Nizza, la città divisa a metà, per portare un fiore sulla tomba dei propri cari bisognerà passare accanto a militari armati.

l ariane periferia di nizza3

polizia entra nella chiesa di nizzale strade di nizza dopo l attentato attentato a nizza 2emmanuel macron a nizza dopo l attentato 1attentato a nizzaattentato a nizza 3attentato a nizza 1attentato a nizza 4polizia entra nella chiesa di nizza 1emmanuel macron a nizza dopo l attentatoattentato nizza

l ariane periferia di nizzaBrahim Aoussaoui l ariane periferia di nizza 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”