facebook russia guerra putin zuckerberg

PUTINATE - DOPO AVER RISTRETTO L'ACCESSO, LO ZAR VLAD SPEGNE DEFINITIVAMENTE FACEBOOK E INSTAGRAM: "NON OSCURANO I MESSAGGI DI ODIO CONTRO DI NOI" - APERTA UN'INCHIESTA PENALE CONTRO LA SOCIETA' DI ZUCKERBERG E PRESENTATA UNA DENUNCIA PER INSERIRLA NELLA LISTA DELLE ASSOCIAZIONI ESTREMISTRE - A FARNE LE SPESE SONO I CITTADINI RUSSI, CHE SCIVOLANO VERSO UN MEDIOEVO DIGITALE E MEDIATICO...

Rosalba Castelletti per la Repubblica
 

FACEBOOK INSTAGRAM RUSSIA PUTIN

C'è una Russia cancellata e c'è una Russia oscurata. Da una parte c'è Meta, l'azienda di Mark Zuckerberg, che consente i "due minuti d'odio" di orwelliana memoria contro «gli invasori». Dall'altro c'è Mosca che risponde staccando la spina a Facebook e Instagram.
 
A farne le spese i cittadini russi che scivolano sempre più velocemente verso un Medioevo digitale e mediatico: silenziate le testate indipendenti e bloccati i social, si restringono le fonti libere d'informazione. Mentre persistono le voci sull'imminente lancio di una Grande Cyber Muraglia: una "Ru-Net" isolata dalla Rete globale.
 

FACEBOOK russia

Tutto è iniziato quando giovedì sera Meta ha annunciato che avrebbe fatto eccezioni alla sua politica sull'incitamento alla violenza e all'odio, non rimuovendo i "post ostili" contro militari e leader russi. «Saremo indulgenti - aveva spiegato Andy Stone, communication manager di Meta - verso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole sui discorsi violenti come "Morte agli invasori russi"».
 

FACEBOOK russia

Consentiti anche post che incitavano alla morte del presidente russo Vladimir Putin o del suo omologo bielorusso Aleksandr Lukashenko. «Speriamo non sia vero, perché se lo è, dovranno essere prese misure più decisive per porre fine alle attività di questa società», aveva commentato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.
 
A esprimere perplessità era stato anche l'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu: «È un argomento molto complesso, che solleva preoccupazioni in termini di diritti umani e diritto umanitario internazionale», ha spiegato la portavoce Elizabeth Throssell. La precisazione di Meta, secondo cui l'eccezione sarebbe «temporanea » e si applicherebbe solo all'Ucraina, non è bastata a rassicurare.
 

vladimir putin

Per tutta risposta ieri mattina il Comitato investigativo russo - che dipende direttamente da Putin - ha aperto un procedimento penale contro la società di Zuckerberg «in relazione alle richieste illegali di omicidio e violenze contro cittadini della Federazione Russa» e ha presentato domanda a un tribunale per designarla come "organizzazione estremista" (etichetta affibbiata a gruppi terroristici come Al Qaeda e Isis).
 
Dopo poche ore è arrivato il ferale annuncio di Roskomnadzor, l'Authority russa di comunicazioni e media: a partire dal 14 febbraio bloccheremo Facebook e Instagram. Risparmiato invece WhatsApp perché l'app di messaggistica è considerata un mezzo di comunicazione e non d'informazione.
 

mark zuckerberg

Come se non bastasse YouTube ieri ha annunciato che il blocco dei media finanziati dalla Russia, accusati di disinformazione sull'Ucraina, precedentemente limitato all'Europa, ora si applicherà a tutto il mondo. Nei giorni scorsi la piattaforma aveva già sospeso la monetizzazione dei video in Russia. Il tutto mentre dalla Federazione scompaiono ad uno ad uno i simboli del mondo globalizzato come Apple, Netflix e Spotify.
 
La decisione di bloccare i social network era già nell'aria. L'accesso a Facebook era già stato ristretto come rappresaglia alla decisione di vietare in Europa i media vicini al governo come Rt, ex Russia Today, e Sputnik. Stessa misura applicata a Twitter sin dall'inizio il 24 febbraio di quella che chiamano "operazione militare speciale".
 

Manifestanti arrestati a Mosca 5

E la scorsa settimana era stata approvata una legge che punisce la diffusione di quelle che Mosca ritiene "notizie false" con il carcere fino a 15 anni. Misure che hanno portato allo svuotamento delle sedi di corrispondenza delle principali testate estere, come il New York Times. Ma mentre, secondo la società eMarketer, solo 7,5 milioni di russi usano Facebook, ossia il 7,3% degli utenti Internet nel Paese, sono 51 milioni a navigare su Instagram. L'applicazione non solo è popolarissima tra i più giovani, ma è diventata anche una vetrina cruciale per piccole e medie imprese russe.
 

Manifestanti arrestati a Mosca 4

Ed è anche uno spazio di dissenso. È da Instagram, ad esempio, che l'oppositore in carcere Aleksej Navalnyj ha lanciato l'appello a protestare contro quello che chiama «pazzo Putin». Subito dopo l'annuncio del Comitato investigativo decine di profili ufficiali sono scomparsi: la Duma, la Camera bassa del Parlamento; l'ufficio del procuratore generale; il ministero dell'Interno; il sindaco di Mosca Serghej Sobjanin.
 
Mentre su Telegram, l'app di messaggistica istantanea che finora resiste, gli utenti comuni si interrogavano: «Devo eliminare il mio profilo? Posso fidarmi delle autorità quando dicono che gli utenti ordinari non devono aver paura?». Già da giorni circolavano vademecum su come prepararsi alla "disconnessione" dalla Rete globale, ma anche su come difendersi dalla censura e dalla repressione: scaricare una Vpn, una Rete privata virtuale in grado di aggirare i blocchi; eliminare i sistemi di riconoscimento biometrico dal cellulare come impronte o "Face Id", cancellare quotidianamente la cronologia di messaggi; nascondere le liste di amici e di "follower". E così via.
 

Manifestanti arrestati a Mosca 2

Ora il timore è che, se la richiesta del Comitato investigativo di riconoscere i social come "organizzazioni estremiste" verrà accolta, il proprio profilo venga interpretato come partecipazione alle attività di una organizzazione terroristica. A quel punto, ha commentato il fondatore del progetto Agora per i diritti umani Pavel Chikov, «i loghi dei social network diventeranno simboli proibiti come una svastica».

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO