PUTIN, PRENDI QUESTO BEL MISSILONE – ALCUNI SOLDATI UCRAINI GAY, IMPEGNATI SUL FRONTE CONTRO I RUSSI, HANNO DECISO DI USCIRE ALLO SCOPERTO: “DA QUANDO COMBATTIAMO CONTRO IL REGIME DI PUTIN CHE È OMOFOBICO PER ECCELLENZA, C'È MOLTA PIÙ TOLLERANZA NEI NOSTRI CONFRONTI” – HANNO ANCHE FORMATO UN GRUPPO SPECIALE, IL "BATTAGLIONE DEGLI UNICORNI" – EPPURE IN UCRAINA LA STRADA PER L’ACCETTAZIONE DEL MONDO LGBT+ RESTA ANCORA MOLTO LUNGA…

-

Condividi questo articolo


Marta Serafini per il “Corriere della Sera”

 

battaglione unicorno Ucraina 2 battaglione unicorno Ucraina 2

«Ieri, qui, nell'Oblast di Donetsk abbiamo distrutto 30 carri armati russi». Daniel ha 28 anni. È stato nell'esercito dal 2015 al 2018, come paramedico. Poi, dopo il 24 febbraio, è stato richiamato in servizio. Ma questa volta ha deciso di non nascondersi più. «Sono gay e ho un compagno che è anche lui militare, in marina, che ora si trova negli Stati Uniti per l'addestramento. Non vedo l'ora di riabbracciarlo».

 

Occhi chiari e faccia da ragazzino, racconta la sua storia al Corriere senza timore. «Forse è perché sono cresciuto in orfanotrofio, dunque sono abituato alla condivisione. Certo non è facile dirlo apertamente in un ambiente maschile come quello militare. Ma mi sono accorto che comportandomi in modo sincero anche le persone meno tolleranti alla fine si lasciano andare, tanto più se ti vedono combattere al loro fianco tutti i giorni».

 

battaglione unicorno Ucraina battaglione unicorno Ucraina

Le stesse parole le utilizza Alexander, 23 anni, originario di Kiev, in servizio come carrista e ufficiale medico a Kharkiv nella «zero position», in prima linea. «A marzo sono stato a Irpin, ho visto un'intera famiglia uccisa davanti ai miei occhi senza che potessi fare nulla per loro».

 

Anche Alexander è gay e ha deciso di uscire allo scoperto. «Penso che ci sia un gran cambiamento in atto. Soprattutto da quando combattiamo contro il regime di Putin che è omofobico per eccellenza, c'è molta più tolleranza nei nostri confronti», racconta.

 

Così, giorno dopo giorno, dopo essersi conquistato il rispetto e il supporto dei suoi commilitoni, Alexander ha deciso di confidarsi. «Non capisco perché io debba nascondermi, tanto più che il mio orientamento sessuale non rappresenta una colpa e faccio il mio lavoro esattamente come gli altri».

 

Yania, 26 anni, preferisce non dire in che battaglione presta servizio. «Mi sono unita alle forze armate fin dall'inizio della guerra, nel 2015. Era il mio sogno di bambina». Poi è tornata sul campo di battaglia.

 

«Non è facile per le donne, nei nostri confronti ci sono ancora più pregiudizi, tanto più nell'esercito. Ma non mi vergogno assolutamente di quello che sono».

 

battaglione unicorno Ucraina 2 battaglione unicorno Ucraina 2

Per Daniel, Alexander e Yania non c'è solo l'orgoglio di combattere per il proprio Paese. Da marzo fanno parte di un gruppo speciale. «Ovviamente non è un reparto ufficiale dell'esercito. Ma con altri colleghi abbiamo deciso di unirci e di far sentire la nostra voce sui social network», sottolineano. È il battaglione degli Unicorni, come dice il simbolo che portano cucito sulla divisa.

 

«Il nostro modello di società è inclusivo, certo è un'utopia pensare di essere tutti considerati uguali. Ci sono ancora delle resistenze ma, di base, in Ucraina le persone Lgbt non sono più discriminate come avveniva solo dieci anni fa. E di sicuro viviamo in paradiso rispetto alla Russia di Putin», scandisce Daniel.

 

BATTAGLIONE UNICORNO UCRAINA 4 BATTAGLIONE UNICORNO UCRAINA 4

A convincere gli unicorni a uscire dall'ombra, la raccolta di firme per la legalizzazione dei matrimoni gay che il presidente Volodymyr Zelensky ora dovrà prendere in considerazione. «Abbiamo raggiunto più di 28 mila adesioni, il che significa che il presidente ora ha 10 giorni per risponderci. E siamo sicuri che qualcosa inizierà a muoversi», dicono gli unicorni.

 

Piccoli passi, dunque, che la società ucraina percorre verso la parità totale di genere. Non senza ostacoli. Nel 2013, a Kiev, si è tenuta la prima marcia ufficiale del Pride del Paese, nonostante le proteste degli skinhead che l'anno prima avevano costretto gli organizzatori a cancellare la manifestazione.

 

soldati gay pride soldati gay pride

Poi, nel 2018, gli attivisti sono stati attaccati durante una manifestazione transgender da militanti di estrema destra. Alla faccia dei rischi però la parata del Pride è cresciuta in popolarità e l'anno scorso nella capitale hanno partecipato più di 7 mila persone.

 

Secondo un sondaggio condotto dall'istituto internazionale di sociologia di Kiev a maggio, negli ultimi sei anni il numero di persone che hanno una «visione negativa» della comunità Lgbt è diminuito dal 60,4 per cento al 38,2. Anche grazie al battaglione degli Unicorni, in prima linea sul campo di battaglia e nella società civile.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...