dalema profumo d'alema

PROFUMO, E’ COSI’ CHE SI FANNO GLI AFFARI? - IL GRUPPO LEONARDO AVEVA PREDISPOSTO UN CONTRATTO CAPESTRO PER LA COMPRAVENDITA DI ARMI IN COLOMBIA, IN CUI ERA COINVOLTO D’ALEMA: ERA PREVISTO CHE LO STUDIO ROBERT ALLEN LAW VENISSE PAGATO IN CASO DI INSUCCESSO DELLA TRATTATIVA O IN CASO DI RESCISSIONE DELL'ACCORDO CON UN IMPORTO A DISCREZIONE DI LEONARDO - “LA VERITÀ”: “E’ UNA FORMULA CHE SAREBBE INTERESSANTE SAPERE SE VENGA UTILIZZATA DALLA SOCIETÀ DI PIAZZA MONTEGRAPPA ANCHE IN CASI IN CUI NON COMPAIA COME SPONSOR D'ALEMA”  

Giacomo Amadori Francois De Tonquedec per "la Verità"

 

MASSIMO DALEMA

Per trovare nuovi indizi sull'affare degli armamenti che Leonardo e Fincantieri avrebbero dovuto vendere in Colombia, con l'intermediazione non ufficiale di Massimo D'Alema, bisogna seguire le tracce di Gherardo Gardo, cinquantenne ragioniere di Cento (Ferrara). Come abbiamo raccontato il suo nome è l'anello che collega l'ex premier all'avvocato Umberto Bonavita dello studio Robert Allen Law, l'ufficio di Miami a cui le aziende partecipate dallo Stato avrebbero dovuto pagare oltre 80 milioni di provvigioni in caso di vendita alle forze armate colombiane di 24 caccia M-346, due fregate e due sommergibili, un pacchetto del valore complessivo di 4 miliardi.

 

Gardo aveva curato la perizia per una compravendita di quote di una società della famiglia dell'ex ministro degli Esteri e da allora, era il 2018, secondo un socio dello stesso D'Alema, i due sarebbero entrati in sintonia. Nel pieno delle trattative, avvenute a Bogotà, nel gennaio del 2022, Gardo, presente nella capitale sudamericana, gestisce gli arrivi dei manager di Fincantieri e Leonardo.

ALESSANDRO PROFUMO

 

Tanto che Dario Marfé, «senior vice president commercial &customer services» gli invia all'indirizzo della società statunitense Wey llc, di cui il ragioniere è manager, il suo documento e quello di Carlo Bassani, «vicepresident commercial & customer services Latin America». «Caro Gherardo, come d'accordo, ti invio in allegato copia dei passaporti mio e del collega parteciperà con me alla riunione in Colombia» si legge nel messaggio. Marfé il 9 febbraio scrive a Gardo per chiedere un parere sul fatto che a una call tenuta il giorno prima «non abbia partecipato nessuno dell'Aeronautica militare della Colombia, ma bensì solo rappresentati della Marina».

 

UMBERTO BONAVITA

Per questo propone di potersi sentire nei giorni successivi «per fare il punto della situazione dell'iniziativa e definire/condividere i prossimi passi». Gardo prova a tranquillizzarlo e assicura che sarà loro «cura approfondire tale argomento e capire le intenzioni a livello istituzionale» per poi «concordare i prossimi passi e definire tutte le formalità a oggi ancora sospese».

 

Grazie a D'Alema i broker italiani e lo studio Allen sono riusciti a portare a casa un memorandum of understanding per la vendita delle fregate e dei sommergibili prodotti da Fincantieri e firmato a Bogotà il 27 gennaio 2022 da Giuseppe Giordo, general manager della divisione militare, e Achille Fulfaro, vicepresidente vendite e direttore commerciale. Un documento controfirmato, sembra, da due ammiragli in pensione. Ed eccoci alle sorprese. In vista del Mou, il 25 gennaio, Fincantieri, aveva predisposto una missiva, con due allegati, direttamente con l'avvocato Bonavita e non con lo studio Allen.

 

VENDITA DI ARMI ALLA COLOMBIA - I DOCUMENTI DI LEONARDO E FINCANTIERI

Si tratta di una «lettera di autorizzazione» a spendere il nome di Fincantieri per l'organizzazione di «uno o più incontri» con l'esercito colombiano e con la Contemar shipyard, la Fincantieri del Paese sudamericano, con scadenza prevista per il 31 marzo di quest' anno. È previsto che nei meeting la «Fincantieri potrà presentare i propri prodotti e capacità e discutere del proprio coinvolgimento in possibili futuri programmi navali dell'Armada de la República de Colombia».

MASSIMO DALEMA

 

Il permesso viene concesso personalmente al legale e lo stesso deve mantenere riservato il tutto per dieci anni. Non è prevista nessuna remunerazione, ma è probabile che questa dovesse essere determinata in un altro accordo. Lo studio Allen sarebbe eventualmente entrato in partita in una fase successiva, come si legge in un altro passaggio: «Fincantieri si impegna comunque a considerare la nomina della Robert Allen Law [] di cui Umberto Claudio Bonavita è il presidente, come supporto locale in Colombia in relazione a specifiche opportunità di business per Fincantieri in Colombia, a condizioni da discutere e concordare».

 

Sia il pdf della lettera che quelli dei due allegati, relativi al conflitto di interessi, risultano creati il 26 gennaio, tra le 00.36 e le 00.37, dallo stesso autore. Indovinate di chi si tratta? È proprio Gherardo Gardo, socio di Bonavita nella Wey llc (sono cofondatori) società specializzata in consulenza per la compravendita di yacht. Non sappiamo se il ragioniere di Cento, che ha lasciato le sue impronte digitali sui documenti, li abbia proprio scritti o se, invece, li abbia solo trasformati in pdf o modificati in qualche altro modo.

 

LO SCAMBIO DI MAIL TRA GHERARDO GARDO E DARIO MARFE

Interessantissimo anche il «contratto di supporto e assistenza per la promozione delle vendite» predisposto da Leonardo, un accordo di consulenza che avrebbe dovuto legare azienda alla Robert Allen Law. In teoria uno studio legale non potrebbe adempiere all'oggetto del contratto che prevede lo svolgimento di attività commerciali e un'abilitazione da broker, ma probabilmente ci sarà stato qualche escamotage per aggirare l'ostacolo. Il documento elettronico è indirizzato all'attenzione di Bonavita e salvato, il 25 gennaio alle 23.03, da Serena Paesani, dipendente dell'azienda.

jet m346 di leonardo

 

Il contratto è firmato dal direttore generale della divisione velivoli Marco Zoff, figlio dell'ex portiere della nazionale Dino. Nel file si legge: «Il presente accordo entrerà in vigore a partire dal 26 gennaio 2022 a condizione che l'accettazione da parte del promotore di tutti i termini e le condizioni qui presenti sia notificata alla società». Molto stringenti le condizioni riguardanti la riservatezza, che all'articolo 9 viene così vincolata: «Il promotore (lo studio Robert Allen Law, ndr) non utilizzerà il nome della società, né pubblicizzerà il suo rapporto con la società, il presente accordo e il suo contenuto, se non con il cliente per le finalità specifiche del presente accordo, senza il preventivo consenso scritto della società».

LA MAIL INDIRIZZATA A MASSIMO DALEMA DEL DIRIGENTE DI LEONARDO PER LA VENDITA DI ARMI AI COLOMBIANI

 

Dunque nulla di quanto stabilito poteva essere rivelato all'ex segretario del Pds, ai mediatori italiani Francesco Amato ed Emanuele Caruso o ai paramilitari colombiani, interlocutori nel business. Tutti soggetti che non potevano in nessun modo sostituirsi allo studio Allen senza l'autorizzazione dell'azienda. Infatti l'articolo 10 prevedeva: «Il promotore non può cedere il presente accordo, trasferire o cedere alcuno dei suoi diritti, né subappaltare o delegare in altro modo alcuno dei suoi obblighi ai sensi del presente accordo [] senza la preventiva approvazione e autorizzazione scritta della società».

 

GHERARDO GARDO

Eppure il contratto, che aveva come scadenza il 23 gennaio 2023, conferma che quanto detto da D'Alema nella conference call del 10 febbraio con l'ex comandante delle Auc Edgar Ignacio Fierro rispetto ai compensi era più che fondato: «Success fee» del 2% per l'acquisizione di almeno 6 M-346 e per un importo superiore a 350 milioni di euro. Ma ecco la notizia più clamorosa: il contratto prevedeva che ci fosse una contropartita economica anche «nel caso in cui il contratto non soddisfacesse la condizione sopra descritta».

 

In tal caso il corrispettivo non sarebbe stato corrisposto, ma «la società, a pieno e definitivo corrispettivo delle attività e dei servizi resi» avrebbe versato «al promotore una somma forfettaria discrezionale a compensazione della ricerca di marketing effettuata [] e al rimborso delle spese sostenute». Una cifra che non veniva specificata in nessun modo. Esattamente come aveva spiegato D'Alema nell'ormai celebre videochiamata: «Noi abbiamo chiesto che i contratti prevedano, oltre al "success fee" anche un compenso come "retailer", come rimborso spese, diciamo. Su questa seconda parte non abbiamo ancora ottenuto una definizione quantitativa, però sarà parte anche questo del contratto, o forse si farà un piccolo contratto ulteriore, diciamo».

 

LA MEDIAZIONE DI MASSIMO DALEMA PER UNA VENDITA DI ARMI ALLA COLOMBIA

Il pagamento della «success fee», se dovuta, sarebbe stato effettuato entro 90 giorni giorni lavorativi mediante bonifico bancario sul conto corrente bancario del promotore nel territorio in cui ha la sede legale. Dunque la quota degli 80 milioni di provvigioni ipotizzate da D'Alema sarebbe interamente finita in una banca americana. E agli altri soggetti coinvolti? Nulla, almeno stando al contratto, che impegna lo studio Allen a dichiarare di non aver «offerto, pagato, promesso di pagare o autorizzato al pagamento di qualsiasi denaro o dono, o offerto, promesso o autorizzato a dare qualsiasi cosa di valore [] o altro vantaggio» a una serie di figure.

 

ALESSANDRO PROFUMO

Tra cui: «Qualsiasi funzionario o funzionario del cliente, qualsiasi partito politico o suo funzionario o qualsiasi candidato a una carica politica o qualsiasi funzionario pubblico o chiunque eserciti una funzione pubblica o qualsiasi attività di interesse pubblico, incluso, ma non limitato, a governo o funzionari o ufficiali delle forze armate». Dunque qualcosa non torna nel discorso di D'Alema che, dopo aver specificato che Bonavita e Gardo (appellato come «avvocato»), pur essendo andati in Colombia, non avevano ancora incassato neanche un euro, aveva dichiarato: «Non appena noi avremo questi contratti, noi divideremo tutto, sarà diviso tutto, questo non è un problema».

avvocato Robert Allen

 

L'ex premier faceva promesse che sembrano andare contro le condizioni del contratto che era stata predisposto da Leonardo. Ricapitolando, in questo accordo capestro per l'azienda italiana e solo apparentemente pieno di lacci e lacciuoli, era previsto che il «promotore» venisse pagato anche in caso di insuccesso.

 

MASSIMO DALEMA E LA VENDITA DI ARMI IN COLOMBIA - I DOCUMENTI CONTRAFFATTI CHE I BROKER ITALIANI HANNO PROVATO A RIFILARE A LEONARDO E FINCANTIERI

Leonardo doveva erogare un importo a sua discrezione per compensare la Robert Allen Law di un ipotetico report di marketing da loro preparato e per rimborsarli delle spese sostenute per le altre attività. Ai sensi del contratto la Robert Allen aveva comunque diritto al compenso anche in caso di rescissione dell'accordo da parte di Leonardo. Una formula che sarebbe interessante sapere se venga utilizzata dalla società di piazza Montegrappa anche in casi in cui non compaia come sponsor D'Alema.

 

Infine le somme avrebbero dovuto essere pagate sul conto di Miami della Robert Allen Law che, secondo il contratto, doveva aver già fornito gli estremi del rapporto finanziario. Gli accordi, però, non sono mai stati sottoscritti e formalizzati e tra il 28 febbraio e l'1 marzo 2022 il sito Sassate e La Verità (che ha scovato l'audio di D'Alema) hanno scoperchiato l'affare, mandando a monte l'incredibile operazione che avrebbe dovuto garantire ai D'Alema boys oltre 80 milioni.

DALEMA E LE ARMI IN COLOMBIA - LE LETTERE DI PATROCINIO DELLA CAMERA EUROMEDITERRANEA

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...