facci davigo

PRENDERE FISCO PER FIASCHI - FACCI: “LA BOZZA CHE PREVEDE LA PRIGIONE PER CHI EVADA PIÙ DI 50MILA EURO - LEGGE VENTILATA DAL MINISTRO BONAFEDE E STROMBAZZATA DAI SOLITI MANETTARI - È UN' EMERITA CAZZATA: QUESTA LA NOSTRA LIBERA TRADUZIONE DEL PENSIERO DI PIERCAMILLO DAVIGO, CHE GIOVEDÌ SERA, OSPITE DI “PIAZZAPULITA”, HA DETTO…”

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

FILIPPO FACCI

La bozza che prevede la prigione per chi evada più di 50mila euro - legge ventilata dal ministro Bonafede e strombazzata dai soliti manettari - è un' emerita cazzata: questa la nostra libera traduzione del pensiero di Piercamillo Davigo, che giovedì sera - intervistato a Piazza Pulita, su La7 - appariva compiaciuto e muoveva gli occhietti come alla ricerca di complicità e di applausi, ma appariva più posato del solito, come a posto con se stesso.

 

Il conduttore aveva preparato un cartello di sintesi: «Manette a chi evade più di 50mila euro». Che ne pensava, Davigo, della legge o del suo annuncio? «Intanto sono annunci sbagliati, perché, se uno ha evaso più o meno di 50mila euro, lo si sa alla fine del processo, non all'inizio; per cui, che si fa?», si è chiesto Davigo, «si cominciano i processi per quelli che sono accusati di aver evaso più di 50mila euro? O si cominciano le indagini per vedere se abbiano evaso più di 50mila?».

DAVIGO

 

DUE PESI

La domanda è chiarissima, ma la risposta no: e non c'è ragione di credere che sia chiara a uno come Augusto Bonafede, che già definimmo il più ridicolo guardasigilli della storia della Repubblica. Senza contare un dettaglio: se in Italia ci sono davvero 12 milioni di evasori fiscali, ebbene, quanti milioni di processi dovremmo fare? «Qualcuno ha idea di che cosa significa come impatto sull' amministrazione giudiziaria?», ha chiesto Davigo. Insomma, queste manette si devono usare o no?

 

La risposta è indiretta: «Non si possono usare due pesi e due misure per problemi identici. Per esempio, l' Iva è un' imposta che non appartiene e chi la incassa: la incassa per conto dello Stato chi se ne appropria, oggi, in Italia è punibile solo se lo fa per più di 250mila euro; ma se io do a lei 5 euro perché vada a comprarsi un gelato, e lei i 5 euro se li tiene, lei è punibile subito: e allora che senso ha una roba di questo genere? Le soglie lasciano già perplessi».

 

Alfonso Bonafede

Poi il conduttore, Corrado Formigli, ha citato un certo giustificazionismo degli italiani e la loro tendenza, non pagando o pagando solo in parte le tasse, come ad autorisarcirsi per i servizi che lo Stato non fornisce o fornisce pessimamente. E Davigo: quando visitò un penitenziario del North Carolina in cui erano rinchiusi moltissimi «colletti bianchi» - ha raccontato - la maggior parte risultava condannata a 10 o 15 anni per reati di evasione fiscale; «hanno mentito al popolo americano» gli disse il direttore del penitenziario. Ecco: chi direbbe altrettanto, in Italia? Chi direbbe che gli evasori «hanno mentito al popolo italiano?».

 

QUESTIONE DI METODO

L'evasore, da noi, è visto come un furbo, come uno che non si fa fregare o che si difende dallo Stato arraffone: non viene in mente che lo Stato siamo noi. Ma «lo Stato è l'organizzazione di un popolo sul territorio», ha precisato Davigo prima di spiegare come, da noi, la lotta all' evasione si faccia per finta. Che cosa fa, infatti, un nuovo governo?

 

Davigo

Anzitutto fa un condono - ha spiegato il magistrato - e poi fa iniziative inutili come andare a Cortina a controllare gli scontrini: tutto per erogare magari una multa di 100 euro per un caffè spendendo per l' accertamento molto più di quanto incassato. Ma «se vuoi controllare davvero», ha detto Davigo, «guardi quanto caffè il commerciante ha comprato e quanto ne ha in magazzino: il resto significa che l' ha venduto».

 

E veniamo allo psicodramma dei contanti e all'uso del pos. Occorre punire chi non ne faccia uso? Ha senso, cioè, prevedere l' uso del pos ma non delle sanzioni per chi non lo usi? E qui la risposta di Davigo è semplicemente realista: «I vincoli o i limiti valgono poco: bisogna rendere conveniente il fare una cosa piuttosto che non farla. Se io faccio uno sconto a chi usa il pos, per esempio facendo una riduzione d' imposta a chi ce l' ha, tutti andrebbero in negozi dove c' è il pos, perché si pagherebbe di meno».

 

evasione fiscale 3

Che fare, dunque? «Penso che debbano essere concentrati i controlli là dove c' è maggiore evasione, mentre in Italia si fa il contrario». Non si fa, cioè, quello che in tutto il mondo si fa nei confronti delle categorie che pagano più imposte degli altri: «L' 87% delle società di capitali, che negli altri paesi sono quelle che pagano di più, da noi dichiarano un reddito negativo o poco superiore ai 10mila euro: se fossero persone fisiche sarebbero sotto la soglia di povertà». Chi ci crede?

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."