bovini

PROT! I PETI DELLE MUCCHE FANNO BENE ALL’AMBIENTE: L’EFFETTO SERRA NON E’ COLPA LORO – ECCO PERCHE’ – I BOVINI EMETTONO NEL MONDO ANIDRIDE CARBONICA PER 22 MILIONI DI TONNELLATE. MA FRA PASCOLI E COLTURE NE RIASSORBONO…

ATTILIO BARBIERI per Libero Quotidiano

 

mucca

L' allevamento di bovini non è fra i maggiori responsabili dell' effetto serra. Per lo meno non in Italia. Anzi: da noi è addirittura in credito per quel che si definisce «impronta di carbonio», traduzione letterale dell' espressione carbon footprint, che sta a indicare la quantità dei gas ad effetto serra emessi nell' atmosfera da una attività umana. Di solito questa quantità viene misurata in chilogrammi o tonnellate di anidride carbonica (CO2) equivalente, dato che si tratta del principale gas responsabile dell' effetto serra. È così, ad esempio, per le automobili, le cui emissioni si quantificano il chilogrammi di CO2 per chilometro percorso.

 

mucca

Ebbene, per quel che riguarda l' allevamento di bovini e ovini, la sorpresa è che il bilancio fra le tonnellate di CO2 emesse banalmente attraverso i peti e quelle sequestrate (in pratica assorbite) dai vegetali della filiera zootecnica è in attivo. E chi colpevolizza carne, latte e derivati, come il formaggio, il burro o lo yogurt, sbaglia di grosso.

 

A fare il bilancio del settore è stato il professor Giuseppe Pulina, presidente dell' Associazione carni sostenibili e ordinario di Zootecnica Speciale presso il dipartimento di agraria dell' Università di Sassari. «Il sistema agro-silvo-zootecnico italiano», spiega, «assorbe ogni anno più di 29 milioni di tonnellate di CO2 a fronte di una emissione di 22 milioni di tonnellate. In altre parole, il sistema zootecnico italiano è in credito di circa 7 milioni di tonnellate di anidride carbonica».

 

mucca

IL CALCOLO Se queste sono le conclusioni i calcoli eseguiti dal professor Pulina sono a dir poco complessi. Il punto di partenza è la stima elaborata dell' Ispra, l' Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sulle emissioni dei diversi comparti produttivi italiani e in particolare per quello zootecnico. Un dato riconosciuto universalmente: all' insieme degli allevamenti da carne e da latte del Belpaese è attribuibile l' emissione di 22 milioni di tonnellate di anidride carbonica l' anno, che equivalgono al 5% dei 428 milioni di tonnellate riversate nell' atmosfera dal nostro Paese da tutte le attività umane.

 

«Ma questi dati», spiega Pulina, «non tengono conto dell' enorme potenzialità di sequestro del carbonio delle colture foraggere, dei pascoli in particolare e dei sistemi silvopastorali che in Italia sono particolarmente diffusi». Il fieno coltivato per alimentare il bestiame, assieme ai boschi esistenti nei territori dove pascolano bovini e ovini, hanno la caratteristica di assorbire l' anidride carbonica nel processo della fotosintesi clorofilliana con la quale i vegetali trasformano la CO2 e l' acqua in glucosio, utilizzando la luce solare. Un processo durante il quale gli alberi «mangano» l' anidride carbonica che rimane imprigionata nei rami, nelle radici e sotto terra.

 

mucca 4

MILIONI DI PIANTE «Si stima che circa il 50% degli oltre 10 milioni di ettari di superfici boscate italiane», scrive il professor Pulina nello studio, «sia sottoposta a pascolo operato principalmente da bovini della linea vacca-vitello. Il sequestro di CO2 avviene a opera degli alberi, che lo accumulano nel legno e del suolo che lo conserva sotto forma di sostanza organica». Il calcolo è lineare. «In Italia i 3,77 milioni di ettari di pascoli assorbono 4,12 milioni di tonnellate di CO2 l' anno», continua l' esperto, «i 494mila ettari di foraggere ne assorbono 600mila tonnellate, mentre il 50% delle superfici silvane, pascolate, ne assorbe a sua volta 23,75 milioni di tonnellate».

 

si calcola che al mondo ci siano circa un miliardo e 300 milioni di bovini

Dalla differenza fra la quantità di anidride carbonica assorbita dai vegetali appartenenti alla filiera zootecnica, almeno 29 milioni di tonnellate l' anno, e quella emessa dagli animali da allevamento, pari a 22 milioni di tonnellate, si ottiene il saldo che è positivo per circa 7 milioni di tonnellate di CO2.

 

E se si considera l' intera agricoltura tricolore il bilancio complessivo è in credito addirittura di 25 milioni di tonnellate di CO2, come differenza fra i 25 milioni di tonnellate emesse dall' insieme delle attività agricole, e i 55 milioni di tonnellate «mangiate» ogni anno dal sistema agro-forestale.

Dunque, prima di puntare acriticamente il dito sulle bistecche o sui formaggi, quando si parla di effetto serra e riscaldamento globale, vale la pena di soffermarsi su questi calcoli.

mucca 2

Anche perché nella Penisola come in quasi tutti gli altri Paesi europei, la superficie boschiva è in costante aumento.

mucca 1

 

mucca 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”