LA PROCURA FEDERALE FIGC APRE UN PROCEDIMENTO VERSO MANOLO PORTANOVA, GIOCATORE DEL GENOA CONDANNATO IN PRIMO GRADO A 6 ANNI PER STUPRO – IL CALCIATORE È STATO MANDATO IN TRIBUNA DOPO CHE I TIFOSI SI SONO INCAZZATI PER LA SUA CONVOCAZIONE POCO DOPO LA CONDANNA STUPRO – LA RABBIA PER IL TITOLO DEL "CORRIERE", “PORTANOVA VA IN TRIBUNA PER COLPA DEI SOCIAL”: “PER COLPA DI COMPLICITÀ IN UNO STUPRO NO?”

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PORTANOVA: PROCURA FIGC APRE INCHIESTA E CHIEDE ATTI A SIENA

 (ANSA) - La Procura Federale della Figc ha aperto un procedimento nei confronti del calciatore del Genoa Manolo Portanova, condannato in primo grado nei giorni scorsi a sei anni di reclusione per stupro di gruppo. Lo apprende l'ANSA. La Procura ha già trasmesso la richiesta degli atti processuali al Tribunale di Siena, per valutare ogni eventuale iniziativa da parte della giustizia sportiva.

 

Gaia Piccardi, Gregorio Spigno per il “Corriere della Sera”

 

MANOLO PORTANOVA MANOLO PORTANOVA

In tuta blu sociale, con le mani in tasca e la testa affollata di pensieri, Manolo Portanova è il centrocampista del Genoa che guarda la partita dalla tribuna di Marassi, marcato stretto da una pesantissima sentenza in primo grado che lo condanna, con rito abbreviato, a sei anni di carcere per violenza sessuale di gruppo.

 

«Portanova? Io mi occupo dell'aspetto tecnico e Manolo in questi giorni non si è allenato. Ho voluto portarlo nel gruppo, a pranzo e a cena: è stato con noi e basta» dice lapidario alla fine di Genoa-Südtirol 2-0, 16 a giornata di Serie B, Alberto Gilardino, il grande ex promosso dalla panchina della Primavera per risollevare questa nobile decaduta dallo sprofondo di soli due punti ottenuti nelle ultime cinque partite, missione compiuta per la gioia di Marassi, ma è il caso Portanova a pesare come piombo sull'umore di Genova, sponda rossoblù.

 

manolo portanova manolo portanova

Condannato a Siena martedì (i fatti risalgono alla notte tra il 30 e 31 maggio 2021, violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa all'epoca 21enne; stessa pena per lo zio del calciatore, per il fratello William è competente il Tribunale dei minori di Firenze, il terzo indagato ha scelto il rito ordinario), in campo mercoledì (ma la frase di Gilardino sembra smentire la tesi diffusa dell'allenamento), convocato dal nuovo tecnico in sostituzione dell'esonerato Blessin, quando si è scatenata la rabbia social dei tifosi.

 

«L'altro giorno tutte le squadre (Genoa compreso) sensibilizzavano l'opinione pubblica sull'importanza di contrastare la violenza sulle donne ed oggi?», «Vergogna società e staff tecnico! In Premier i calciatori accusati di stupro vengono messi fuori rosa e, se condannati, licenziati. La prossima volta evitate di parlare di violenza contro le donne» si legge tra i commenti su Facebook. In attesa del terzo grado di giudizio, ci sono gli aspetti legali della vicenda: Portanova, che è un libero cittadino, non verrà escluso dalla rosa del Genoa (improbabile che venga utilizzato) per scongiurare cause nel caso di assoluzione finale.

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Che i suoi legali presentino appello, infatti, è certo. Nel silenzio assoluto del club («Io sono il presidente di una società sportiva: non parlo» fa sapere il numero uno Alberto Zangrillo), la tifoseria sembra allineata con la scelta di prudenza del Genoa: nessun commento, ieri a Marassi, alla lettura delle formazioni, quando si è capito che Portanova non avrebbe giocato. E gli striscioni, per ora, sono rimasti arrotolati. «È una situazione delicatissima - sottolinea il cantante Francesco Baccini, ultrà sfegatato e amuleto della squadra: la leggenda vuole che con lui presente, in casa, il Genoa non abbia mai perso -.

 

Quando si parla di violenza sulle donne non ci sono alibi. In caso di condanna definitiva, Manolo a 22 anni rischia di essersi rovinato l'esistenza, oltre ad averla rovinata alla vittima. La società quale altra decisione avrebbe potuto prendere? E lui stesso, il giocatore, con quale voglia potrebbe mai scendere in campo? Non credo abbia la testa per poterlo fare, ora. Si porta addosso un macigno».

 

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Sull'esordio da sogno di Gilardino, insomma («Spero non sia solo di passaggio» si augura Baccini), tre punti preziosi nella rincorsa alla promozione e all'antico blasone, pesa la situazione di uno dei suoi giovani più promettenti, figlio d'arte (papà Daniele, roccioso difensore in B e in A, carriera non intonsa: condannato per illecito sportivo nell'inchiesta sul calcio scommesse della Procura di Bari), debutto nella Juve di Allegri a un passo dai 19 anni, tre presenze nella Nazionale Under 21. «A me dispiace che il nome del Genoa venga accostato solo a queste brutte vicende - chiosa Enrique Balbontin, comico ligure, avvocato penalista e grande tifoso del Grifone -. Finché non ci sono le motivazioni della sentenza non si possono prendere posizioni».

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