matteo renzi marco mancini report

LA PRIVACY SOLO QUANDO CONVIENE - MATTEO RENZI VUOLE UNA STRETTA SULLA PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI, PER DIFENDERE LA RISERVATEZZA DEI SOLITI NOTI, MA LA PRIVACY DELLA PROF CHE HA “OSATO” FOTOGRAFARLO CON MARCO MANCINI ALL’AUTOGRILL VIENE INVASA SENZA VERGOGNA - “LA VERITÀ”: “ALLA SIGNORA È STATO CHIESTO PERSINO SE SIA ISCRITTA A QUALCHE PARTITO POLITICO, QUASI POTESSE ESSERE IL MOVENTE DEL REATO. L’OBIETTIVO ERA ACCERTARE SE LA DOCENTE AVESSE INTERESSE A DANNEGGIARE RENZI E LA DOMANDA POTREBBE ANCHE AVER SGOMBERATO IL CAMPO DA QUESTA IPOTESI”

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

incontro renzi mancini gli audio della professoressa sul sito della verita'

In queste ore Matteo Renzi sta conducendo una convinta battaglia per la tutela della privacy dei soliti noti e per mettere il bavaglio ai giornalisti sulle intercettazioni. Plaude al Guardasigilli, Carlo Nordio, e sostiene che i cronisti con «un minimo di dignità» certe conversazioni dei colletti bianchi di turno non dovrebbero pubblicarle. Ma intanto i suoi lanzichenecchi fanno carne da hamburger di una povera professoressa che ha osato fotografarlo in un luogo pubblico, scavando nella sua vita privata, nei suoi affetti e persino nelle sue idee politiche.

renzi e mancini incontro all autogrill di fiano romano

 

È il caso della docente messa nel mirino per aver ritratto all’autogrill di Fiano Romano il 23 dicembre 2020 un incontro un po’ carbonaro tra il leader di Italia viva e Marco Mancini, un ex capo reparto del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (dove si occupava di amministrazione). Di fronte a quel confabulare un po’ sospetto, la donna ha fatto tredici foto e due brevi video.

 

Materiale che ha successivamente inviato alla trasmissione Report e per cui è attualmente indagata dalla Procura di Roma per la diffusione di riprese «fraudolente» che potrebbero aver recato danno alla reputazione di Renzi. Quest’ultimo, l’8 maggio 2021, ha presentato querela contro ignoti nella Capitale per abuso d’ufficio e utilizzo di attrezzature atte a intercettare. In pratica ha ipotizzato la presenza nell’area di sosta di pubblici ufficiali. Ma nella rete degli inquirenti è finita solo l’insegnante.

IL PERCORSO DELLA PROF CHE HA FOTOGRAFATO RENZI E MANCINI ALL AUTOGRILL DI FIANO ROMANO

 

Il senatore e i suoi legali si sono incaponiti, appoggiati dal meglio del giornalismo investigativo su piazza. C’è chi si è gettato nella mischia «pur non avendo letto le carte» per citare dati a caso (Mancini, per esempio, è stato promosso sul campo «capo dei servizi segreti») e c’è chi ha sviscerato i servizi di Report per mettere in risalto piccole presunte contraddizioni, come la collocazione della 500 della professoressa al momento degli scatti.

 

«Vediamo quante persone sono interessate al posizionamento dell’auto, alle angolature delle foto e quante persone sono invece interessate a ciò che si dicevano Renzi e Mancini» ha tagliato corto su Facebook uno spettatore televisivo. C’è chi vuole sapere che cosa facesse in quell’autogrill «il patriota di Rignano», ben remunerato da potenze straniere come l’Arabia saudita, e c’è chi stigmatizza il tentativo di «intimidire una normale cittadina che ha avuto l’ardire di creare problemi a un potente».

LE FOTOGRAFIE DELLA PROF CHE HA RITRATTO MATTEO RENZI E MARCO MANCINI ALL AUTOGRILL DI FIANO ROMANO

 

Il 23 gennaio l’insegnante si è sottoposta a un altro interrogatorio per difendersi anche dalle accuse mediatiche e per spiegare alcune asserite incongruenze negli orari degli spostamenti da lei riferiti a memoria. Ieri un comunicato della difesa riferiva che «la donna, fonte giornalistica della testata Report, ha integralmente confermato le dichiarazioni già rese in precedenza agli inquirenti» e che «il suo legale, l’avvocato Giulio Vasaturo, ha chiesto al pubblico ministero di acquisire al più presto il cellulare della sua assistita al fine di ricostruire in maniera inoppugnabile, anche attraverso i rilievi tecnico informatici, tutti gli spostamenti della donna in quella giornata, in modo da smentire definitivamente ogni ricorrente e mistificante insinuazione “complottista”».

TPI - LE FOTO DELL INCONTRO TRA MATTEO RENZI E MARCO MANCINI ALL AUTOGRILL

 

Alla signora è stato chiesto persino, con garbo per fortuna, se sia iscritta a qualche partito politico, quasi potesse essere il movente del reato. L’obiettivo degli inquirenti è evidentemente quello di accertare se la docente avesse interesse a danneggiare Renzi e la domanda potrebbe anche aver sgomberato definitivamente il campo da questa ipotesi. Infatti l’indagata ha spiegato di essere sì interessata alla politica, ma di non far parte di nessun partito o movimento e di non avere alcuna ostilità nei riguardi del senatore Renzi che, anzi, ha chiesto persino di incontrare con la massima serenità.

incontro renzi mancini all autogrill foto tpi 2

 

Ma il fu Rottamatore, che aveva assicurato di essere pronto a ritirare la querela nel momento in cui avesse capito di trovarsi davanti a una vera professoressa, non ha ancora accettato di vederla. Forse è meglio lasciar circolare la fake news dei servizi segreti deviati.

 

Da parte sua Mancini, sempre nel 2021, ha denunciato per diffamazione quattro giornalisti della trasmissione Report presso la Procura di Ravenna (l’ex 007 risiede in quella provincia) con riferimento a quattro puntate che lo chiamavano in causa a partire da quella sull’incontro all’autogrill.

 

le due versioni sul viaggio della professoressa che ha fotografatao renzi e mancini

Nel decreto di sequestro inviato agli indagati dai pm romagnoli emerge che la «rivelazione di segreti di Stato» (articolo 261 del codice penale) è stata contestata inizialmente a due cronisti di Report perché in concorso con «persona ignota» (poi rivelatasi un ex appartenente ai nostri apparati di intelligence) «rivelavano notizie che dovevano rimanere segrete nell’interesse dello Stato riguardanti la persona e l’immagine di Marco Mancini, all’epoca dirigente della Presidenza del Consiglio dei ministri».

incontro renzi mancini all autogrill foto tpi 8

 

Dunque l’illecito sarebbe collegato al disvelamento dell’identità di Mancini, di cui la professoressa, come dimostrano anche dei vocali inviati subito dopo le riprese, non conosceva l’esistenza. Eppure c’è chi sta tentando di confondere le acque collegando la vicenda dell’autogrill all’opposizione del segreto di Stato da parte di Elisabetta Belloni, direttore del Dis (organo dipendente dalla Presidenza del Consiglio).

incontro renzi mancini all autogrill foto tpi 5

 

La capa dei nostri servizi è stata convocata a Ravenna su richiesta della difesa di Mancini.

Ma, come ci ha spiegato un autorevole fonte, i pm avrebbero posto «domande sull’oganizzazione interna del Dis, sui rapporti del Dis con gli altri Stati» e sulla posizione del denunciante all’interno del dipartimento. Tutti quesiti a cui, ovviamente, la Belloni non poteva rispondere, trattandosi di informazioni sensibili che non possono essere divulgate.

incontro renzi mancini all autogrill foto tpi 1

Ma, come detto, tali domande nulla c’entrano con la docente e con la sua presenza nell’area di servizio il 23 dicembre 2020.

 

Il vero problema è quanto è stato riferito, durante la puntata Report, da C.P., ex agente di Sisde e Sismi in pensione, sulla carriera di Mancini e sull’incontro con Renzi. Un faccia faccia che sarebbe costato all’ex 007 il prepensionamento. «Oggi Marco Mancini è un alto dirigente del Dis, il dipartimento dei servizi segreti che coordina e controlla le attività di Aisi e Aise» ha dichiarato in tv C.P..

 

massimo giletti e la foto della professoressa del caso renzi mancini

I cronisti hanno anche citato il ruolo di Mancini nel sequestro dell’imam Abu Omar effettuato dalla Cia e a cui i nostri servizi diedero sostegno logistico. La fonte ha svelato che dopo quei fatti Mancini, che «già aveva un alto livello dirigenziale, è stato promosso a un livello equivalente a dirigente generale».

 

Quindi ha raccontato che «si è parlato di lui come vicedirettore dell’Aise e queste sembravano essere le sue aspirazioni» e che «a un certo punto sembrava di capire che ci potesse essere per lui una promozione a vicedirettore del Dis». Un riferimento è stato fatto anche ai presunti intensi rapporti di Mancini con il mondo politico. Il programma tv avrebbe quindi affondato le aspirazioni del dirigente del Dis, ma non certo per colpa della professoressa che non sapeva neanche chi fosse.

l incontro renzi mancini all autogrill dimartedi marco mancini e matteo renzila professoressa che ha filmato l incontro renzi mancini all autogrill di fiano romano 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”