gilet arancioni

PROTESTE ALL’ITALIANA - DA MILANO A PALERMO, SCENDONO IN PIAZZA I “GILET ARANCIONI”, OVVERO UN MISCUGLIO DI EX “FORCONI”, FASCISTELLI, NO VAX, COMPLOTTISTI, ANTIPOLITICI, DISOCCUPATI E INCAZZATI CHE HANNO INVOCATO IL RITORNO ALLA “LIRA ITALICA” - LE FANTA-TEORIE SUL COVID “DISEGNO POLITICO PER VENDERCI ALLA CINA” - ACCALCATI IN PIAZZA E SENZA MASCHERINA: SARANNO DENUNCIATI - LE TENSIONI A ROMA, GUIDATE DA CASAPOUND - UN GRUPPO DI PERSONE CONTRO UN BLINDATO DELLA POLIZIA: "SIAMO SENZA STIPENDIO DA QUATTRO MESI..."

la protesta dei gilet arancioni il generale pappalardo 2

1 - I GILET ARANCIONI SENZA MASCHERINE LA PROTESTA NELLE PIAZZE E LE DENUNCE

Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”

 

Alla fine, «il generale» che vuole rivoltare il Paese, restituire il potere al popolo, coniare moneta «italiana», riformare magistratura e forze di polizia, è finito denunciato per il mancato rispetto delle norme contro il coronavirus. Un contrappasso per chi, ieri mattina, ha aizzato la folla in piazza Duomo urlando «libertà» e raccontando che il Covid-19 è «un disegno politico del governo perché vogliono venderci alla Cina».

 

la protesta dei gilet arancioni il generale pappalardo 4

Eccolo il popolo dei «Gilet arancioni»: un po' forconi, molto a destra, parecchia antipolitica, molti disoccupati, tutti «esageratamente incazzati». Quella di ieri è stata la prima «chiamata alle armi» in tutte le piazze d' Italia dopo l' emergenza coronavirus del movimento fondato dall' ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, 74 anni. Da Bologna a Ragusa, da Palermo a Torino, la piazza più calda è stata quella di Milano.

 

Non fosse altro per la presenza dello stesso Pappalardo, scortato da guardie del corpo, e per il numero di manifestanti: un migliaio, tutti con vessilli arancioni d' ordinanza. «Il colore delle arance della Sicilia», anche se è evidente il rimando ai più famosi gilet jaunes francesi.

la protesta dei gilet arancioni 8

 

Oltre alle posizioni politiche - un misto di populismo, complottismo, autarchia, no vax e no euro -, a scatenare le polemiche è stata la mancanza di qualsiasi forma di rispetto delle norme anti contagio. Gli organizzatori, in linea con le regole imposte dal Dpcm del governo si erano impegnati a «garantire l' osservanza delle norme di tutela sanitaria». Invece in piazza, tolto un recinto dal quale ha parlato «il generale» c' è stata un' unica massa di manifestanti, moltissimi senza mascherina. Tra questi lo stesso Pappalardo, negazionista convinto, finito denunciato (e multato) assieme a una ventina di «arancioni».

Un comportamento che ha scatenato le ire del sindaco Beppe Sala: «Irresponsabili.

la protesta dei gilet arancioni il generale pappalardo 3

Ho chiesto al prefetto di denunciare gli organizzatori».

 

La decisione di concedere ai «Gilet arancioni» la vetrina di piazza Duomo ha sollevato polemiche. La linea del prefetto Renato Saccone e del questore Sergio Bracco è però chiara: tutti hanno diritto di manifestare, la questura può intervenire preventivamente per vietare eventi ma solo per situazioni molto particolari.

 

la protesta dei gilet arancioni 9

Tanto che in questi giorni sono stati molti i sit-in di tassisti, ristoratori, sindacati e anche centri sociali. «Chi non rispetta le regole viene sanzionato, lo abbiamo fatto al termine della manifestazione. Intervenire in piazza avrebbe creato problemi di ordine pubblico». Il generale Pappalardo, che già in passato s' era lamentato delle «attenzioni della Digos», rilancia: «Io denunciato? Da quelli che non sono neanche costituzionali?. Il 2 giugno torneremo in piazza a Roma». Nella Capitale, invece, tensioni con la polizia per il corteo improvvisato dal gruppo social «Marcia su Roma», con esponenti di CasaPound. Bloccato il tentativo di arrivare a Palazzo Chigi. Niente mascherine né distanze.

Già pronte le denunce.

la protesta dei gilet arancioni 7

 

3 - VICINI E SENZA PROTEZIONI QUEL FALSO PATRIOTTISMO TARGATO GILET ARANCIONI

Estratto dell’articolo di Mario Ajello per “il Messaggero”

 

[…] Se ne infischiano della mascherina, non rispettano il distanziamento perché - così gridano - «la rivolta sociale deve stare compatta!», cioè essere infettiva, e mascherati in arancione i nuovi Forconi celebrano a scoppio ritardato, in piazza a Milano, a Torino, a Bologna, il loro carnevale, a sprezzo del pericolo per loro e per gli altri. […] E se arriverà il vaccino anti-Covid, loro, i gilet arancioni […] saranno pronti a rifiutarne l'uso. Perché sono i No Vax del virus gli scriteriati che si assembrano e se infischiano della salute degli altri per inseguire le loro teorie bislacche.

la protesta dei gilet arancioni 3

 

«Il virus non esiste!», gridano. Inneggiano al ritorno della lira, anzi della lira italica […] […] non è un bello spettacolo vedere sventolare le bandiere tricolore in questo consesso anti-patriottico a base di nessun rispetto per ciò che il Paese ha patito e non ha ancora smesso di farlo e di totale irresponsabilità. […] Un passante, munito di mascherina e di cervello, ha gridato all'improbabile truppa in gilet davanti alla madonnina: «Fate i tamponi invece di fare i co...» (le due parole fanno rima). Mentre sui social impazzano post così: «Non è che si potrebbe creare in laboratorio un virus che colpisce solo i nuovi Forconi?». Oppure: «Non è che si può ripristinare il lockdown solo per Pappalardo, così ci risparmiamo questi spettacoli tremendi?».

 

la protesta dei gilet arancioni 2

Il sindaco milanese Sala si è rivolto al prefetto e ha annunciato: «Ho chiesto di denunciare i cosiddetti gilet arancioni». Loro rispondono: «Me ne frego!». A Roma la manifestazione non era programma né autorizzata ma una sceneggiata s'è svolta lo stesso a Piazza Venezia, sempre con il medesimo ingrediente: estrema destra folk e covid-scetticismo. […] assicurano che «il virus è un trucco per reprimere il popolo e imporre un nuovo ordine sociale». […] a Roma è andata in scena la protesta più turbolenta, il bilancio di denunciati e identificati è a quota 70 e sono anche al vaglio le sanzioni legate al Covid: […]  circa 200 persone in Piazza Venezia - in testa il gruppo Marcia su Roma, ma anche esponenti di Casapound - e hanno tentato di raggiungere Montecitorio ma sono stati bloccati dalla polizia in assetto antisommossa. […]

la protesta dei gilet arancioni 11

 

3 - FASCISTI ED EX FORCONI IN PIAZZA "IL VIRUS È UN'INVENZIONE"

Estratto dell’articolo di Paolo Berizzi per “la Repubblica”

 

[…] Militanti neofascisti, disoccupati più o meno organizzati, lavoratori imbufaliti. Un fronte solo in apparenza disomogeneo, gravitante intorno all' ultradestra populista che, per cavalcare la protesta e soffiare sulla rabbia sociale, da un paio di mesi abbraccia deliranti posizioni negazioniste […] sono scesi in piazza contro la "dittatura sanitaria" […] A Roma la protesta è stata guidata da movimenti neofascisti: CasaPound Italia […] e "Marcia su Roma", un contenitore di estrema destra nato su Telegram per invitare gli italiani a violare il lockdown quando ancora non si poteva uscire.

roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 7

 

[…] Non sono mancati momenti i tensione: in particolare quando un gruppo ha provato a spingere un blindato della polizia che sbarrava l' accesso verso i palazzi della politica. «Fateci passare, siamo senza stipendio da quattro mesi», ha gridato la gente in strada. E poi: «Per disperderci gli agenti hanno spruzzato spray al peperoncino». […]

roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 3roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 10roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 5roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 9roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 8roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 4roma la protesta dell estrema destra a piazza veneziaroma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 2roma la protesta dell estrema destra a piazza venezia 6

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”