biden putin

PUTIN E’ PRONTO A INVADERE L’UCRAINA – SECONDO GLI 007 IL PIANO POTREBBE SCATTARE A GENNAIO. LA MANOVRA A TENAGLIA PER PRENDERE KIEV - GLI STATI UNITI PRONTI A NUOVE ‘PESANTISSIME’ SANZIONI - IL PRESIDENTE USA JOE BIDEN HA DETTO CHE NON ACCETTERA' "LE LINEE ROSSE" DEL CREMLINO E CHE INTENDE RENDERE "MOLTO DIFFICILE" UN'EVENTUALE INVASIONE RUSSA - SARA' DECISIVO L'ATTESO COLLOQUIO IN VIDEOCONFERENZA TRA BIDEN E PUTIN, MARTEDI' PROSSIMO...

Giuseppe Agliastro per "La Stampa"

 

joe biden

Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che non accetterà «le linee rosse» del Cremlino e che intende rendere «molto, molto difficile» un'eventuale invasione russa dell'Ucraina. A pochi giorni dall'atteso colloquio in videoconferenza tra Biden e Putin - confermato per martedì prossimo - restano alte le tensioni attorno all'Ucraina. Kiev e Washington sostengono che Mosca abbia ammassato truppe vicino al confine con l'Ucraina e dicono di temere un'aggressione militare: tutte accuse respinte però dalla Russia, che nei giorni scorsi ha bollato come «isteria» i sospetti occidentali.

 

Le aree di ammassamento delle truppe russe al confine con Ucraina

La situazione è delicata. Il «Washington Post» scrive che, secondo dei dirigenti Usa e un documento dell'intelligence, ci sarebbe un piano del Cremlino per un'offensiva in Ucraina su più fronti all'inizio del prossimo anno. All'eventuale attacco potrebbero partecipare fino a 175mila soldati in 100 gruppi tattici di battaglione. Il documento contiene delle immagini satellitari e mostra che ora le forze russe si concentrano in quattro aree e dispongono di 50 gruppi tattici con carri armati e pezzi di artiglieria.

 

La mappa Usa indica che attualmente ci sarebbero circa 70mila soldati russi nei pressi del confine ucraino, mentre Kiev stima che i militari russi siano 94mila. Secondo il «New York Times», funzionari statunitensi sottolineano che le intenzioni di Putin non sono chiare. «Non sappiamo se Putin abbia preso la decisione di invadere. Sappiamo che sta mettendo in atto la capacità di farlo in breve tempo», aveva precisato alcuni giorni fa il capo della diplomazia Usa, Antony Blinken.

 

antony blinken

Inoltre, diversi analisti ritengono che non ci sia una ragione per la quale Mosca dovrebbe entrare apertamente nel conflitto ucraino e pensano che la Russia stia lanciando un messaggio: quello di essere pronta a difendere le sue "linee rosse" sull'Ucraina.

 

Mosca smentisce di voler attaccare. «Gli Usa stanno svolgendo un'operazione speciale per inasprire la situazione attorno all'Ucraina addossando la responsabilità alla Russia», ha detto la portavoce della diplomazia di Mosca, Maria Zakharova. La Russia non vuole che la Nato si allarghi verso Est e che Kiev entri nell'Alleanza Atlantica e afferma di volere delle garanzie su questi punti.

 

truppe russe a smolensk

Secondo Putin, proprio l'espansione delle infrastrutture militari della Nato in territorio ucraino potrebbe essere una "linea rossa" per la Russia, che tra l'altro non vede di buon occhio le esercitazioni occidentali nel Mar Nero. «È la Nato che decide chi aderisce all'Alleanza, non la Russia», ha replicato la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Anche Biden ha già risposto a Putin: «Non accetterò le linee rosse di nessuno», ha detto, aggiungendo che gli Usa stanno «mettendo insieme il pacchetto di iniziative per rendere molto, molto difficile che Putin vada avanti e faccia ciò che la gente teme possa fare».

 

vladimir putin

Nei giorni scorsi, Blinken aveva avvertito che un'eventuale invasione dell'Ucraina costerebbe a Mosca sanzioni economiche ancora più dure di quelle già imposte. Martedì Putin e Biden discuteranno delle questioni più urgenti. Ovviamente grande attenzione verrà data all'Ucraina, dove il Cremlino è da tempo accusato di sostenere i separatisti nel conflitto del Donbass. Ma all'ordine del giorno potrebbero esserci anche le questioni di stabilità strategica, l'Afghanistan e naturalmente i difficili rapporti bilaterali tra Mosca e Washington.

 

Flavio Pompetti per "il Messaggero"
 

navi russe in crimea

I soldati russi sarebbero pronti ad entrare in Ucraina con una manovra di accerchiamento, che parte dal confine orientale del Paese e passa dalla Bielorussia, dalla Transnidistria e dalla Moldova. Un rapporto di intelligence statunitense parla di 175.000 militari in totale, istruiti ad entrare in azione già nel prossimo mese di gennaio.
 
Il piano sarebbe quello di spostarsi il più velocemente possibile sulla linea del fiume Dnepr che taglia a metà il territorio nazionale, per poi scendere lungo un corridoio che finirebbe per collegare le truppe degli invasori con la Crimea e ristabilire il rifornimento di acqua che è stato tagliato nel 2014 dopo l'annessione della penisola da parte di Mosca.
 

escalation militare tra russia e ucraina

Basterebbe una piccola provocazione, una disputa locale innescata dai tanti contatti che la Russia ha pazientemente tessuto all'interno della società ucraina, per dare il via alla manovra. Cento battaglioni di truppe tattiche sono in stato d'allerta e pronti ad agire, ma l'intervento potrebbe anche essere superfluo: Putin ha in mano i rubinetti delle grandi condotte che fanno entrare in Ucraina tutto il gas naturale usato per riscaldare ogni casa della ex nazione satellite. Basterebbe chiuderli per riuscire a condannare gli abitanti dell'intero Paese rivale a drammatico congelamento.
 

ambasciata usa a mosca

L'ALT DEGLI USA La diplomazia di Washington sta cercando da mesi di cucire una coalizione di Paesi alleati capace di esprimere una forza di deterrenza contro Mosca e di impedire che l'ordine di scendere in campo venga impartito. Delusa dalla tiepida risposta degli stati europei, l'amministrazione Biden sta ora passando alle pressioni dirette.
 
Il segretario di Stato Anthony Blinken, giovedì scorso, ha parlato di un incontro virtuale tra il presidente degli Stati Uniti e Vladimir Putin. Ieri il Cremlino ha confermato la notizia e annunciato che la conversazione si svolgerà martedì prossimo. Parlando da Stoccolma, questa settimana Blinken ha già detto che gli Usa «hanno le prove delle intenzioni bellicose che la Russia nutre nei confronti dell'Ucraina».
 

Jen Psaki

IL BRACCIO DI FERRO Washington, per il momento, non intende schierare i suoi soldati, così almeno ha detto Blinken. Ma dalle informazioni che trapelano si capisce che gli Stati Uniti sono già pronti a far scattare sanzioni molto incisive nei confronti del governo di Mosca. Provvedimenti pesanti, «come non se ne sono mai visti prima», fanno sapere gli americani.
 

Carri armati ucraini

Su questa strada i colloqui con le cancellerie amiche in Europa pare che abbiano già prodotto accordi preliminari incoraggianti. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha risposto subito con sarcasmo alla minaccia: «Certo, gli Stati Uniti hanno sempre nella manica sanzioni tali che non si sono mai viste prima. Le affronteremo, come abbiamo già fatto tante altre volte nella storia».
 

Aereo in esercitazione

Lo stato di allarme è molto alto a Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenski ha puntato il dito questa settimana contro il più ricco degli oligarchi nazionali: Rinat Akhmetov e lo ha accusato di far parte di un complotto disegnato da Mosca per rovesciare il governo esistente con un colpo di stato. I soldati russi premevano già all'inizio dell'estate contro i confini dell'Ucraina.
 

Soldato ucraino 3

MEDIAZIONE SULLO SFONDO Lo scorso giugno era bastata una telefonata tra Vladimir Putin e Joe Biden per allentare la tensione e far sì che più di centomila militari già schierati fossero richiamati immediatamente all'interno del confine orientale. Per questo gli osservatori politici di Kiev guardano con speranza al prossimo colloquio tra i due leader, ma al tempo stesso lanciano un monito circa le reali intenzioni del presidente russo.
 

Soldato ucraino

«La strategia è quella di gettare l'Ucraina e altri stati di confine con l'Europa in una condizione di perenne incertezza - ha detto ad Al Jazeera l'analista ucraino Aleksey Kushch - e al tempo stesso spingere l'occidente a riconoscere la necessità di una nuova conferenza di pace che ridefinisca le frontiere, come fece dopo la Seconda guerra quella di Yalta». 

Volodymyr Zelensky 2Volodymyr ZelenskySoldato ucraino 2

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."